9/11/2004 ore: 11:48

"Commenti&Analisi" Contro lo staff-leasing una guerra di pregiudizi (M.Tiraboschi

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              martedì 9 novembre 2004
              Contro lo staff-leasing una guerra di pregiudizi
              È fuori rotta chi assimila la somministrazione a forme di mercificazione

              Michele Tiraboschi
              Le cronache di ieri registrano l'ennesimo attentato terroristico contro un'agenzia di lavoro interinale. La scorsa settimana, a Milano, un ordigno ha danneggiato una filiale di Manpower. Questa volta è toccato, sempre nel capoluogo lombardo, a una filiale di Adecco. In entrambi i casi nessun ferito e pochi danni materiali. E pur tuttavia inquieta l'intensificazione, non solo temporale, degli atti intimidatori nei confronti degli operatori del settore della somministrazione di lavoro. Nel luglio 2001 un'altra agenzia, la Select Italia Lavora, era stata oggetto di un attacco incendiario, rivendicato dal Fronte Rivoluzionario per il comunismo. Nel maggio 2002 un'ulteriore aggressione, questa volta nei confronti di una filiale di Randstad, avvenuta solo una manciata di giorni dopo l'azione simbolica del centro sociale Magazzino 47 di Brescia, contro una ventina di agenzie di lavoro interinale, definite dai sabotatori come «i luoghi dello sfruttamento del lavoro precario», i cui ingressi vennero sigillati con silicone. Ora ben due bombe carta nell'arco di una sola settimana.

              Agli agenti della Digos e agli analisti dei servizi segreti spetta il compito di valutare l'esatta gravità degli episodi in questione anche in ragione delle evidenti connessioni con le azioni terroristiche delle Brigate Rosse dirette a colpire, come in questo caso, i simboli delle riforme del lavoro.


              Per quanti, invece, si occupano, molto più semplicemente, di mercato del lavoro e relazioni industriali non può non venire alla mente il nesso, solo apparentemente labile, con la trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici in corso in queste settimane. Sempre le cronache di ieri ci segnalano, infatti, la disponibilità di Federmeccanica a prendere in considerazione la richiesta delle segreterie nazionali di FimCisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil volta a sbarrare definitivamente la strada, almeno nel settore metalmeccanico, al famigerato staff leasing introdotto dalla legge Biagi. Sia chiara una cosa, a scanso di equivoci. Un conto è un'intimidazione di matrice terroristica. Ben altra cosa, per contro, è una pacifica e pienamente legittima rivendicazione presente in una piattaforma sindacale. Quello che tuttavia lascia interdetti è l'assimilazione, comune a entrambe le "rivendicazioni", tra somministrazione e mercificazione del lavoro tanto da giungere a dipingere le moderne agenzie del lavoro introdotte dalla legge Biagi alla stregua dei nouveaux marchands d'hommes.


              È davvero paradossale in un Paese come il nostro, popolato da un esercito di quattro milioni di lavoratori in nero e da oltre mezzo milione di finti Co. co.co., additare come simbolo del precariato e dello sfruttamento parassitario una delle forme di lavoro più tutelate dal nostro ordinamento e onerose per le imprese utilizzatrici. E questo, a maggior ragione, dopo le più che positive prove fornite dalle agenzie di lavoro interinale, dal 1997 a oggi, sul versante della stabilizzazione dei rapporti di lavoro e del contrasto al lavoro nero e irregolare.


              Così, mentre in Europa una recente proposta di direttiva comunitaria prevede di richiedere agli Stati membri di sopprimere tutti gli ostacoli e i divieti alla somministrazione di lavoro, gli attori del nostro sistema di relazioni industriali si trovano ciclicamente invischiati in battaglie ideologiche e di retroguardia che poco hanno a che vedere con gli interessi dei lavoratori in carne e ossa. Non si capisce, infatti, davvero perchè nel nostro Paese possano liberamente proliferare, senza alcuna opposizione sindacale, forme di esternalizzazione selvaggia e di frantumazione della compagine di impresa, come spesso accade negli appalti di servizi, mentre siano ancora viste con sospetto le agenzie del lavoro che pure sono legittimate a operare solo previa autorizzazione amministrativa subordinata alla rigorosa verifica del possesso di adeguati requisiti di affidabilità e professionalità.


              Agenzie che, in caso di somministrazione a tempo indeterminato (il cosiddetto staff leasing), assicurano inevitabilmente la continuità di impiego a un lavoratore altrimenti precario e che, per legge, sono obbligate altresì a fornire al lavoratore una robusta dote formativa, non presente in nessun altro contratto di lavoro, mediante un Fondo interprofessionale alimentato da un contributo pari al 4% della retribuzione corrisposta ai lavoratori inviati in missione. Che la somministrazione non sia neppure lontanamente assimilabile alla speculazione parassitaria sul lavoro è del resto dimostrato dall'operatività del principio — introdotto dal pacchetto Treu e confermato dalla legge Biagi — di parità di trattamento. Una volta garantito al lavoratore un trattamento economico e normativo non inferiore a quello che avrebbe ricevuto in caso di assunzione diretta da parte dell'utilizzatore, il margine di lucro dell'agenzia non potrà allora che basarsi sulla capacità di fornire, in modo tempestivo e professionale, prestazioni di lavoro che sarebbero altrimenti più onerose per la singola impresa ovvero prestazioni di lavoro che si caratterizzano per particolari contenuti o qualità o che, comunque, trovano una giustificazione in ragioni tecniche, organizzative o produttive.


              Di modo che l'opposizione pregiudiziale alla somministrazione di lavoro, lungi dal contrastare fenomeni di precarizzazione e destrutturazione strisciante da tempo presenti nel nostro mercato del lavoro, non ha altro effetto che rallentare, a svantaggio degli stessi lavoratori, gli auspicati processi di modernizzazione dell'apparato produttivo. Quei processi di specializzazione e innovazione organizzativa che soli possono davvero contribuire ad allontanare lo spettro della fraudolenza e della speculazione parassitaria sui risultati del lavoro altrui.
              Tiraboschi@unimore.it

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