«Congelare per tre anni l’articolo 18», sfiorata la rissa in Senato

SOMMERSO / Emendamento della maggioranza scatena la reazione dell’opposizione. Poi il ministro Giovanardi boccia l’ipotesi
«Congelare per tre anni l’articolo 18», sfiorata la rissa in Senato
ROMA - Il governo cerca, con difficoltà, una strada per rilanciare il dialogo sociale. Il ministro del Welfare Roberto Maroni chiederà, in via preliminare, «un impegno comune» contro il terrorismo. Come riferisce il sottosegretario Maurizio Sacconi «si tratta di coinvolgere i sindacati e gli imprenditori in un’azione di "intelligence sociale", di individuare le piccole nicchie di estremismo che possono annidarsi in certi uffici o nelle fabbriche politicizzate». Ma il fronte comune contro il terrorismo non sembra condizionare le rispettive scelte. Cgil, Cisl e Uil confermano il «no» alle modifiche sulle procedure dei licenziamenti (articolo 18 dello Statuto). Dall’altra parte il governo non intende procedere allo «stralcio» di quelle norme dalla delega. «Non potremo mai fare una marcia indietro», dice il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano, «sarebbe interpretata come una vittoria del terrorismo». Maroni, dunque, riproporrà un’agenda che comprende la riforma degli ammortizzatori sociali (dalla cassa integrazione ai sussidi di disoccupazione) e un nuovo Statuto dei lavori (tutele per le attività precarie). Ieri, intanto, al Senato c’è stato un pasticcio tra maggioranza ed esecutivo. Il senatore di An, Roberto Salerno, ha presentato un emendamento al decreto legge sulla proroga del sommerso e dello scudo fiscale. In sostanza Salerno propone un congelamento per tre anni dell’articolo 18 a favore delle imprese che, mettendo in regola uno o più dipendenti, superano la soglia dei 15 addetti, oltre la quale scattano le tutele previste dallo Statuto. L’iniziativa di Salerno ha scatenato la protesta dell’opposizione. Il capogruppo dei ds, Gavino Angius, ha parlato di «provocazione inaccettabile», aggiungendo: «Mentre il governo afferma di voler il dialogo, la sua maggioranza preme l’acceleratore». Per qualche ora la confusione in Senato è stata totale: sembrava che l’emendamento Salerno fosse appoggiato anche dal governo. In serata, però, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, sconfessava la nuova norma: «L’ipotesi è interessante. Ma in questo particolare momento e intervenendo su un decreto legge in materia fiscale, non può che avere il parere contrario del governo che, pertanto, ne chiede il ritiro».
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G. Sar.
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