"Conti" Padoa-Schioppa mette in pista la riforma Irpef
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marted? 19 settembre 2006
Pagina 17 - Economia e Finanza
IN BILICO IL ?SECONDO MODULO? DI BERLUSCONI
Padoa-Schioppa mette in pista la riforma Irpef
retroscena
ROMA Cosa pu? fare un povero ministro dell’Economia alle prese con una maggioranza riottosa, sindacati turbolenti, sospettosi operatori finanziari e una manovra da 30 miliardi da realizzare entro fine mese? Potrebbe cercare di mettere le mani sui 6 miliardi e mezzo di euro del secondo modulo della riforma Irpef della Casa delle Libert?, varata a Natale 2004 da Domenico Siniscalco. Il ministro dell’Economia ci sta pensando seriamente, anche a costo di sfidare le resistenze di parte della maggioranza. Del resto, nel pacchetto di richieste formulate da Cgil-Cisl-Uil per accettare la manovra (e la riforma delle pensioni) c’? proprio il ?riuso? del secondo modulo della riforma della Cdl.
Una riforma, quella del 2004, che premi? tra le polemiche soprattutto i redditi pi? elevati, ridisegnando il sistema fiscale in modo da assegnare al 20% pi? danaroso del popolo dei contribuenti circa il 50% dello sconto fiscale. Il ?secondo modulo? cos? fortemente voluto da Silvio Berlusconi, nonostante le forti perplessit? di Siniscalco, non serv? a far vincere al Cavaliere le elezioni. Ma ora, che occorrono tanti ma tanti soldi per far quadrare i conti e centrare gli obiettivi di finanza pubblica concordati nel 2005 da Giulio Tremonti e il commissario Joaquin Almunia, quei 6,5 miliardi di euro potrebbero diventare una manna caduta dal cielo. O una polpetta politicamente avvelenatissima, in grado di sconquassare l’Unione.
Sulla carta, la questione non sembra poi cos? complicata: mezzo centrosinistra (l’ala pi? radicale, ma anche tanti diessini) e il sindacato da tempo chiedono di cancellare il ?secondo modulo? della riforma della Cdl. Non c’? dubbio che il compito di Tommaso Padoa-Schioppa sarebbe decisamente facilitato se fosse possibile utilizzare integralmente o quasi i 6,5 miliardi di gettito ?sicuro? che deriverebbero dall’abolizione del ?secondo modulo?: un quarto della manovra trovato senza colpo ferire. Quanto basta per varare una versione ?pesante? della riduzione del cuneo fiscale; o per finanziare un massiccio piano di investimenti in infrastrutture. Ovviamente, ?cancellare? il secondo modulo equivarrebbe ad aumentare il prelievo fiscale su quella fascia di contribuenti, a suo tempo premiata dal centrodestra.
Il guaio ? che in tanti, a cominciare dal viceministro dell’Economia Vincenzo Visco o dal vicepremier e leader della Margherita Francesco Rutelli, per ragioni non identiche suggeriscono cautela. Rutelli ha gi? lanciato pi? di un segnale di insofferenza nei confronti di una politica economica che potrebbe avere connotati di ?classe?, in particolare a spese dei ceti medio-alti. Non c’? dubbio che sommando agli effetti di molte norme del pacchetto Bersani la nuova, pi? gravosa, tassazione delle rendite finanziarie e l’abolizione del secondo modulo Irpef, pi? di qualche elettore della Margherita potrebbe arrabbiarsi. Specie se - come vogliono i sindacati - l’operazione si traducesse in una complessiva riforma di scaglioni, aliquote e detrazioni Irpef con un’ampia redistribuzione del carico fiscale dai contribuenti pi? ricchi a quelli pi? poveri. Stesse perplessit? da Visco. Da qualche settimana - grazie ai dati che testimoniano dello stabile e importante aumento delle entrate tributarie - ministri e dirigenti politici si sono messi a chiedere proprio al responsabile delle Finanze di togliere all’Unione le castagne dal fuoco evocando dal nulla fiumi impetuosi di gettito fiscale. Proprio ieri sono usciti i dati sui primi sette mesi del 2006: incassati 24,2 miliardi in pi?, con un aumento percentuale del 12,6% rispetto allo stesso periodo del 2005. Con una crescita contenuta dell’Irpef (+6,8%), un ?botto? per il prelievo sulle imprese (+23,9%) e sulle rendite finanziarie (+36,9%), e un vero e proprio boom per il gettito derivante dai controlli (+98%). La pressione su Visco ? pesante, e il viceministro diessino intende resistere, per spingere i suoi colleghi di spesa a tagliare e razionalizzare per evitare che la manovra da 30 miliardi sia troppo squilibrata sul versante delle entrate. ?Troppo comodo - ricorda ai suoi Visco, con qualche amarezza - scaricare tutto su di me, e poi dipingermi come un orribile Dracula assetato di tasse?. Tutto si chiarir? nei prossimi, decisivi, giorni. [r.g.]
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