12/4/2006 ore: 12:18

"EtMaintenant" La sinistra scopre la «questione settentrionale»

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    mercoled? 12 aprile 2006

    Pagina 7 - LE ELEZIONI


    IL VENTO DEL NORD

    La sinistra scopre la ?questione settentrionale?
      Unione in ritardo nella parte pi? moderna
      del Paese. ?Dobbiamo imparare a capirla?
        analisi
        Giovanni Cerruti
          MILANO
          E per la sesta volta si apron le urne e si scopre la ?questione settentrionale?. Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli che votano centrodestra. ?Chi non prende i voti del Nord non riesce a governare?, ripete Umberto Bossi dal giugno 1987, dal suo primo giorno da Senatore che si prepara all’avventura di Palazzo Madama. La sera prima era stato Bettino Craxi a dichiarare che la ?questione settentrionale ? stata sottovalutata?. La prima volta. Poi passa qualche settimana e chi se la ricorda pi?? L’altra notte ? stato Massimo Cacciari sindaco di Venezia: ?La questione settentrionale ? centrale?.
            Perch? non c’? storia, non c’? legge elettorale che tenga. Basta sentire Giancarlo Galan, il Governatore del Veneto che disegna la mappa della resistenza berlusconiana: ?Tra il Lago di Garda e le spiagge adriatiche, tra le Dolomiti e il Delta del Po, la Casa delle Libert? riesce ad infliggere un distacco di quasi venti punti all’Unione di Prodi?. A guardare i dati ? dal ‘92 che le quattro regioni resistono. ?E l’altra notte -racconta Pierangelo Ferrari, neodeputato ds di Brescia- abbiamo rischiato di brutto. Perch?? Perch? non ci siamo mai posti il problema di scalfire il blocco sociale del centrodestra?.
              Almeno questa volta al centrosinistra ? andata bene, la legge elettorale ha regalato un numero di parlamentari impensabile con la vecchia. Ma la ?questione settentrionale? ? sempre l? in agguato. Per i diessini del Nord ? un incubo, per chi non ? di queste parti quasi un noioso tormentone. Basta andare dalle parti di Varese ed ascoltare Daniele Marantelli, altro neodeputato. ?Fa male registrare che quando qualcuno di noi prova a cimentarsi con la questione settentrionale si trova esposto a facili etichettature, ma dovremmo avere l’umilt? di liberarci da alcune nostre spocchie aristocratiche?.
                Il collegio elettorale Lombardia 2, ad esempio. E’ la zona detta Pedemontana: Varese, Como, Bergamo, Brescia, Sondrio. Quasi 3 milioni di elettori. Alla Casa delle Libert? il 60 per cento, al centrosinistra il 40. Nel 2004, qui, un saldo attivo tra importazioni ed esportazioni di 10 miliardi di euro. La sola provincia di Varese ha un export da 7 miliardi, tanto quanto la Grecia. Ancora: L’Agusta, l’Aermacchi, due Universit?, il Centro Ricerche di Ispra, la multinazionale Whirpool, l’aereoporto di Malpensa, artigiani e piccola impresa. ?E noi dobbiamo porci il problema di rappresentarli politicamente?, dice Marantelli.
                  Questione settentrionale vuol dire non lasciare queste quattro regioni al centrodestra. I ds avevano tentato qualcosa nel 2000, inviando a Milano Pietro Folena con l’incarico di occuparsi della pratica. Ora Folena ? in Rifondazione e quell’incarico ? rimasto per aria. Pierluigi Bersani, responsabile economico ds, ? di Piacenza, ai confini del quadrilatero, e conosce benissimo la questione settentrionale, sa che se ne parla subito dopo il voto e poi chiss?. ?Per? mi sembra che con le ultime elezioni regionali sia iniziata un’altalena, ora dovremo sfruttare al meglio capacit? di linguaggio e le competenze dell’Ulivo?.
                    Letto dal centrosinistra il voto delle politiche dice che al Nord si starebbe aprendo una partita interessante, per la prima volta la Lega perde voti nella Pedemontana, la sua culla. E se non passa il referendum sulla Riforma Costituzionale finirebbe anche la ragione sociale dell’alleanza nella Casa delle Libert?. ?Noi, qui, siamo stati sempre molto attenti a quel che succede nella Lega -dice Ferrari-, ma ? dal ‘98 che non vedo pi? interesse per il Nord. E poi abbiamo come un handicap territoriale, siamo quelli di Craxi e poi Bossi e poi Berlusconi, un’area da mettere politicamente sotto tutela?.
                      Difficile stare all’opposizione a casa e al governo a Roma e grazie al premio di maggioranza. ?Non si pu? vincere se continui a perdere al Nord -insiste Ferrari- dobbiamo cominciare a capire questi “rozzi con la fabbrichetta e le loro paure”. Smetterla con il nostro atteggiamento di superiorit? che ci porta a sottovalutare l’impatto di temi come la sicurezza o l’immigrazione clandestina. Se falliamo questa volta non ci sar? appello, la diversa velocit? tra societ? e politica ci metter? nell’angolo?. Pessimista? ?No, ma spero che l’interesse per la questione settentrionale non finisca nella routine romana?.
                        Una Lobby o un Ulivo del Nord. ?Dovremo far contare il Sistema-Nord, che ? tra i pi? forti d’Europa. Non ci sono solo i Fiorani o gli speculatori in Borsa, c’? anche il Nord della piccola impresa diffusa, del vecchio operaio comunista che ? diventato artigiano?, dice Ferrari. E Marantelli: ?E’ un errore considerare la realt? produttiva della Pedemontana come un concentrato di chiusure ed egoismi buttandola in braccio alla destra. Un governo che vuole unire e rilanciare la crescita non pu? soffrire dell’ostilit? della parte pi? moderna del Paese?. Che ? poi, anche oggi, la vera questione settentrionale.

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