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mercoled? 19 aprile 2006
Pagina 8 - Primo Piano
LE ANALISI DEL RISULTATO ELETTORALE - I MALUMORI DEI ?NUOVI IMMIGRATI?
?Il Professore ? venuto da noi Berlusconi ? andato da Bush?
Gli italiani in Usa spiegano la loro preferenza per l’Unione
inchiesta Maurizio Molinari
corrispondente da NEW YORK Imprenditori, studenti universitari, produttori di film, avvocati e broker a Wall Street: l'ultima generazione di italiani sbarcati a New York ha fra i 25 e 40 anni, risiede in prevalenza a Manhattan, grazie a Internet vive in diretta le vicende di Montecitorio e in occasione delle ultime elezioni ha fatto sentire la propria voce, pesando sul risultato.
?Chi ? arrivato negli ultimi dieci anni si sente pi? partecipe della vita politica italiana rispetto agli immigrati di prima generazione - spiega Elena Perrazzini, 37 anni, di Cattolica, proprietaria del ristorante Mosto nell'East Village -, perch? noi conosciamo Prodi e Berlusconi mentre chi sta qui da trenta anni o pi? al massimo si ricorda di Craxi?. Il Mosto ? uno dei locali dove dal 2002 si riuniscono ?Quelli di Serafina?, un gruppo di trentenni e quarantenni nato spontaneamente, che si vanta di non essere politico ma dove la politica ? di casa: la prima attivit? fu una serata con Giovanni Sartori, a cui poi ne sono seguite negli ultimi quattro anni con Marco Pannella, Romano Prodi, Piero Luigi Vigna, Emma Bonino, Piero Fassino, Massimo Teodori, Roberto Zaccaria e Lucia Annunziata. Fra ?Quelli di Serafina? le idee politiche sono molto differenziate: vanno dal pugliese Gianluca Galletto, broker a Wall Street e coordinatore della campagna elettorale dell'Unione, al milanese Davide Sattin, master in Relazioni Internazionali alla Columbia University ed elettore di Forza Italia. L'assenza di etichette di parte, la comune volont? di parlare di Italia ma soprattutto di ritrovarsi per passare la serata in locali di Downtown ? un cemento molto forte.
?Un po' tutti abbiamo opinioni politiche molto pronunciate, chi ? di destra o di sinistra lo dice apertamente - spiga Riccardo Costa, bolognese di 29 anni e titolare di una casa di produzione di videomusicali dopo aver mosso i primi passi con Spike Lee - ma quello che ci accomuna ? di essere arrivati in America da pochi anni, di essere molto impegnati nelle professioni o nello studio e di vivere l'Italia come se fossimo l? a differenza degli immigrati di vecchia generazione, che non escono da Brooklyn o dal Bronx come se fossero dei veri e propri ghetti?. Non ? un caso che il modello di associazione di ?Quelli di Serafina? - il cui nome si deve al fatto che la prima riunione si svolse in una sala dell'omonima pizzeria su Lafayette Street - si ritrova nella pi? recente ?Global Urbs? ovvero gli ?Italian Professionals in Usa?, il cui sito Internet serve per organizzare tornei di tennis, feste di Natale ed anche un dopo-lavoro ogni primo mercoled? del mese in locali come il Fashion Forty sulla 40? Strada dove ci si incontra, si beve e quando capita si parla anche di politica. ?La differenza fra noi e gli americani - sottolinea la Perrazzini - ? che a loro non piace parlare di politica mentre noi, a fine serata, tendiamo naturalmente a discuterne?.
