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"Deviati" Visco e l’ombra del sospetto sull’«Armata delle tenebre»

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    venerd? 27 ottobre 2006

    Pagina 2 - Primo Piano

    TENSIONE - ALLE FINANZE PESSIMI RAPPORTI TRA IL VICEMINISTRO E GLI ATTUALI VERTICI DELLA GDF

    Visco e l’ombra del sospetto
    sull’?Armata delle tenebre?
      Nell’inchiesta milanese 11 uomini delle Fiamme Gialle
        Roberto Giovannini

        ROMA
        ?E dire che mi accusavano di voler mettere in piedi un sistema di controlli da Grande Fratello...? Cos?, ieri mattina, il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco commentava con i suoi collaboratori una vicenda che ha dell’incredibile: il fatto che l’attuale capo del governo Romano Prodi e la sua famiglia abbia subito 128 controlli fiscali ?profondi? nel giro di pochi mesi. Controlli non autorizzati, naturalmente, ma effettuati all’interno della banca dati dell’Anagrafe tributaria con quelli che fonti bene informate sul dossier definiscono ?numerosi e coordinati accessi, concentrati in momenti topici?. Roba fatta bene, da gente competente, spiegano alle Finanze: non iniziative sporadiche di ?guardoni fiscali? interessati a curiosare nel patrimonio di un politico antipatico, di un calciatore o di una attrice. Roba la cui traccia - si lascia intendere - porta dritta dritta a quelle Fiamme Gialle che (al momento) annoverano 11 indagati dall’inchiesta della magistratura milanese. Quella Guardia di Finanza che (un po’ scherzando, un po’ no) viene ormai definita nelle stanze del ministero guidato dall’esponente dei Ds quasi una ?Armata delle Tenebre?.

        La vicenda prende il via tra l’autunno del 2005 e la primavera del 2006. L’allora candidato premier del centrosinistra scopre che molti giornali dispongono di informazioni dettagliatissime sulla sua situazione patrimoniale, della moglie e dei figli. Informazioni che hanno tutta l’aria di provenire dal Fisco. Quest’estate, cos?, al ministero guidato da Padoa-Schioppa viene attivata una apposita indagine interna per trovare eventuali anomalie. Bastano pochi sapienti colpi di mouse perch? vengano alla luce una ?montagna di anomalie?: ben 128 controlli effettuati su Romano Prodi e i suoi. Quasi un record, se si pensa che un sospetto evasore fiscale di norma ne subisce al massimo uno o due. Controlli che ovviamente non erano stati sollecitati o richiesti secondo le vie consuete e le procedure previste dalla legge. ? da questo rapporto che prende il via l’inchiesta della magistratura.

        Il paradosso di questa vicenda ? che degli ?intrusi? che hanno voluto ficcare il naso nella vita di Prodi si sa tutto, proprio tutto. Chi erano; quando si sono inseriti nella banca dati; a che terminale erano seduti in quel momento. Certo: perch? in questa strana storia non ci sono misteriosi hacker in grado di violare le protezioni dell’Anagrafe Tributaria. Qui tutti gli accessi sono stati effettuati ?regolarmente?, con tanto di validissima password rilasciata a persone ben precise fornite di regolari abilitazioni alla consultazione della banca dati.

        Al ministero delle Finanze, all’Agenzia delle Entrate e alla Sogei (la societ? pubblica che gestisce l’Anagrafe fiscale) le bocche sono cucite, ma qualcosa trapela, ed ? un qualcosa che preoccupa. Primo, molti dei controlli sono stati effettuati da persone ?competenti o molto competenti?, capaci di sfruttare le tantissime informazioni disponibili, di sapersi muovere in materie complicate. Secondo, in molti casi sono stati esaminati dati ?profondi?, accessibili solo a personale dotato di autorizzazioni di sicurezza di alto livello. In altre parole, ci sar? stato pure qualche impiegato ?guardone?, ma costui avr? potuto solo dare uno sguardo fugace all’imponibile del premier, peraltro per legge depositato in Parlamento e reso noto a tutti. Per arrivare fino in fondo, per sapere il nome del notaio che ha seguito la donazione 2003 di Romano Prodi e Flavia Franzoni bisognava essere dei pesci grossi. Dell’amministrazione fiscale, o della Gdf.

        ? per questa via che si arriva fino all’ombra del sospetto che lambisce la Guardia di Finanza. Sar? la magistratura a fare luce. Ma nei corridoi del Palazzo delle Finanze - dove c’? chi il rapporto interno sui ?ficcanaso? informatici se l’? letto - in molti collegano questo ?spionaggio fiscale? ad altri episodi che avevano chiamato in causa esponenti delle Fiamme Gialle impegnati in attivit? poco chiare, molto spesso rivolte contro politici del centrosinistra. E non ? un segreto per nessuno che i rapporti tra il viceministro Visco e gli attuali vertici della Gdf - il comandante generale Roberto Speciale e il capo di stato maggiore Emilio Spaziante, il primo nominato da Giulio Tremonti, il secondo da Domenico Siniscalco - siano pessimi. Chiss? se l’?Armata delle Tenebre? riuscir? ad allontanare da s? questo inquietante sospetto.

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