9/6/2006 ore: 11:32
"Censis" Ristagna la classe dirigente (L.Gallino)
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Pagina 19 - Economia ristagna la classe dirigente LUCIANO GALLINO La ricerca del Censis sulla mobilit? sociale in Italia dice in sostanza che se uno nasce in una famiglia operaia, ? molto probabile che muoia operaio. Al massimo pu? sperare di diventare impiegato. Ma non in forza del proprio talento o dell?impegno profuso negli studi e sul lavoro. Piuttosto perch? in una societ? dove gli operai diminuiscono mentre gli impiegati aumentano, per via della modernizzazione dell?economia, ? inevitabile che un certo numero di figli di operai si ritrovi nella classe degli impiegati. Invece solo una piccola parte di essi, meno dell?8%, riesce con le proprie forze a scalare la piramide sociale sino a entrare nella classe alta della borghesia, formata da dirigenti, imprenditori, professionisti. In realt? dal punto di vista della ricerca questa ? una non-notizia, poich? la elevata immobilit? sociale degli operai, da una generazione all?altra, ? nota da tempo. Semmai ci? apparir? come una novit? per la vasta pubblicistica che negli ultimi anni, mentre esagerava nell?additare i segni del declino numerico della classe operaia, dava per scontato che i suoi figli erano ormai diventati quasi tutti docenti universitari o titolari di imprese della net economy. Al contrario emerge come affatto inedito, nella ricerca del Censis, il dato relativo alla borghesia. Giusto il 40% dei figli della generazione precedente risulta tuttora far parte della classe dei padri. Tuttavia oltre il 50% di essi pare aver disceso un consistente gradino della piramide, passando dalla borghesia propriamente detta alla piccola borghesia urbana e alla classe media impiegatizia. Si diceva ancora di recente che era la classe media a temere di non riuscire ad assicurare ai propri figli il mantenimento nella propria stessa classe sociale. I dati Censis mostrano invece che nell?avvicendamento delle generazioni ? la maggioranza di quelli che stanno pi? in alto ad aver visto i suoi figli scendere un poco pi? in basso. Anche se, in assoluto, l?entit? numerica della borghesia del piano di sopra ? assai minore di quella del piano di sotto. La societ? che viene ritratta da questa ricerca ? dunque una societ? in cui, tra una generazione e l?altra, pochi salgono effettivamente nella scala sociale, parecchi scendono, e molti – oltre il 40% - restano dove sono. Non ? un quadro positivo, anche se spiega diverse cose. Spiega, ad esempio, la stagnazione delle idee, delle forme di pensiero, nella maggior parte dei campi della nostra cultura, perch? le idee circolano e si innovano quando una quota elevata di persone circola sulla scala sociale, molti scendendo, molti altri salendo dal basso ad occupare posizioni ben superiori a quelle di partenza. Spiega pure la mancanza di un largo ricambio generazionale che si osserva nel personale politico come tra gli imprenditori, perch? se sono pochi i giovani, i nuovi talenti che dalle altre classi salgono ad occupare posizioni significative nei loro rispettivi ranghi, ? inevitabile assistere, come avviene, ad elezioni che paiono regolarmente simili a quelle di dieci anni prima, ed a tassi piuttosto modesti di innovazione nel creare e sviluppare imprese. |