Come dire, la passione per i fatti di Montecitorio c'? e la cornice di associazioni spontanee aiuta a parlarne in libert?. E' dall'interno di questa Italia newyorkese che si ? generato in occasione delle elezioni un ?voto che ? stato in parte significativa voto d'opinione?, come spiega Galletto - tra i fondatori di ?Quelli di Serafina? - snocciolando alcune cifre: dei 32 mila voti raccolti dall'Unione a New York ben 12 mila sono stati di lista, senza indicazione di preferenze, cos? come un partito come Forza Italia, privo di un tradizionale radicamento sul territorio, ha preso ben il 30 per cento dei voti, pi? di ogni altro. ?Questo significa che tanto a sinistra che a destra non si ? votato sulla base di nomi e conoscenze, secondo vecchie logiche legate all'immigrazione di primo periodo - aggiunge Galletto - ma per esprimere una propria idea del Paese, proprio come avviene in Italia?. Forse si spiegano anche cos? i pochi voti raccolti dalla lista elettorale che si richiamava al senatore di Alleanza Nazionale Mirko Tremaglia e puntava invece su una massiccia mobilitazione dei ?Circoli Tricolore? che non c'? stata. Davide Sattin d? una spiegazione articolata della sconfitta del centrodestra nel collegio del Nordamerica - dove l'Unione ha rovesciato i pronostici vincendo un senatore ed un deputato mentre la Casa delle Libert? si ? dovuta accontentare di un solo deputato - sottolineando due motivi convergenti: ?Da un lato ? stato commesso l'errore di presentare molte liste divise mentre il centrosinistra ha concentrato i voti sull'Unione, dall'altro se Prodi ? venuto a New York a parlare con ?Quelli di Serafina? Berlusconi invece durante l'ultima sosta a Washington non ha pensato di organizzare niente di simile, preferendo dedicarsi solo a Casa Bianca ed alla cena di gala sulla portaerei Intrepid a New York?.
Anche la legge voluta da Tremaglia ? oggetto di critiche da parte dei giovani del centrodestra che Sattin riassume cos?: ?New York ? piena di giovani manager di centrodestra ma non possono votare perch? ? obbligatoria un'iscrizione all'Aire che loro non possono fare in quanto restano solo per periodi brevi, poi si spostano a Londra o Francoforte?. Come dire, il centrodestra ha sottovalutato l'esistenza di un elettorato di giovani emigrati in tutto e per tutto simili ai connazionali in patria anche perch? Internet, telefoni e biglietti aerei pi? accessibili rispetto a venti anni fa consentono di avere contatti costanti, comunicazioni continue. Questo non significa tuttavia che la vecchia emigrazione sia scomparsa. ?Se volete trovare l'esempio vivente dell'esatto opposto di Quelli di Serafina o di Global Urbs - suggerisce Riccardo Costa - andate a vedere chi ? Renato Turano?. Stiamo parlando del presidente della Turano Baking Co., leader dei panificatori del Nord America ed eletto senatore con undicimila preferenze nelle liste dell'Unione dopo aver tradito simpatie per il centrodestra. ?Prima aveva detto di essere di Forza Italia, poi ? andato con la Margherita ed ora che ? in arrivo a Palazzo Madama ha gi? fatto sapere di essere contrario ai Pacs?, lamenta il giovane produttore cinematografico, che ha votato per il centrosinistra. In effetti neanche 48 ore dopo l'elezione Turano ha dichiarato al ?Corriere Canadese? che si considera ?un moderato?, preannunciando che su alcuni temi sar? ?trasversale? e collaborer? ?con l'onorevole di Forza Italia Sal Ferrigno? a cominciare dal fatto che ?tengo a tal punto al valore della famiglia? che ?se si votasse sui Pacs sarei contro?. Anche le preferenze che hanno premiato Turano sembrano tutt'altra cosa rispetto ai laureati della Columbia University o ai manager di aziende come Ferrero o Lavazza: il sessantenne calabrese di Chicago rappresenta con il suo successo l'emancipazione della vecchia emigrazione dalla povert? e molti dei voti che ha raccolto provengono da una base elettorale legata agli oriundi della regione di nascita, una base elettorale rivelatasi formidabile.
Candidati di questo tipo lasciano tuttavia perplessi elettori come Gianluigi Esposito, avvocato bolognese di 39 anni, perch? ?rappresentano il mondo di chi va in Italia solo una volta ogni cinque anni e non noi, che in Italia siamo nati e ci andiamo molto frequentemente durante l'anno?. La differenza fra ?gli italo-americani che ricordano un Paese che non c'? pi? e quelli come noi - conclude Esposito - ? che loro votano per preferenza, scelgono un personaggio locale a cui sono legati, noi invece votiamo per lista, indicando il partito a cui ci sentiamo pi? vicini?.
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