29/4/2005 ore: 11:58

"Costo del lavoro (2)" ... ma le risorse vanno spese bene

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    venerdì 29 aprile 2005
      COMMENTI E INCHIESTE - pagina 10

      costo del lavoro / 2
        ... ma le risorse vanno spese bene
          Si può intervenire sul costo del lavoro in tanti modi diversi. Proposte esistono già e vi è solo l'imbarazzo della scelta. Non sarebbe male guardare anche a quello che fanno gli altri Paesi, come la Francia che sta rilanciando, con grandi annunci, la politica a favore dell'
          "interessamento", cioè a favore della contrattazione aziendale sui premi salariali legati alla performance d'impresa: l'idea è di " interessare" i lavoratori al successo economico delle loro aziende.

          Anche da noi è stata introdotta, circa cinque anni fa, una misura fiscale tendente a esonerare i cosiddetti premi di produttività dal pagamento degli oneri sociali. L'uso che se ne è fatto è stato peraltro modesto e, in parte, questo è dipeso dal fatto che con la de contribuzione i lavoratori rischiano, con il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo, di vedere ridimensionate le future prestazioni previdenziali e di pagare domani quello che non pagano oggi.

          Lo Stato quindi deve metterci delle risorse se vuole che la contrattazione aziendale del salario variabile diventi attraente, sia per le imprese che per i lavoratori. È il caso di dire che « nessun pasto è gratis » . Non si può pensare di ridurre il costo del lavoro e incentivare comportamenti virtuosi di lavoratori e imprese, senza metterci risorse, e risorse vere.

          Ha una sua validità anche l'idea di esonerare dal pagamento degli oneri sociali gli aumenti salariali derivanti dai futuri rinnovi contrattuali.
          Considerando le enormi distanze esistenti fra le piattaforme sindacali e le controproposte delle associazioni imprenditoriali, una misura di questo tipo potrebbe facilitare gli accordi e la pace sociale. Attenzione però a non far ricadere il costo della pace sociale sulle spalle dei contribuenti.
            I sindacati possono avere tante ragioni per rimpinguare buste paga esangui, erose anche dal fiscal drag, ma ciò non toglie che le loro piattaforme debbano innanzitutto tener conto delle compatibilità economiche generali. E le piattaforme dei dipendenti pubblici e dei metalmeccanici non sembrano ancora su questa linea.

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