24/10/2006 ore: 11:34

"Confindustria" Le due battaglie di Montezemolo

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    marted? 24 ottobre 2006

    Pagina 3 - Economia
      il retroscena
        Scontri con l'ala estrema del governo e con gli "arrabbiati" di Confindustria: "Ma abbiamo un risultato..."
          "Un?intesa contro i massimalisti"
          le due battaglie di Montezemolo
            Messa in pratica la lezione di Agnelli: ottenere qualcosa per gli associati


            ROBERTO MANIA

            ROMA - ?Certo, lo so bene, che siamo la categoria che ha ottenuto di pi? da questa Finanziaria. ? un dato oggettivo. Ma ? bene tenere presente che lo sviluppo dipende da noi, dalle imprese?. Luca Cordero di Montezemolo ha chiuso la partita pi? difficile da quando ? presidente della Confindustria. Ha firmato il suo primo accordo con il governo e i sindacati; e ha messo in pratica quello che considera l?insegnamento dell?Avvocato Agnelli: ?L?importante - gli diceva - ? portare a casa un risultato per gli associati?. Montezemolo ? convinto di essere riuscito a farlo, per i piccoli e anche per i pi? grandi che ancora esistono tra gli industriali italiani. E - dice - anche per i giovani. Nel suo paniere, poi, ci sono gi? i tre punti in meno di costo del lavoro. Ossigeno per le imprese che vorranno rilanciarsi; solo una specie di "svalutazione competitiva" per chi guarda ancora, con nostalgia, al secolo scorso.

            Cos?, uscendo da Palazzo Chigi riguarda con i suoi pi? stretti collaboratori allo "strano caso del Tfr". Cominciato quel mattino nel quale il ministro dell?Economia, Tommaso Padoa-Schioppa gli preannuncia ?una notizia - disse proprio cos? - che non avrebbe gradito?: l?uso del trattamento di fine rapporto per finanziare le opere infrastrutturali, attraverso un fondo istituito presso l?Inps. Un attacco diretto al finanziamento delle piccole imprese italiane. Per le quali quella ?forma primitiva di finanziamento? (per dirla con il ministro Padoa-Schioppa), alternativa al credito bancario e a tassi pi? bassi, rappresenta un po? quello che fu per il sindacato la scala mobile: un totem intoccabile, un simbolo, una certezza da non abbandonare. Per ora Montezemolo l?ha, pi? o meno, salvato. Per l?85 per cento dei suoi associati non cambier? nulla. E nelle Finanziaria arriveranno le compensazioni finanziarie per gli altri. Senza le quali Montezemolo non avrebbe potuto firmare. Solo ieri mattina, infatti, si ? davvero sbloccata la situazione.

            Ma la battaglia c?? stata, eccome. Montezemolo l?ha combattuta su due fronti: quello con il governo e quello all?interno della Confindustria. Probabilmente ? nel secondo che ha trovato i nemici pi? ostici: gli arrabbiati del lombardo-veneto che rimpiangono i tempi del Cavaliere. Quelli per i quali l?accordo non si doveva fare, soprattutto con questo governo con tanto di comunisti. Come - pi? o meno - avevano sostenuto ieri mattina nella riunione straordinaria del Direttivo il damatiano Guidalberto Guidi e il past president dell?Assolombarda Michele Perini. ?I no-Tav della Confindustria?, come li ha ribattezzati un importante esponente degli industriali settentrionali. O i soliti "berluschini", come dicevano ieri nei palazzi del governo. Dove, per?, non si nascondeva l?apprezzamento per il ruolo di mediatore del vice di Confindustria, Alberto Bombassei, bergamasco, uomo cerniera tra il vertice e i ribelli concentrati soprattutto dalle parti dell?Assolombarda.

            Montezemolo - dietro le quinte - ? stato accusato anche di aver offerto troppo il fianco a una minoranza rumorosa, che pi? si avvicinava la manifestazione della Casa delle libert? a Vicenza, pi? si agitava. Montezemolo si ? quasi spersonalizzando, ha cambiato linguaggio, e anche argomenti. ?Forse - diceva un altro membro del Direttivo - siamo andati un po? fuori tema?. Per esempio a Prato dove il leader della Confindustria, davanti ad una platea di piccoli imprenditori, ? arrivato a parlare di ?polpetta avvelenata? a proposito del ?prelievo forzoso? del Tfr. Troppo, anche perch? l?ipotesi di accordo era stata raggiunta solo qualche giorno prima. E Prodi, con Padoa-Schioppa, avevano dato la loro parola sulle compensazioni.

            I toni sono apparsi esagerati anche nella lettera inviata a Frascati, al seminario dei riformisti della Margherita. L? Montezemolo parlava di Finanziaria ?classista?. ?E non era vero - ripeteva ancora ieri sera con i suoi -, bastava leggere bene: c?era scritto "riemergono vecchie locuzioni classiste". Pensavo al manifesto di Rifondazione secondo cui ora dovrebbero piangere i ricchi?. Ma in molti in quella lettera hanno intravisto anche la sagoma di un altro governo, con un?altra maggioranza, senza ?massimalismi? e con un cuore riformista. ?Anche qui - ? la tesi del presidente degli industriali - c?? stata un?interpretazione sbagliata. Noi facciamo un altro mestiere e abbiamo bisogno di un governo che faccia le riforme, mettendo al centro le imprese, lo sviluppo, la crescita. E questo con le ipoteche degli estremisti mi pare molto difficile?. Prosegue Montezemolo: ?Ci hanno tutti attaccato, mi hanno accusato di essere ingeneroso. Poi hanno detto tutti le nostre cose: l?agenda di D?Alema ? la mia. E poi le agenzie di rating, il governatore Draghi, Fassino, Rutelli...?. Gi? il vicepremier, offeso dall?attacco di Frascati, ha mandato a dire a Montezemolo di pensare ai monopolisti di casa sua. ?Veramente - si sfogava ieri sera con i suoi dopo la firma del protocollo - sfido chiunque a dimostrare che ci sia mai stata una Confindustria cos? strategicamente concentrata sui valori della concorrenza e contraria alle richieste di protezione. Questa ? la verit?. Il problema, semmai, ? del regolatore?. Del governo, insomma. O ancora di Montezemolo? S? perch? ieri nella Sala Verde di Palazzo Chigi stava andando a sedersi al posto di Prodi. L?ha fermato Enrico Letta: ?No Luca, non ancora...Forse l?anno prossimo...?.

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