28/4/2006 ore: 11:48

"EtMaintenant..." Belzebù: torna in auge il soprannome

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    venerd? 28 aprile 2006

    Pagina 9 - Primo Piano

    L’INTRAMONTABILE - LE ORECCHIE, LA GOBBA: I GIORNALI DI SINISTRA LE SOTTOLINEANO DI NUOVO, QUINDI...
      Belzeb?, se torna in auge persino il soprannome
        La freddura: ?Non so se vincer?, ci? che conta ? la salute?

        personaggio
        Mattia Feltri

        ROMA
        La fase dell’ossequio ? gi? finita, come era dimostrato alla pagina tre del ?Manifesto? di ieri, dove ? stata pubblicata una foto vecchio stile: di spalle. Le spalle - un po’ alte e un po’ curve - erano quelle di Giulio Andreotti, ritratto da dietro come quando era il nemico del popolo e la preoccupazione di un terzo abbondante del paese era racchiusa in una domanda angosciosa: ?Moriremo democristiani??. L’onore della perfetta retro-riconoscibilit? era stata concessa, nell’et? post-andreottiana, soltanto a Silvio Berlusconi, specialmente quando l’inquadratura posteriore testimoniava la debacle tricologica del premier.

        Le orecchie
        Ora riecco le celebri orecchie e la celebre frangetta nucale del vegliardo della Repubblica candidato alla presidenza del Senato. Siccome non ? la trovata arteriosclerotica di un simpatico ottantasettenne, il tempo concesso allo stupore deferente ? gi? finito. L’altro quotidiano comunista, il rifondarolo ?Liberazione?, ieri in prima pagina ha messo l’istantanea di profilo. Ma quello che contava era il titolo: ?Craxi lo chiamava Belzeb?. Soprannome classico, per Andreotti, ma in disuso ormai dai giorni delle assoluzioni. Conclusa la vicenda processuale, Andreotti sembrava infatti approdato alla terza delle et? pensate da Alberto Arbasino per gli scrittori: ?Brillante promessa, solito stronzo, venerato maestro?. Pu? essere che il pi? felice di risentirsi ?solito stronzo? sia proprio Andreotti, gi? al rilancio con le freddure: ?Se vinco non lo so, ci? che conta ? la salute?.

        Il pressing
        Mercoled?, del resto, ha ricevuto Francesco Rutelli nello studio privato di piazza San Lorenzo in Lucina. Ha ascoltato le sue preghiere di farsi da parte, le ha respinte. E ieri non soltanto ?Liberazione?, ma pure il ?Corriere della Sera? ha fatto ricorso al infernale nomignolo: ?Effetto-Belzeb? era nel titolo dell’analisi politica in cui Massimo Franco riconosceva che ?cinismo e fama luciferina sono attributi scontati e un po’ logori?. Ma buonissimi per il retroscena sottostante, nel quale si accreditava un Andreotti in forma diabolica: ?Voi portatemi i voti della Lega, al resto ci penso io?. E ci si immagina quelli della Casa delle Libert?, ammirati e in soggezione come i ?Soliti ignoti? davanti Tot?-Dante Cruciani che gli insegna a scassinare la cassaforte.

        Dunque torna Belzeb?, e torna anche ?Divo Giulio? in tutti gli articoli dove, anche soltanto per abbondanza di materiale, il ricorso al sinonimo ? indispensabile. Non capitava da un bel po’, eh? Ecco, allora, l’altissima corrispondenza, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ringiovanisce anche lui, ritrova i toni melliflui di una vita, inserisce Andreotti nell’inarrivabile poker del cattolicesimo politico insieme con don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi e Aldo Moro; e lo fa per pregare l’amico di ritirarsi dalla battaglia in cui sarebbe stato strumentalmente schierato dal centrodestra. Lo pensa anche Emanuele Macaluso. E qui la questione si fa seria. Partono, se non i colpi bassi, i pezzi d’artiglieria. Eccola strafinita la fase dell’ossequio. ?Non puoi furbescamente presentarti come servitore delle istituzioni in difficolt?, scrive Macaluso sul ?Riformista?, ritenendo che mai Andreotti potrebbe trascurare il dettaglio che ? Silvio Berlusconi il massimo provocatore di difficolt?. Ma non ? tutto. Tornano i sospetti. ?Penso che il documento di accusa fosse sbagliato ma avesse una coerenza?, continua Macaluso accennando alle inchieste della procura palermitana ai tempi di Gian Carlo Caselli. E poi ?quadro politico inquinato... precise responsabilit? politiche... convinzione che con la mafia bisognava convivere...?.

        I critici
        Certo, non ? la pavloviana estasi d’archivio di Marco Travaglio, che conosciute la ambizioni andreottiane ha ritirato fuori la sentenza secondo cui fino a certo punto, coperto dalla prescrizione, lo zio Giulio mafi?, e da quel punto in poi non mafi? pi?. Non ? nemmeno l’annotazione da verbale di Antonio Di Pietro: ?Il senatore a vita Andreotti, come riportato nella sentenza della Corte di appello di Palermo del 2 maggio 2003 ? stato ritenuto coinvolto...?. Non ? neanche la straziata e inelegante (inelegante per ironica ammissione dell’autore) denuncia di Nando Dalla Chiesa, che sull’Unit? di ieri ha messo in relazione l’antica leadership di Andreotti con l’omicidio di Piersanti Mattarella, con il caso Sindona-Ambrosoli, con le tragedie di mafia per cui lo Stato italiano ha celebrato l’autoassoluzione. Macaluso non ? questo, ? molto di pi?.
          L’avversario di nuovo forte
          E’ la botta forte e inattesa contro l’avversario di nuovo e inaspettatamente forte. Come ha scritto Nantas Salvalaggio in un elogio delizioso e sulfureo, Andreotti ? come il doge Enrico Dandolo, che a oltre novant’anni condusse una crociata e conquist? Costantinopoli. In fondo Belzeb? ? pi? giovane, e gli basta Palazzo Madama.

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