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"Commenti&Analisi" Il salario oscillante dell’Adecco (B.Ugolini)

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    lunedì 18 aprile 2005
      Atipiciachi
      Il salario oscillante dell’Adecco
        di Bruno Ugolini

        Uno sciopero per sapere quanto guadagni. Perché ora non si sa e così succede che non puoi nemmeno capire se potrai andare un paio di volte al cinema o comprarti il televisore nuovo. Il tuo salario è “volatile”: c'è e non c'è. Tutto questo non succede in una piccola azienda del Nord Est, come qualcuno potrebbe supporre, bensì in una potente multinazionale con società sparse in oltre 70 paesi del mondo, dall'America all'Indonesia, alla Polonia e all'Italia naturalmente. Trattasi dell'Adecco, la maggiore agenzia di lavoro interinale. Quella che gestisce il lavoro in affitto. I suoi dipendenti con i loro sindacati hanno deciso di scendere in sciopero la settimana prossima, il 22 aprile. Una decisione sofferta, passata al vaglio di numerose assemblee organizzate dai sindacati del commercio Filcams, Fisascat, Uiltucs.
          Eppure l'Adecco, basta andare sul sito Internet - quello italiano o quello giapponese o sloveno - per capirlo, si presenta come una grande gioiosa famiglia. Dove quelli che lavorano per lei non sono considerati degli umili dipendenti, ma quasi dei soci d'affari. Una sorta di mastodontica cooperativa. E però, spiega Massimo Nozzi della Filcams, non pagano gli straordinari. Tu lavori, magari, fino a tarda sera e poi il sabato e la domenica ma non avviene come in altre aziende normali. La busta paga non si gonfia mese per mese seguendo lo stress lavorativo. Può essere che succeda a fine anno. Ma non è detto. Sta qui la “volatilità”, l'insicurezza su quanti soldi davvero porterai a casa. È infatti previsto, a fine anno, un premio di produttività collegato agli straordinari. Esso è concesso se la Filiale da cui si dipende (pardon, si è soci) produce utili, sottraendo però i compensi per quei sabati e quelle domeniche). E se la Filiale conclude in pareggio o addirittura in deficit? Addio premio e addio straordinari pagati. È il salario a rischio. Come il profitto. Un sistema che se si diffondesse potrebbero dimostrare che il contratto nazionale di lavoro non serve più a nulla, sostituito da salari leggeri e ballerini.
            C'è da dire che è capitato però di vedere lavoratori dell'Adecco, magari giovani, in qualche modo affascinati da una tale struttura della busta paga. Massimo Nozzi la descrive così: “Una carota da conquistare ogni giorno e una professionalità totalmente disconosciuta …”. Molti di questi giovani, magari appena laureati, appena entrati nell'agenzia rimangono “affascinati dal meccanismo e indifferenti alla prospettiva della vita adulta e familiare, incompatibile con un salario oscillante”. Quando non ce la fanno più e cedono sono spinti alle dimissioni.
              Ora però sta nascendo un moto di contestazione. Fino allo sciopero del prossimo venerdì. Il disagio è testimoniato anche da un'E-Mail giunta all'Unità On-line e firmata da una ragazza che si presenta come “una dei circa 2000 dipendenti della Adecco s.p.a. multinazionale franco-svizzera”. La sua è un'affermazione orgogliosa: “Se Adecco è diventata quello che è lo deve ai suoi dipendenti, giovani e motivati che hanno sputato l'anima dietro questo lavoro. Il motto Adecco era: Le persone fanno la differenza. Una bella frase d'impatto che i dipendenti dell'Adecco hanno fatto subito propria per dare valore aggiunto al servizio ed al proprio lavoro. Peccato che i nostri capi non capiscano che siamo noi, non loro, a fare la differenza. Adecco, leader mondiale nel settore risorse umane, ora Agenzia per il lavoro, che non sa gestire le proprie risorse umane. È un paradosso!”.
                È la testimonianza di una donna che sostiene d'amare molto il proprio lavoro ma che vive, con i suoi compagni, una condizione paradossale. Loro, questi dipendenti dell'Adecco, sono, in qualche modo, gli organizzatori del lavoro cosiddetto “in somministrazione” (interinale o in affitto come si diceva un tempo) e hanno salari e garanzie inferiori a quelli dei “somministrati”. Così hanno alzato la testa e scioperano.

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