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"EtMaintenant..." D'Alema, sorrisi per nascondere ira e amarezza

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    marted? 9 maggio 2006

    Pagina 7 - Primo Piano


    D'Alema, sorrisi per
    nascondere ira e amarezza


    Amedeo La Mattina
      ROMA
      ?Non fate confusione, non fatevi riconoscere: gli uomini a destra, le donne a sinistra?. Massimo D’Alema ha voglia di scherzare, dirige il traffico dei grandi elettori dell’Unione che a centinaia si accalcano per entrare nella Sala della Lupa. Non ? pi? lui il candidato del centrosinistra alla presidenza della Repubblica e ne ? fortemente amareggiato. ?Avete perso un’occasione di fare veramente politica, non per colpa vostra ma dei vostri capi, diciamo...?, aveva detto con distacco tecnico qualche minuto prima ad alcuni deputati della Cdl al centro dell’aula di Montecitorio. E a pranzo con i presidenti della Toscana, Umbria e Liguria (Errani, Lorenzetti e Burlando) a un certo punto ha tagliato corto: ?Anche qualche nostro alleato ha fatto il furbo, ma ? meglio che parliamo d’altro...?.
        Ma il Lider Maximo ? un professionista della politica, non tradisce emozioni in pubblico. ?Tranquilli, Napolitano ? entrato cardinale e uscir? Papa?. Napolitano candidato di copertura e D’Alema in agguato? Lui fa spallucce e stringe un foglietto di carta piegato a origami: ?Coloro che la pensano cos?, sono persone che hanno una scarsa esperienza politica: faranno una brutta figura?. Pochi passi in Transatlantico, una nuvola di giornalisti si muove con lui, altre domande sulle intenzioni della Cdl. ?Ci hanno chiesto una personalit? che avesse un profilo istituzionale e abbiamo proposto Napolitano. Ora il centrodestra sia di fronte alla prova della seriet?.
          Tutti intorno a lui
          Stira sorrisi D’Alema, si offre alla conversazione un po’ con tutti, nei capannelli dei big della politica e dei peones, ? perfino gentile con le ?iene dattilografe?. Con tutto il corpo si atteggia non come uno sconfitto prima nella corsa alla presidenza della Camera e poi a quella del Quirinale. Anzi, spiega il diessino Peppino Caldarola in un corridoio di Montecitorio, ?da questa vicenda ne esce con un capitale politico accresciuto, come colui che ha anteposto i propri disegni personali a quelli della coalizione?. Anche il neo vicepresidente della Camera, Pierluigi Castagnetti, seduto in divanetto ne parla come di un nuovo Aldo Moro che ?non ? mai andato al Quirinale tuttavia era un uomo forte della politica italiana?. Ecco, questa ? la tesi di chi ieri sosteneva che D’Alema ne esce rafforzato, quasi fosse il king maker del nuovo capo dello Stato, avendo fatto un passo indietro (per senso di responsabilit? istituzionale, ovviamente) e posato lo spadone sulla spalla di Napolitano. Per lui poi si spalancherebbero le porte del governo come vicepremier-capodelegazione Ds e super-ministro degli Esteri. Fassino? Corre voce che non entrer? nel governo. E in futuro, sussurrano alcuni deputati tifosi di D’Alema, nessuno potr? dire al capo della Farnesina che non potr? correre in prima persona per Palazzo Chigi, nonostante al Colle ci sia un altro diessino: per cui moderino le speranze i Rutelli, i Veltroni e lo stesso Fassino.
            ?Forza Massimo?
            Ma a guardare la faccia scure di altri dalemiani e ascoltando le loro parole, non sembra che il loro leader ne sia uscito proprio bene da tutta la vicenda. ?Pajetta diceva che non siamo noi a capire la situazione, ma ? la situazione a non capire noi?, sorride amaro Gavino Angius nel patio della Camera. A pochi metri di distanza Pasquale Laurito, autore della dalemiana ?Velina rossa? per il momento sospesa (?per non danneggiare Massimo?, dice lui), urla contro i ?gremlins? della Margherita che avrebbero affossato la candidatura del presidente dei Ds: ?Questo governo deve durare poco, fa la Finanziaria e poi a casa?. Tuttavia D’Alema ha cercato di calmare i bollenti spiriti. Anche alla riunione mattutina della segretaria Ds ha stoppato chi come Livia Turco continuava a sostenere che ?se la Cdl non vota Napolitano, allora Massimo deve tornare in pista?: ?E questi amici a giorni alterni della Margherita, dovranno votarlo con le buone o con le cattive, altrimenti qui salta tutto?. D’Alema ha subito gettato acqua sul fuoco. L’ex premier, racconta chi era presente alla riunione, ha rimproverato i suoi fedelissimi. ?Qui non stiamo giocando a nascondino. Abbiamo messo in campo un leader storico del nostro partito e non lo facciamo per pura tattica in attesa che io sbuchi da dietro la porta?. Certo, ha aggiunto D’Alema, ?qualcuno nella Cdl ha fatto il furbo e anche qualche nostro alleato ha fatto il furbo, dicendo che il candidato al Quirinale lo sceglievamo noi, tranne poi cominciare con i distinguo mentre noi abbiamo votato come un solo uomo Marini al Senato: Ma adesso bisogna guardare avanti e portare Giorgio al Quirinale?.
              La riunione finisce, D’Alema si incammina a piedi da via nazionale verso Montecitorio con Latorre. All’incrocio con il Quirinale, Latorre gli consiglia sorridendo: ?Non passiamo di qua, altrimenti chiss? cosa scrivono?. Il presidente Ds tace. Poi si imbatte in un gruppo di turisti. ?Forza Massimo!?, gli gridano. Gli chiedono un autografo. ?Io non ho votato per lei - dice una signora - ma vorrei che lei fosse il Presidente di tutti?. E lui rivolto ai cronisti: ?Vedete, questa signora non ha votato per il centrosinistra...?, eppure...

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