"EtMaintenant..." La carta segreta dell’orgoglio Ds
 |
luned? 8 maggio 2006
Pagina 4- Primo Piano
COME E’ NATA LA PROPOSTA DI NAPOLITANO UNA DECISIONE DI REALISMO POLITICO PRESA A QUATTR’OCCHI DA SEGRETARIO E PRESIDENTE
La carta segreta dell’orgoglio Ds
retroscena Amedeo La Mattina
ROMA Insistere su Massimo D’Alema per la presidenza della Repubblica sarebbe apparso come la volont? di andare allo scontro muro contro muro con la Cdl. Ma Piero Fassino ha fatto di tutto per scongiurare che ci? avvenisse, che la legislatura iniziasse con un vulnus proprio sul Quirinale, condividendo le preoccupazioni di Rutelli e Prodi. Cos?, il segretario dei Ds ha lavorato per evitare che l’Unione rimanesse ?impiccata? al nome del Lider Maximo, ha tenuto nascosta la carta di Napolitano, non ha spaccato il partito. Soprattutto non ha toccato la suscettibilit? del presidente del partito. E ieri agli alleati ha detto con orgoglio: ?Il nostro ? un sforzo di responsabilit? istituzionale, ma sia chiaro che si tratta di un nome non negoziabile. Se il centrodestra non accetta Napolitano perch? ? un ex Pci, allora significa che la loro ? una trattativa strumentale?.
A quel punto non ? detto che rimanga in piedi il nome di Napolitano e potrebbe tornare in pista D’Alema. Insomma, ragionano a via Nazionale, ?la partita non ? chiusa, stiamo a vedere: intanto la Cdl ? stanata e potrebbe anche spaccarsi; in questo caso solo una parte di essa potrebbe convergere sul nostro candidato?. L’importante, aggiungono i fassiniani, ? che tutto sia avvenuto con il consenso di D’Alema. E’ stato lui infatti a fare il bel gesto, a dire ?allora, Napolitano?. Un passo indietro e una mossa tattica per spiazzare la Cdl. Una decisione di realismo politico presa da D’Alema e Fassino in un incontro a quattr’occhi a via Nazionale dopo che tra i nomi fatti dalla Cdl (Amato, Dini, Marini e Monti) non c’era traccia di un esponente della Quercia. ?Non hanno riconosciuto il mio profilo istituzionale di ex presidente del Consiglio e della Bicamerale - ha detto D’Alema durante l’incontro - ma non possiamo accettare che il nostro partito sia considerato figlio di un Dio minore?.
L’orgoglio diessino ha portato a questa mossa quando a Palazzo Chigi Fini e Casini avevano tirato fuori la rosa dei nomi. Uscendo da questo incontro con gli esponenti dell’opposizione, Fassino era abbastanza irritato per quella che Vincenzo Visco ha definito ?una proposta provocatoria?. ?E’ tornato il fattore K??, si ? chiesto il segretario dei Ds. ?Con i “no” non si discute?, diceva il coordinatore della segretaria, Maurizio Migliavacca. Messa cos?, sembrava che i Ds feriti nell’onore avessero puntato i piedi e ribadito la candidatura al Colle del loro presidente. Ma che la situazione stava per cambiare, si cominciava a capire ascoltando le considerazioni che si facevano negli ambienti molto vicini a Fassino, alcune ore prima della scelta di puntare su Napolitano: ?Non ? detto che ci sia una sola cartuccia per il Quirinale?.
Era gi? un problema per i Ds che la Cdl avesse messo in campo il nome di Amato, del vicepresidente del Pse. Con Boselli che dice: noi non voteremo mai un candidato di sfondamento. La Quercia avrebbe dovuto assumersi la responsabilit? di chiedere a tutto il centrosinistra di blindare D’Alema e andare a uno scontro dall’esito imprevedibile. L’alternativa era quella di virare su un nome dal profilo istituzionale ma sempre espressione del partito. Lo snodo passava sempre per via Nazionale, perch? se D’Alema non avesse fatto un passo indietro ogni altro ipotesi sarebbe caduta. Era quello che temeva di pi? Fassino. Ma l’ex premier era ben consapevole delle preoccupazioni di Prodi e Rutelli di fronte ai mal di pancia di una parte della coalizione. Ma Fassino aspettava che fosse lo stesso D’Alema a prendere atto della situazione e mettere la sua firma sotto il nome di Napolitano.
Dentro la Quercia molti valutavano la possibilit? che lo stesso D’Alema decidesse di ritirare la sua candidatura e proporre un altro nome. ?Nell’Ulivo - spiegava nel pomeriggio Visco - quello di D’Alema era il nome che aveva i maggiori consensi. Dopo le mosse del centrodestra, bisogna vedere cosa accadr?. Erano quindi proprio gli stessi dalemiani a porsi il problema. Ma i dubbi pi? forti circolavano tra i fassiniani. Il ragionamento degli uomini del segretario era che occorreva fare lealmente ogni tentativo per far passare la candidatura D’Alema, ma se le difficolt? fossero diventate insormontabili, i Ds avrebbero proposto altre personalit?, a partire da Napolitano. Nei colloqui di questi ultimi giorni con i suoi collaboratori, Fassino avrebbe fatto presente tutte le difficolt? esistenti su D’Alema. ?Sono consapevole - avrebbe detto - che una carta di riserva la dobbiamo tenere in tasca, ma devo andare fino in fondo. Nessuno dovr? dirmi che non ho fatto tutto quello che era possibile fare?.
|
 |
Per offrire una migliore esperienza di navigazione questo sito utilizza cookie anche di terze parti.
Chiudendo questo banner o cliccando al di fuori di esso, esprimerai il consenso all'uso dei cookie.
Per saperne di più consulta la nostra Privacy e Cookie Policy