2/3/2006 ore: 9:35

"Cgil" Milano, l'anomalia riformista (A.Panzeri)

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      Luned? 27 febbraio 2006
    Pagina 3

    Il Congresso di Rimini dall'1 al 4 marzo
    La testimonianza

    Milano, l'anomalia riformista da Lucio De Carlini a Rosati

    di Antonio Panzeri*
    *Vicepresidente Commissione Affari Sociali e occupazione al Parlamento europeo, ex segretario della Camera del Lavoro di Milano


    Non penso di far torto ad alcuno se oggi, da spettatore esterno, nella settimana di apertura del congresso nazionale della Cgil, sottolineo l'importanza rivestita dalla Camera del Lavoro di Milano nel dibattito politico e sindacale di questi ultimi anni. A pi? riprese la Camera del lavoro milanese ? stata indicata come luogo del riformismo sindacale. Nella sua storia, per la verit?, questa attribuzione non ? stata sempre una costante; tuttavia non vi ? dubbio che questo suo carattere distintivo pu? tranquillamente essere ascritto alla pagina del riformismo italiano. Intendo, per riformismo, la capacit? di tenere insieme il problema del governo quotidiano, di scelte talvolta spietate dell'azione rivendicativa e l'ansia di definire un progetto di rinnovamento.

    Una linea che rifugge dagli idealismi e da stereotipi predefiniti ma che, viceversa, si carica sulle spalle, per risolverle, le contraddizioni generali presenti. Si pu? dire che quella di Milano ? una struttura sindacale nella quale, in questi decenni, i gruppi dirigenti hanno ricevuto e ricevono una formazione basata essenzialmente su due aspetti: la consapevolezza dei rapporti di forza e la necessit? di conquistare consensi attraverso una linea politica realistica e convincente. E, fra i ranti dirigenti, Lucio De Carlini, pi? di altri, ha lasciato il segno.

    Evidenziare tutto questo ha il significato di indicare che vi ? sempre stato un filo coerente che ha legato, a Milano, le diverse stagioni del sindacato confederale. Una coerenza che non ? stata semplice da mantenere. Eppure questo filo non si ? mai spezzato anche nei momenti difficili, come quando l'aspro confronto politico in vista del congresso dei Ds nel 2001, contagi? gran parte della Cgil. Anzi, proprio da Milano si accesero, anzitempo, temi che sarebbero diventati nazionali.

    Ricordo un vecchio libro che raccoglie scritti e discorsi di Giorgio Amendola ?Polemiche fuori tempo?. Il titolo descrive la figura di quel dirigente comunista, per larghi anni anticipatore di temi e problematiche che altri non vedevano o non volevano vedere. Non ho mai avuto dubbi sull'utilit? e la forza di quegli stimoli. Oggi, tanto pi? di fronte alle trasformazioni nel mondo del lavoro, nell'economia, dove la fase di accentuata globalizzazione impone un cambiamento nell'approccio alle stesse politiche sindacali, e di fronte al nuovo quadro politico che scaturir? dalla competizione elettorale di aprile, al sindacato ? e sar? richiesta una forte innovazione rivendicativa e contrattuale, che stia al passo con i tempi

    La Camera del Lavoro di Milano, oggi, ha un nuovo gruppo dirigente. Segretario ? un quarantaduenne, Onorio Rosati, di una nuova generazione riformista. La tradizione pu? continuare.

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