12/7/2006 ore: 11:42

"Canto&Controcanto" Come prima piu’ di prima (F.Geremicca)

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    mercoled? 12 luglio 2006

    Pagina 1 e 12 -Editoriale

    Come prima
    piu’ di prima

    Federico Geremicca

    CI avevate creduto, vero? Non ? una colpa, perch? in fondo ci avevano creduto - o lo avevano sperato - veramente in tanti. D’altra parte, le dichiarazioni e le immagini delle ultime 48 ore finalmente giustificavano davvero un po’ d’ottimismo. Il ?miracolo? l’aveva fatto la Nazionale italiana, con la conquista della Coppa del mondo e tutto quel che ne era seguito. Perfino il Presidente della Repubblica ci aveva sperato: ?E’ una vittoria che d? senso di orgoglio e di identit? nazionale, fondamentale per unire e tenere in piedi questo Paese?. E poi la sbornia collettiva, e l’idea che davvero una partita di calcio e un cos? grande successo sportivo potessero aiutare a sanare le cento fratture che disarticolano il Paese. S?, la speranza era che la notte di Berlino potesse sul serio fare un po’ da spartiacque psicologico, cambiare il clima, favorire - se non l’unit? - almeno un briciolo di concordia. E del resto con quali immagini negli occhi erano andati a dormire gli italiani luned?? Milioni di persone in piazza a Roma col tricolore, in centinaia di migliaia a cantare l’inno nazionale - un inno difficile eppure mandato finalmente a memoria anche dai calciatori - il senso di un Paese forte al quale per ripartire basterebbe, appunto, un po’ di unit? in pi?, un po’ di fiducia in se stesso, un po’ d’orgoglio fuori da ogni faziosit?.

    Poi ? venuto il giorno dopo. E per chi ci aveva sperato, ? stato un giorno penoso. Non solo la festa ? finita, ma ? quasi come non ci fosse mai stata. Strumentalismi, divisioni, regolamenti di conti, polemiche di parte... Tutto come prima. Anzi, perfino peggio di prima: perch? le diverse fazioni della politica, affamate di scontro e di voglia di rivalsa, hanno cominciato a divorare anche la Coppa, i successi della Nazionale e tutto il resto. Basterebbe mettere assieme gli episodi salienti. L’opposizione che parte lancia in resta contro il governo accusandolo pesantemente di avere strumentalizzato la vittoria degli azzurri con il ricevimento e la premiazione a Palazzo Chigi. Il mondo politico tutto - destra e sinistra, senza esclusioni - che riprende demagogicamente a randellarsi intorno al processo al ?calcio sporco?: chi chiede l’amnistia, chi inflessibilit? nel giudizio, chi pene miti, usando toni da guerra civile e strizzando l’occhio alle tifoserie della propria area elettorale. Il sindaco Veltroni che annuncia il ritiro della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2016, affermando che non c’? il clima unitario necessario e facendo intendere che l’ex sottosegretario Gianni Letta ? stato costretto da ?condizionamenti di tipo politico? a rifiutare la presidenza del Comitato organizzatore. E come se non bastasse, l’aria da regolamento di conti si diffonde e si impossessa anche del mondo del calcio, dove sembra esser pronto un durissimo j’accuse di Marcello Lippi contro i vertici della Federazione.
      I tifosi, ma sarebbe meglio dire gli italiani, hanno ancora le bandiere alle finestre e i gagliardetti tricolore in bella vista nell’auto o sulla moto. Resisteranno ancora a lungo, si spera, perch? il calcio ? il calcio, la vittoria in Germania un evento da ricordare e la politica non dovrebbe entrarci niente. Ma quelle bandiere resteranno esposte a simboleggiare, appunto, solo questo: l’Italia ha la squadra di calcio pi? forte del mondo, pi? forte di tedeschi e brasiliani, spagnoli e inglesi. Chi sperava che a partire dal trionfo e dal tricolore, dall’inno nazionale e dal Paese unito a festeggiare, si potesse provare a costruire altro, pu? metter da parte questa illusione. Al momento - ma ? un momento che dura da lustri e lustri - la politica torna a rivelarsi per quel che ?: un ingranaggio che stritola e non costruisce. Una sorta di gigantesco Re Mida all’incontrario. Non fa piacere dirlo, ma pare proprio cos?.

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