"Diario sindacale" La Rete fa la festa (alla Cgil?)
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CORRIERECONOMIA di Lunedì 3 settebre 2007
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Diario sindacale a cura di Enrico Marro emarro@rcs.it
La Rete di Cremaschi fa la festa (alla Cgil?)
Partito democratico, momento della verità per Epifani. Manageritalia contro l'accordo del 23 luglio
La Rete 28 aprile è una minoranza che raggruppa i massimalisti della Cgil guidati da Giorgio Cremaschi, che certamente non ha la forza per dettare la linea della confederazione guidata da GuglielmoEpifani. Ma certo che a leggere il programma e la lista degli invitati alla prima festa della Rete ci si domanda se questa componente non è più giusto che stia con i Cobas anziché con la Cgil. Da giovedì a domenica, a Sala Baganza, alle porte di Parma si terranno convegni e seminari sui seguenti temi: «Cuba e la sua partecipazione alla rivoluzione socio-economica dell'America latina» dove parteciperà il segretario dell'Associazione di amicizia Italia-Cuba, Sergio Marinoni. «Pace guerra e governo», con la partecipazione, tra gli altri, del no global Nunzio D'Erme e del leader storico dei Cobas Piero Bernocchi, quello, per capirci, dello striscione «Damiano amico dei padroni, vattene», nella manifestazione del 5 novembre scorso a Roma. «Dopo il disastro sulle pensioni: che fare?», con il leader della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, il capo dell'alltra componente di sinistra della Cgil (quella un po' più moderata «Lavoro e soicietà»), Nicola Nicolosi, Dino Greco, ex leader della Camera del lavoro di Brescia, e claudio Stacchini, della Cgil di Torino. Domenica la chiusura sul tema: «La lotta d'autunno contro il nuovo 23 luglio», cioè l'accordo fra governo e sindacati su pensioni e welfare. Cremaschi chiederà un congresso straordinario della Cgil, cosa già adombrata da Rinaldini, e annuncerà che nel referendum tra i lavoratori sull'intesa del 23 luglio «noi ci batteremo per il no». Un'affermazione in contrasto con la richiesta di Epifani di attenersi allo statuto della confederazione che obbliga tutti i dirigenti ad attenersi alla linea della maggioranza.
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Anche per Guglielmo Epifani arriverà il momento della verità. Finora il leader della Cgil non ha scoperto le carte e non ha detto con chi sta rispetto al progetto di Partito democratico. Ma l'appuntamento con le scelte si avvicina. Se Epifani, finora iscritto ai ds, dovesse partecipare al voto per le primarie del Pd, il 14 ottobre, manifesterebbe in questo modo l'adesione alla nuova formazione. Se non dovesse partecipare, come probabile, potrebbe restare senza tessera. Quella di Sinistra democratica, già disponibile, non l'ha presa. Quella del Pd potrebbe non prenderla. Epifani, già iscritto al Psi e poi ai Ds, diventerebbe così il primo segretario nella storia della Cgil non iscritto a un partito.
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Manageritalia, il sindacato che associa 32 mila dirigenti d'azienda del terziario, si prepara a contrastare, anche facendo lobbing in Parlamento, l'accordo del 23 luglio sottoscritto da governo e sindacati, che prevede un taglio a carico delle cosiddette pensioni d'oro per concorrere al finanziamento della modifica dello «scalone Maroni». Il presidente di manageritalia, Claudio Pasini, ha scritto una lettera al presidente del consiglio, Romano Prodi sottolineando che per migliorare la condizione di «130 mila pensionati d'anzianità» che sarebbero stati bloccati dallo scalone si colpiscono 200 mila pensionati che prendono più di 3.500 euro al mese e che per questo saranno esclusi dall'adeguamento automatico all'inflazione per il 2008. La somma persa il prossimo anno, sottolinea il sindacato, non verrà più recuperata e questo significa che in dieci anni una pensione che oggi è di importo pari a 3.500 euro perderà tra 8.600 e 8.800 euro, a seconda del tasso d'inflazione media annua. La perdita sale per importi superiori: quasi 12 mila euro in 10 anni per chi prende 5 mila euro al mese, 14 mila per chi ne prende 6 mila. Non a caso l'accordo del 23 luglio prevede che da questa misura sulle pensioni d'oro debbano arrivare in 10 anni 1,4 miliardi di risparmi.
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