2/2/2005 ore: 12:43
"Commenti&Analisi" Abolire la legge 30, un cambio di prospettiva (C.Salvi)
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martedì 1 febbraio 2005 Abolire la legge 30, un cambio di prospettiva di Cesare Salvi Cesare Damiano e Tiziano Treu hanno detto nelle loro interviste a Liberazione cose che rappresentano un significativo e positivo passo avanti rispetto alle posizioni finora prevalenti nei Ds e nella Margherita. Tuttavia lascia più di un dubbio il rifiuto di prendere atto che è a partire dal pacchetto Treu che è iniziato il processo di degrado delle condizioni lavorative che ha trasformato la precarietà in condizione normale per la nuova occupazione. Oltretutto, quel pacchetto Treu appartiene al governo Prodi: fu votato da tutto l'attuale campo della Gad e fu concertato con tutto il sindacato. Il problema quindi non è di controversia tra chi allora aveva ragione o aveva torto; ma di ragionare sul dove si è sbagliato, e perché, e quale nuova strada intraprendere. Il problema non è nemmeno di tecnica giuridica. Da questo punto di vista è vero che diverse garanzie circondavano e limitavano, nel pacchetto Treu, il ricorso al precariato, e che quindi la legge 30 non è un esito coerente e imposto da quella normativa. Ma è altrettanto vero che quella normativa è figlia dell'ideologia della flessibilità. La richiesta di abrogazione della legge 30 significa allora chiedere una cesura con quella ideologia, per la quale parlare di lavoro significa parlare di "mercato del lavoro", e la rigidità del mercato del lavoro costituisce un ostacolo alla competitività e, quindi, alla crescita. Bisogna porre invece al centro non il "mercato", ma i "diritti" del lavoro, e dire che la crescita deriva da politiche pubbliche per lo sviluppo e da buoni salari, non dalla flessibilità. Oggi mi pare che ci siano condizioni politiche e sociali diverse, e che nel centro-sinistra l'ideologia che considera il lavoro come mercato da rendere flessibile non sia più in auge, fortunatamente. Occorre però indicare con chiarezza la nuova strada che si vuole intraprendere: dire, anche alla luce degli oltre dieci milioni di sì nel referendum sull'articolo 18, che l'obiettivo del centro-sinistra è la piena e buona occupazione; e che tale obiettivo va perseguito abrogando la legge 30 e sostituendola con una legislazione che estenda i diritti, riunifichi il mondo del lavoro sulla base del principio del contratto a tempo pieno e indeterminato, sostenga il reddito da lavoro attraverso l'aumento del salario reale, preveda la democrazia nei luoghi di lavoro. La piattaforma unitaria dei metalmeccanici, anche all'insegna di quell'egualitarismo che qualcuno vorrebbe cancellare dall'orizzonte del nostro impegno politico, indica alla sinistra - come in altre occasioni della storia italiana - la via da seguire. |