25/5/2006 ore: 10:39
"Conti" L’Ue: imbrigliate il deficit
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Pagina 4 - Primo Piano CONTI PUBBLICI - PRIMO FACCIA A FACCIA CON L’EUROPA. BRUXELLES AVVERTE CHE LA MANOVRA 2006 ? INSUFFICIENTE PER RISPETTARE GLI IMPEGNI EUROPEI. L’EVOLUZIONE VA MONITORATA ROMA Il negoziato vero, tra Italia e Commissione europea, si far? nella seconda met? di luglio, dopo il Dpef. Nella cena di lavoro che il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa gli ha offerto, il commissario europeo agli Affari monetari Joaqu?n Almunia non ha potuto che invitare l’Italia a rispettare i patti, ovvero a far rientrare il deficit pubblico entro il limite del 3% l’anno prossimo. Ma ha anche notato che, dalle cifre gi? disponibili, risulta che la manovra del governo precedente non era in grado di rispettare gli impegni. Almunia ? arrivato a Roma nel mezzo di una polemica politica esaltata dal voto amministrativo di domenica. Pierferdinando Casini accusa il centro-sinistra di voler ?tassare il ceto medio?, Francesco Rutelli ripete ?niente nuove tasse?. Il segretario ds Piero Fassino accusa: ?In questi anni Tremonti ha truccato le cifre?. Il leader di An Gianfranco Fini ribatte che ?non si pu? definire disastro un rapporto tra deficit e prodotto lordo concordato in sede europea?. Ma ? appunto un documento che Almunia ha portato con s? da Bruxelles, uscito luned? dalla direzione comunitaria a cui sovrintende, a rilevare una trasgressione in corso. Il governo Berlusconi si era impegnato a ridurre nel 2006 il ?deficit strutturale? nella misura di 0,8 punti percentuali di prodotto lordo. Secondo le analisi trapelate ieri da Bruxelles, che si basano sul rapporto economico di primavera pubblicato l’8 maggio, ?il miglioramento strutturale nel 2006 ? significativamente inferiore agli sforzi raccomandati?. Tanto pi? il rispetto dell’accordo europeo sar? a rischio, se la verifica avviata dal nuovo governo riveler?, come pare, un andamento dei conti ancora peggiore (deficit 2006 al 4,3-4,5% del prodotto lordo) rispetto alle previsioni di Bruxelles (deficit al 4,1%). Dunque ?nei prossimi mesi sar? necessario uno stretto monitoraggio per decidere se pu? essere necessario il passaggio a una fase successiva della procedura? per deficit eccessivo contro l’Italia, sta scritto nel documento europeo. Per la Germania, il passaggio alla fase successiva non ? stato una sciagura; lo potrebbe essere per l’Italia, a rischio di una degradazione sui mercati finanziari nei giudizi delle agenzie di rating sul debito. A questo punto ? essenziale che il governo Prodi imposti con il Documento di programmazione (Dpef) un serio programma di riduzione strutturale delle spese; solo in questo caso l’atteggiamento della Commissione europea diventerebbe pi? elastico. Alla crisi del 1992 l’Italia ? giunta proprio perch? negli anni precedenti si trovava in disavanzo primario. L’avanzo primario, nota Padoa-Schioppa, ripristinato dalle maxi-manovre tra ‘92 e ‘97 si ? poi sempre pi? ridotto; al termine dei cinque anni di governo del centro-destra la verifica in corso sui conti pubblici probabilmente lo riveler? ridotto a zero. Tra l’altro Padoa-Schioppa, come membro del consiglio Bce, aveva condiviso i ripetuti inviti che la Banca centrale ha rivolto alla Commissione europea, perch? facesse rispettare agli Stati membri le regole sul deficit con il massimo rigore. |