3/5/2006 ore: 10:37
"Commenti" Lo strano vocabolario dei nostri politici (S.Bartezzaghi)
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Pagina 22 - Commenti Operai e padroni: sar? anche un caso ma ? come se dalle credenze della politica siano state estratte antiche chicchere, inutilizzate da decenni, fuori moda e forse polverose, in cui servire il rosolio. Oggi i padroni si chiamano datori di lavoro, capitani d?impresa, top manager, grandi azionisti, capi, boss o megaboss; gli operai si chiamano dipendenti o manodopera, gli impiegati sono collaboratori, quadri, staff (indimenticabile neologismo della stessa Letizia Moratti, quando cinque anni fa si stava insediando al ministero della Pubblica Istruzione e sceglieva i collaboratori: ?Non ho ancora visto i dossier, per ora sto staffando?). Le segretarie sono assistenti, i precari sono lavoro flessibile, gli apprendisti sono stagisti, il lavoro stesso si chiama attivit?, collaborazione, sforzo comune. Nebulose di eufemismi, a volte anglicizzanti, sempre fuorvianti, circondano la realt? pura e semplice: il lavoro non ? liberato, e non lo sar?. I lavoratori percepiscono salari e stipendi in contropartita della loro prestazione d?opera alle aziende. Le aziende sono governate in linea gerarchica, l?area di garanzia ? ristretta al lavoro dipendente ma l?assunzione non ? pi? lo sbocco naturale dopo lo studio e l?apprendistato. Questo ? il dato di fatto, il resto ? fondotinta lessicale. Ci? che vi ? di pi? curioso nella vicenda dei candidati milanesi ? che il termine "padrona" ? stato avvertito come una parola forte, se non proprio come un insulto: ma nessuno fra i sarcastici propugnatori del linguaggio politicamente scorretto si ? erto a elogiare la franchezza di Ferrante (che gi? all?epoca delle primarie si era distinto per aver chiamato "giullare" il rivale Dario Fo, che gli dava del "poliziotto"). L?ironia con cui si accolgono gli espedienti verbali per nominare absit iniuria i poveracci ("portatori di handicap", "diversamente abili", "persone di colore") non scatta quando si chiama padrone un padrone. Letizia Moratti ? stata a capo di un?importante agenzia di brokerage ed ? sposata a un petroliere; nel periodo in cui ? stata alla presidenza della Rai non ha certo usato un metodo che spiccava per cautela e collegialit? delle decisioni, e ci si ricorda soprattutto dei conflitti epici con la Direzione Generale dell?azienda. Insomma, ? una persona che comanda: ha il carattere e la possibilit? materiale di comandare, ama farlo e probabilmente sa come si fa. Come l?avrebbe chiamata l?ammiratissimo Barney di Mordecai Richler? Forse nella nebulosa di nuovi significanti che ne rendono opaca l?identit? il lavoro ha anche cambiato significato, e come lui la sua festa del Primo Maggio. Vie terze e terziarie hanno confuso le relazioni fra datori di lavoro e dipendenti e nulla, nel mondo del lavoro, ha conservato un nome proprio. "Padrona" oggi ? un termine che ? in corso solo nell?archeologia del "Scior padron da li belli braghi bianchi" o al massimo nei teatrini del sadomaso. Fra il presidente della Camera con i suoi operaie e operai e il candidato a Palazzo Marino con la sua padrona, uno dei due si ? poi pentito della scelta lessicale, e non ? stato Bertinotti. Peccato. Per quella volta che Ferrante ne diceva una bella e chiara... |