7/4/2005 ore: 11:14
"Conti pubblici" «I problemi? Crescita e una tantum» (1)
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Il ministro: un debito così alto si deve ridurre nei tempi più rapidi possibili. "Qualche abuso su Scip 2" «Il deficit non è fuori controllo I problemi? Crescita e una tantum» Siniscalco: il patrimonio è enorme, va valorizzato o venduto ROBERTO PETRINI «Il debito si riduce con la crescita del Pil e generando avanzo primario», ha aggiunto il ministro dell´Economia. «Nessun paese che ha ridotto tanto il proprio debito pubblico - ha aggiunto il ministro - lo ha fatto alienando o dismettendo, ma crescendo e generando avanzi primari. Quella è la strada da seguire». Siniscalco infatti è prudente sulla vendita del patrimonio pubblico. «Non si vende tutto quello che si può», ha detto, «ma solo quello che non risponde ai tre criteri di «efficienza finanziaria, sostenibilità per le generazioni future ed equità». Dismettere il patrimonio immobiliare è tuttavia una delle strade per «ridurre il debito a ritmi rapidi e più che si puo». Un imperativo categorico, questo, secondo il ministro, per rispettare il quale «la strada primaria» resta comunque la crescita del Pil. Si profila intanto una vera e propria corsa ad ostacoli per Via Venti Settembre sul fronte dell´economia che partirà con l´esame parlamentare del disegno di legge sulla competitività, cui potrebbero agganciarsi gli emendamenti della maggioranza, seguirà con il Dpef e culminerà nella Finanziaria elettorale 2006. Nel mezzo i contratti pubblici, la terza tranche della riduzione delle tasse per 12,5 miliardi annunciata da Berlusconi e le richieste per Mezzogiorno e lavoro di An e Udc uscite penalizzate dalle elezioni. Siniscalco ieri ha aperto un caso sulla vendita degli immobili pubblici. «Lo dico senza mezzi termini - ha osservato - ci sono stati casi di abuso e se c´è abuso questa è una ragione in più per vendere». «Spesso, chi vive nei palazzi di pregio - ha sottolineato - ha fatto di tutto per non pagare nemmeno quel prezzo che era stato fissato a livelli decisamente convenienti». Siniscalco ha ricordato che al ritardo di Scip2 ha contribuito una pluralità di fattori: dalla modifica del prezzo, «socialmente giustificata, finanziariamente no», alla questione del «pregio». |