"EtMaintenant..." «L'unico intralcio? Se candidano Marini»
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gioved? 4 maggio 2006
Pagina 3 - Primo Piano
IL PRESIDENTE DEI DS PREPARA LA SUA PARTITA PIU’ AMBIZIOSA
?L'unico intralcio? Se candidano Marini?
retroscena FABIO MARTINI
ROMA Si ? fatta sera, sta per esaurirsi un 3 maggio molto promettente per il candidato presidente Massimo D’Alema e lui, prima di andare all’Olimpico a vedere la sua Roma contro l’Inter, scambia le ultime chiacchiere con i compagni pi? fidati: ?Mi sembra che la vicenda del Quirinale si sia messa bene, adesso c’? un unico intralcio che mi possono gettare tra le gambe: se qualcuno tira fuori Franco Marini...?. Nelle parole confidenziali di D’Alema c’? l’intuizione che per lui l’insidia pi? seria pu? venire dagli ex democristiani delle due sponde, che coalizzati potrebbero bloccare l’ascesa del primo ex comunista alla presidenza della Repubblica.
Ma D’Alema ? consapevole di star giocando al meglio la partita pi? ambiziosa della sua vita. Conosce bene la storia di tutte le scalate al Colle, sa che quasi sempre hanno vinto i candidati pi? prudenti, ma sa pure che ogni elezione ha una storia a s? e dunque lui ha deciso di giocarsela di forza. Ieri pomeriggio l’agenzia Ansa ha battuto la notizia della definitiva rinuncia di Ciampi alle 18,48 e appena 52 minuti dopo D’Alema era gi? in rete, con i suoi suggerimenti: ?Spetta al leader dell’Unione e ai suoi segretari proporre le candidature? per il Quirinale, ?avviando un dialogo? per una soluzione che ?abbia il massimo dei consensi?.
Per un candidato alla presidenza della Repubblica, procedura insolita quella di dichiarare a tambur battente e di esporsi in prima persona, ma D’Alema ha deciso di giocarsela cos?, a viso aperto. Tanto pi? che, con questo metodo, il presidente dei Ds si sta trascinando gli elettori pi? grandi dell’Unione. Romano Prodi, che dopo aver apprezzato con una dichiarazione platealmente tempestiva il ?non possumus? di Ciampi, ? tornato sulla questione con parole eloquenti: ?Ci confronteremo con l’opposizione come ? scritto nel nostro programma e come ha detto pochi minuti fa Massimo D’Alema...?. Certo, non ? indifferente il metodo col quale l’Unione arriver? a definire quelle che D’Alema e poi anche Prodi hanno definito ?le candidature?. Perch? un conto ? proporre una rosa alla Cdl, altro conto ? indicare un nome secco.
Nello staff di Prodi non c’? ancora un’idea precisa, si ripete che D’Alema ? obiettivamente in pole position e che comunque anche in una rosa c’? sempre ?un petalo pi? bello degli altri?. Prodi sa bene di trovarsi davanti a un bivio: metodo Ciampi, cio? proporre un nome bipartisan condiviso dalla minoranza; oppure metodo Marini, sguainare la sciabola e contare soltanto sulla propria maggioranza. Massimo D’Alema lo sa: ? vero che i grandi elettori dell’Unione sono 85 in pi? di quelli del centrodestra, ma il margine quasi si dimezza, quando l’asticella da superare ? quella della maggioranza assoluta dei votanti. Per questo motivo, nei contatti informali di ieri sera tra Prodi e gli altri big della maggioranza si ? convenuto che alla fine si proporr? un unico nome, D’Alema, in grado di raccogliere il massimo dei consensi, ma poi capace di contare sull’?autosufficienza in Parlamento?. In altre parole, se la destra vuol votare D’Alema, bene, altrimenti ce lo votiamo da soli.
Anche per questo motivo ?Baffino? ha gi? iniziato a dispiegare la rete dei suoi possibili consensi, dentro e fuori la maggioranza. Per esempio con la Lega. Ieri mattina, il ministro del Welfare Roberto Maroni, nel piccolo brindisi di addio, confidava: ?Io dico che D’Alema viene eletto al quarto scrutinio...?. Il presidente Ds sa di avere amici ma anche molti nemici dentro la maggioranza. Nella Margherita c’? un drappello di simpatizzanti storici (Rosi Bindi, ma anche il temuto Franco Marini) ma ieri sera, dopo aver letto l’entusiastica dichiarazione pro-D’Alema di Gianclaudio Bressa, il presidente Ds ha avuto la conferma che anche il neocapogruppo dell’Ulivo alla Camera Dario Franceschini ? con lui.
Il lavoro pi? profondo D’Alema lo aveva condotto nel corso degli anni. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, ieri si ? subito schierato a suo favore (facendo sapere che di Amato non vuol sentire parlare) e lo stesso atteggiamento trapela da Rifondazione comunista: Fausto Bertinotti lavorer? per D’Alema al Quirinale. Ma uno come l’ex segretario del Ppi, Pierluigi Castagnetti, che conosce per esperienza personale e diretta la storia di alcune elezioni al Quirinale, consiglia prudenza: ?Bene D’Alema ma l’8 maggio ? lontanissimo, ricordiamoci che le designazioni vincenti sono state indicate o un’ora prima, oppure si sono manifestate nel corso delle votazioni, con candidature diverse da quelle di entrata. Dunque, massimo aplomb?.
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