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venerd? 8 settembre 2006
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CONTI PUBBLICI. ?TPS DOVR? TENERNE CONTO?
Di Ettore Colombo
?Pi? entrate riducono la manovra? E' la tesi della Cgil (e della sinistra)
Le maggiori entrate tributarie ?corrono di pi? (nel senso che crescono di pi?), rispetto all'aumento del Pil. Ne consegue, da maggiori entrate, la riduzione del fabbisogno, e dunque del debito pubblico. Certo, per ridurre il debito pubblico bisogna che si generi un avanzo primario, il quale generi - a sua volta - la riduzione del debito. E il nostro debito pubblico non scherza per niente, dato che ammonta al 108% del Pil. Ma resta il punto: tra aumento del Pil e aumento delle entrate si ? generato - peraltro non solo in Italia ma anche in altri Paesi europei (Germania innanzitutto, ma anche Olanda) - un ?rapporto virtuoso?. Il cui risultato ? il miglioramento dei conti pubblici e che, ove ve ne fosse la ?chiara? volont? politica, potrebbe tradursi in aumento degli investimenti. O in riduzione di aliquote. O, ancora, in aumento dei trasferimenti.
La discussione - che sa tanto di accademia della Crusca, sezione economia politica - investe e appassiona, invece, personalit? che ai conti pubblici dello Stato sovraintendono o che ad essi sono, per comprensibili ragioni, molto interessati. Leader dei principali sindacati in testa. Lo stesso segretario della Cgil Guglielmo Epifani ne avrebbe parlato direttamente al ministro dell'Economia Padoa-Schioppa e al sottosegretario Nicola Sartor.
Il punto, facendo un po' di sana politica, per?, ? se tale fenomeno, e cio? le maggiori entrate tributarie registrate nel secondo trimestre 2006, contribuendo in modo diretto a un andamento pi? alto della crescita possono prefigurare, di conseguenza, la possibilit? concreta di rendere l'attuale manovra economica ?pi? leggera? rispetto a quanto prevede il Dpef. Peraltro, che i conti pubblici vanno meglio (molto, meglio) lo dicono anche le notoriamente arcigne istituzioni europee e internazionali, visto che la crescita del Pil ? stata ormai fissata all'1,7%.
La domanda resta una, dunque: il dato delle maggiori e pi? benefiche entrate corrisponde a un dato solo congiunturale o, anche, strutturale? Sul punto, gli economisti si dividono. Tito Boeri - animatore della voce.info e di schietta scuola liberal, interpellato sul punto dal Riformista, parla di ?fenomeno puramente congiunturale. Il gettito (5 miliardi in pi?) ? pi? alto di quanto preventivato, ? vero, e il fatto ? importante e positivo, dopo tanti anni in cui avveniva il contrario. Ma da un lato si tratta di fenomeni, appunto, congiunturali, una tantum, e dunque non ci si pu? fare affidamento pi? di tanto. Dall'altro, proprio quando le cose vanno meglio, ? il momento di fare uno sforzo in pi?: ce lo chiede l'Europa, ma noi stessi dobbiamo puntare a stabilizzare i nostri conti. E, soprattutto, bloccare la crescita della spesa pubblica, che registra nuovi record negativi?.
Ma se Boeri vorrebbe non solo tanti tagli (e tanta severit?) ?in pi? ma critica persino la - gi? decisa, proprio da TPS - “lievitazione”, verso il basso, della manovra da 35 a 30 miliardi, la sinistra radicale, di governo e di pensiero (economico), la vede all'esatto opposto. E spinge per farla scendere ancora, questa benedetta manovra. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Alfonso Gianni non ha dubbi: ?L'aumento delle entrate incide sul Pil, certo, e dunque si possono fare meno tagli, limitando la cifra delle spese e aumentando quella delle entrate. Investendo pi? risorse sulla crescita e dando sostegno ai redditi da lavoro e da pensioni?. Pensioni che, s'intende, per Gianni e il Prc (ma anche per il Pdci di Diliberto, che ieri ha risposto duramente alle richieste di rigore di Fassino) ?devono stare fuori e non dentro, la Finanziaria? (secondo il ministro Damiano, che ha parlato ieri, saranno ad essa ?collegate?). L'economista (e deputato) del Prc Andrea Ricci replica direttamente a Boeri: ?Nel 2007 la crescita del Pil sar? di gran lunga superiore all'1,2 stimato nel Dpef, forse anche l'1.5, ed ? gi? all'1.7. Alzando la stima, possiamo ben ridurre l'entit? della manovra, che pu? a scendere a 27, se non a 25, miliardi?. E in casa Cgil, cosa dicono? Per il responsabile economico di corso d'Italia, Beniamino Lapadula, stante il fatto che servirebbe ?un vero “metodo Gordon Brown”, sul bilancio pubblico, per capire le reali disponibilit? di cassa, l'effetto Visco ? garantito e va quantificato al massimo, dentro questa manovra economica e poi nel corso dell'anno, riducendo soprattutto i tagli o comunque riconsiderandone la portata?. Il presidente dell'Ires-Cgil Agostino Megale ribadisce quella che per lui ? una vera fissa: ?In una situazione in cui il Pil va a gonfie vele e la ripresa mondiale ? gi? al 5% del Pil, pi? che un tira e molla sulle cifre della Finanziaria bisogna puntare a sostenere la crescita e ai redditi. Di chi denuncia quanto deve, non di chi evade il fisco?. Certo ? che se la discussione (accademica) ? aperta, il governo non potr? non tenerne conto, della ripresa e delle maggiori entrate, nel definire i numeri della Finanziaria. Che poi sia merito di Visco o di “congiunture”, ? essa s? materia da economisti.
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