25/5/2007 ore: 11:41
"Confindustria" Palazzo in subbuglio per Il fattore «M»
Contenuti associati
Pagina 5 - Primo piano IL RETROSCENA Sembra passato un secolo da allora, quando l'ex presidente della Commissione europea dettava legge nell'Ulivo. Ora invece Ds e Margherita sembrano intenzionati a eleggere il capo del Partito democratico gi? in autunno, quasi a voler rinforzare l'attracco in vista di una tempesta. La Quercia in versione dalemiana ha fatto sapere ai Dl che punter? sulla Finocchiaro, e gli alleati auspicano si candidi anche Fassino, in attesa di proporre un proprio nome. La situazione ? tesa nel Pd, al punto che l'altro ieri Prodi voleva lasciare dopo un quarto d'ora la riunione che ha battezzato i ?quarantacinque? del Comitato. Dinanzi al tira e molla sui nomi, il premier si ? alzato di scatto: ?Me ne vado?. ?Come te ne vai, Romano. L? fuori ci sono i giornalisti...?, gli hanno fatto notare tutti. ?Non m'interessa. Vado all'Istat?. ? dovuto intervenire Parisi per fermarlo. E quando a conclusione dell'incontro Prodi ha letto il documento finale, Franceschini ha esclamato gioioso: ?Il Partito ? fondato?. D'Alema, che stava leggendo Le Monde, ha sollevato lo sguardo dal quotidiano, e da dietro gli occhiali ha chiosato: ?Affondato, vorrai dire?. C'? un nesso tra le traversie del Pd e la relazione di Montezemolo all'assemblea di Confindustria, perch? il ?fattore M? ha finito per dividere i maggiorenti della nuova forza. Da una parte Prodi e D'Alema, che ha invitato il capo degli imprenditori a ?guardare in casa propria?; dall'altra Fassino e Veltroni, secondo cui ?il messaggio va ascoltato, anche se avrei aggiunto un ragionamento sui problemi sociali?. Tra il sindaco di Roma e il capo degli imprenditori ? ormai evidente lo stretto legame. E siccome i due pi? volte si sono parlati negli ultimi giorni, Veltroni ha titolo per poter dire che ?quello di Montezemolo non ? un manifesto politico?. Sar? un caso, ma anche l'ingegner De Benedetti ? dello stesso avviso. Perci? ha un qualche fondamento la tesi di Rotondi, dc di stretta osservanza berlusconiana: ?Montezemolo appartiene alla scuola Fiat, dov'? tradizione non entrare direttamente in politica, ma condizionarla. E lui punta a essere una sorta di azionista di riferimento?. L'accelerazione sulla leadership del Pd, ? un tentativo evidente di tagliare la strada al primo cittadino della Capitale. Quanto a Montezemolo, nel Palazzo sono in molti a pensare che voglia scendere in campo, cos? il ?fattore M? finisce per agitare i due schieramenti, diventando - a seconda delle convenienze - punto di riferimento o strumento di polemica interna. Giordano, che certo non pu? essere accusato d'intendenza con il capo degli imprenditori, osserva severo il processo di desertificazione nel Palazzo: ?Non ? debole la politica — accusa il segretario del Prc — sono deboli i politici, questa classe dirigente. E l'offensiva di Montezemolo trova permeabile il Pd. Se Fassino definisce la relazione del presidente di Confindustria una frustata positiva, mi viene da dire che siamo arrivati al masochismo?. Anche nel centrodestra si intravvedono schermaglie, ma il voto amministrativo induce a evitare lo scontro aperto. Chi mira a disarcionare il Cavaliere vuol vedere quale sar? il risultato di Forza Italia, prima di rilanciare l'attacco. Perch? se il partito azzurro avr? successo, Berlusconi potr? ribadire che ?non ? in atto una crisi di sistema ma solo la crisi del centrosinistra?. Cos? la pensa anche Fini, che ieri si mostrava ?contento? per le contumelie lanciategli contro da D'Alema: ?Il nervosismo del vice premier fa ben sperare. Lui sente che il governo ? stretto in una tenaglia dal Paese: da una parte il mondo cattolico, quello presente al Family day, che ieri ha ricevuto il pubblico sostegno del Papa; dall'altra parte il mondo degli imprenditori, che ha capito quanto sia stato disastroso Prodi. E in pi? D'Alema sente stringersi al collo un nodo scorsoio. Mi riferisco al referendum?. |