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"EtMaintenant..." I «partiti» di Giuliano e Massimo

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    gioved? 4 maggio 2006
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      PERSONAGGI A CONFRONTO I DUE VOLTI DIVERSI DI UNA STESSA SINISTRA
        I ?partiti? di Giuliano e Massimo
          Le grandi istituzioni europee con Amato. Un gruppo di fedelissimi dietro D’Alema

          retroscena
          ANTONELLA RAMPINO
            ROMA
            Massimo D’Alema e Giuliano Amato si conoscono bene. Coabitano alla Fondazione ItalianiEuropei, che infatti ha un vertice a due teste, coabitano nell’Internazionale socialista (dove per? il Dottor Sottile ? vicepresidente), e insieme moltissimi anni fa, agli albori della Seconda Repubblica, immaginarono la Cosa che non c’?, un partito unico, socialista, riformista e liberale: cominciarono a parlarne in un luogo che si prestava alle ?vision?, il palazzo di Fao Schwarz a Manhattan. Un negozio di giocattoli. Insomma sono due volti di una stessa sinistra. Ma sono due volti molto diversi, e cos? pure dunque i rispettivi ?partiti? che li sostengono verso il Quirinale.
              Il D’Alema-set, come direbbero gli inglesi, ? a cerchi concentrici: nel cuore i fedelissimi, tutti politici di prima fila, come Livia Turco, Anna Finocchiaro, Gavino Angius, Nicola La Torre, Marco Minniti, Gianni Cuperlo, tra gli altri. Poi ci sono i sostenitori come Reichlin, Napolitano, Ruffolo, Umberto Ranieri (e qui ricomincia la coabitazione con Amato: si tratta di amici comuni). Via via, i centri di potere e le semplici simpatie. Quella di Amato ? una galassia complessa e variabile, nella quale s’incrociano mondi dalla distanza siderale. Per fare solo un esempio, Don Vincenzo Paglia, il vescovo fondatore della Comunit? di Sant’Egidio, e dall’altra parte dell’universo Condoleeza Rice e la National Security Agency, dove Giuliano Amato ? stato solo un paio di settimane fa.
                Nel cuore del partito amatiano c’? la famiglia: la moglie Diana, che nel 2000 gli ?imped? di andare al vertice del Fondo Monetario Internazionale (dove lo volevano Bill Clinton e l’allora ?ministro del Tesoro? Larry Summers), e la figlia Elisa, e fu osservando la sua vita difficile di donna in carriera, madre di due gemelli, che matur? l’idea che di un Presidente della Repubblica donna. Carlo Azeglio Ciampi, che poi assurse al Colle, non se adont?: ? oggi il capofila del partito degli amatiani. Esattamente come Amato, per?, non muove voti. Perch? Amato, esattamente come Prodi, non ha un partito vero e proprio. Ma tra i suoi supporter c’? Gianfranco Fini, e dunque An: Amato lo sdogan?, riconoscendogli ascendenze che risalgono a Bobbio. Altri schierati in prima fila, Emma Bonino, i radicali e i socialisti.
                  Massimo D’Alema, com’? noto, un partito-partito ce l’ha, e forse anche una coalizione intera. Ieri Amato era alla Camera, e si sono subito sparse voci: che sia andato da Bertinotti, che in fondo ? un vecchio socialista libertario? Poi: per il l?der Maximo sono gi? schierati, nell’ordine, ?L’Unit?, ?Il Foglio?, anche ?Il Riformista? (non il suo fondatore ex-direttore: Polito oggi ? un amatiano). Per Giuliano Amato pende invece il ?Corriere della Sera?. A ?Repubblica? i rapporti personali del fondatore e del direttore sono di lunga data con entrambi. Quelli di Scalfari con D’Alema a corrente alternata, se cos? si pu? semplificare.
                    Ancora pi? complesse, come sempre, le relazioni con i poteri forti. Quelli di Amato sono estesi, e a geometria variabile: ma conosce personalmente praticamente tutti. D’Alema ? l’uomo che per primo port? un uomo di finanza, Claudio Costamagna, ex Goldman Sachs, a un congresso dei diesse (quello di Roma in cui pass? la segreteria a Veltroni), e a sua volta, quando arriv? a Palazzo Chigi, ebbe il ?via libera? tramite intervista su ?Repubblica? da Marco Tronchetti Provera. E poi: Carlo De Benedetti, Guido Rossi (riappacificazione questo gennaio, casa Rossi a Milano). Naturalmente Vincenzo De Bustis di Deutsche Bank Italia, Unipol, tutto il mondo cooperativo. Pietro Modiano del San Paolo, che ? pure marito di Barbara Pollastrini. Di Amato risulta un rapporto abbastanza stretto con Gino Merolla, medio dirigente del Montepaschi.
                      Le vere differenze - ed ? appena il caso di notare che si tratta di due personalit? entrambe candidate alla Farnesina (ma Amato ha gi? rifiutato l’opzione) - sono nel partito estero. Lula, l’Autorit? palestinese, le dirigenze cinesi per Massimo D’Alema, che ha preferenze e appoggi da non-allineato di vecchia scuola, oltre ai rapporti con i democratici americani e i laburisti inglesi. All’opposto Amato, che crede e coltiva le leadership, anche e soprattutto quelle giovani. Esempio, le rituali ?lecture? dai New Democrat di Bill Clinton. In Europa, dov’? personalit? di primo piano, rapporti stretti con tutti i leader, ? noto che Kohl e Mitterrand nel ‘94 lo candidarono alla Commissione europea, e Berlusconi non lo sostenne. Lavoro di rete, con istituzioni come la Brooking, l’Aspen (pure americano) o il blairiano Policy Network: ma qui si ricomincia con la coabitazione con D’Alema.
                        Oltretevere, Amato ascolta monsignor Attilio Nicora, il ministro delle Finanze, e il cardinal Martini, ?Civilt? Cattolica? gli ha appena tributato un omaggio. D’Alema non dispiace ai teo-con, ha rapporti organici con il Papa, con il cardinal Silvestrini, ? guardato con simpatia dai ciellini. Ma in trepidazione davvero, naturalmente ci sono i salotti. Sandra Verusio, Elisa Olivetti, Monse Manzella per chi parteggeranno?

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