"DiarioSindacale" Fiom-Cgil: il nostro Iraq è a Torino
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Luned? 26 giugno 2006
Pagina 6 - Economia
Diario sindacale a cura di Enrico Marro - emarro@corriere.it
Fiom-Cgil: il nostro Iraq ? a Torino
?Abbiamo quadri bravissimi a discutere della guerra in Iraq ma meno bravi a leggere le buste paga?. Forse ? questa la chiave per capire la sconfitta della Fiom-Cgil alla Fiat. Gioved? la Fiom riunir? la direzione. Formalmente per preparare l’assemblea nazionale del 7 luglio sulla politica contrattuale. Ma ? chiaro che entrambi gli appuntamenti saranno l’occasione anche per fare quella riflessione sulla sconfitta nelle elezioni delle Rsu alla Fiat (23,6% alle Carrozzerie e 20,1% alle Presse), sollecitata dal leader della Cgil Gugliemo Epifani e la cui necessit? ? stata riconosciuta dallo stesso segretario generale Gianni Rinaldini . Per ora il capo della Fiom, con un’intervista all’Unit? , ha cercato di bloccare le critiche rinviando appunto a una successiva discussione le considerazioni di merito. Un’uscita che per? non ha convinto chi nella Cgil e nella stessa Fiom ? intenzionato a chiedere conto a Rinaldini del calo di consensi (il ministro del Lavoro, Cesare Damiano , ex Fiom, ha ricordato impietosamente che in quindici anni i voti si sono dimezzati).
Dice il segretario confederale della Cgil Achille Passoni : ?Stiamo aspettando la valutazione che la Fiom e il suo segretario faranno dei risultati delle elezioni alla Fiat. Poi ? chiaro che anche la Cgil dir? la sua?. In vista della direzione di gioved?, esce intanto allo scoperto Fausto Durante , l’unico esponente della segreteria Fiom a rappresentare la linea di Epifani e della segreteria Cgil, che tra i metalmeccanici ? in minoranza rispetto a quella radicale rappresentata da Rinaldini e Giorgio Cremaschi . L’analisi di Durante ha il merito di un linguaggio chiaro, senza formule in sindacalese. ?Non sono sorpreso del risultato negativo ottenuto dalla Fiom a Mirafiori che, per la verit?, arriva dopo altri insuccessi collezionati nei mesi scorsi. Sono la conseguenza di un giudizio negativo che i lavoratori danno della linea che la Fiom ha tenuto in questi ultimi anni?. Una linea che Durante definisce ?antagonista, intransigente, massimalista?. La Fiom, continua, ?ha prospettato l’assalto al cielo, l’egualitarismo degli aumenti salariali, il no assoluto alla flessibilit?, ma poi che cosa ha portato a casa? Un contratto che contiene aumenti parametrati per livelli e la concessione alle aziende delle 64 ore di flessiblit?. ? inevitabile che i lavoratori avvertano che non c’? sintonia tra le impegnative promesse e i risultati contrattuali?.
Ma la riflessione sul calo della Fiom, aggiunge Durante, deve abbracciare anche la percezione che questo sindacato offre di s?: ?Si ? insistito troppo su temi quali i rapporti col movimento no global, l’opposizione alla Tav, la pace nel mondo mentre via via la Fiom ha smarrito la sua natura di sindacato industriale?. Con una conseguenza inevitabile: ?La Fiom ? sempre pi? riconoscibile su questioni politiche pi? che sul core business sindacale. Abbiamo quadri bravissimi a discutere della guerra in Iraq ma meno bravi a leggere le buste paga. Credo che questo venga percepito dai lavoratori, che alla fine ci vedono pi? come un partito che come un sindacato?. E qui Durante riserva una stoccata a Cremaschi, militante di Rifondazione comunista. ?Le sue posizioni radicali hanno favorito una identificazione tra la Fiom e Rifondazione che ha offuscato il pluralismo e questo pu? aver alienato le simpatie dei lavoratori?.
Durante, che in questi anni avrebbe voluto un sostegno maggiore da parte della Cgil, vede con soddisfazione che ora anche Epifani chiede che si discuta la linea di Rinaldini. ?Penso che sia arrivato il momento di una correzione, perch? questa linea non si ? dimostrata vincente, n? sul piano contrattuale n? sul piano elettorale?. Ora c’? da sperare che la coraggiosa uscita di Durante, che si definisce ?un riformista, non un moderato?, sia accolta, anche nella Fiom, con l’attenzione che merita.
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