27/2/2006 ore: 12:20

"BladeRunner" Missionari della verità per nomina di re Silvio

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    domenica 26 febbraio 2006
      Pagina 7 - Primo Piano

      LO SHOW IL PREMIER PARLA DUE ORE, DIECIMILA SOSTENITORI IN TRIPUDIO

      Missionari della verit? per nomina di re Silvio
        Reportage
        Paolo Poletti
          MILANO
          Terminato il coro azzurro - ?E Forza Italia che siamo tantissimi?, un solo ritornello per due ore filate, quasi tutte in playback - si passa all’inno di Mameli. Silvio Berlusconi muove le labbra e si commuove da solo. ?Mi sembra di essere alla Curva Sud di San Siro...?. Veramente ? il Palamazda, ma i cori da stadio ci sono tutti. Fino a quell’improbabile striscione a caratteri cubitali innalzato da una claque esagerata - ?Silvio sei figo? - che lo manda su di giri. E gli fa dire quella cosa che nessun politico di buon senso, ammetterebbe mai prima di un comizio: ?Voi siete gli spinelli che fuma il presidente del Consiglio?. Il fiume di parole che segue ? all’altezza, un’ora e cinquantatr? minuti di orologio, alla faccia della modica quantit?. Un one-man-show che dalla platea viene immortalato con i videotelefonini insieme al parterre azzurro: da un’estasiata Letizia Moratti in marron, a un estatico Sandro Bondi, ad un uomo di spirito come Alfredo Biondi seduto accanto a Roberto Formigoni, il governatore della Lombardia che sognava di candidarsi e invece dovr? rimanere con tutta probabilit? al suo posto, unica tirata di orecchie in questo giorno di festa: ?Lei ? e sar? costretto ad eliminare le liste d’attesa delle Asl?.

          Il prode Formigoni, uomo di fioretti si sa, non ? l’unico a cui Silvio Berlusconi, completo blu, camicia azzurra, cravatta in tinta, sorriso, sereno, solare come il cerone che risalta sul triplo grande schermo, chiede di fare un sacrificio in vista del ?9 aprile, il giorno in cui grazie al vostro entusiasmo li sbaraglieremo?. Ai diecimila del Palamazda il Cavaliere chiede un solenne giuramento. Quello di diventare ?missionari della verit? contro le bugie della sinistra?. Un’investitura che Berlusconi annuncia impugnando uno ?spadone? ideale - se no, che Cavaliere sarebbe - per battere fieramente sulla spalla di ognuno, meglio la destra perch? ?su quella sinistra non ce la faccio?. Platea in visibilio, coretti, sventolio di bandiere, fino a quel ?chi non salta comunista ?, che stoppa lo stesso Berlusconi: ?Se no domani, l’Unit? scrive che mi sono portato i masnadieri...?.

          I ?missionari? si bevono ogni parola. Anche l’esagerata bugia che il presidente del Consiglio, nato in via Volturno quartiere Isola e oggi presidente del Milan tra le tante altre cose, cerca di rifilare alla platea. Un improbabile inno alla par condicio calcistica: ?Quando gioca in trasferta faccio il tifo anche per l’Inter. Me l’ha insegnato mio padre: “Tu sei prima milanista, ma poi milanese... Quando c’? l’Inter a rappresentare Milano e non c’? di mezzo il Milan, devi fare il tifo per i nerazzurri”. Volete che non ubbidisca ai sentimenti che mi ha inculcato mio padre??. In questa campagna elettorale all’ultimo respiro, all’ultimo voto, all’ultima spiaggia, Silvio Berlusconi arruola tutta la famiglia. Dopo pap? Luigi tocca a mamma Rosa: ?Mia mamma dice sei rosari al giorno e ho tante zie suore e altre ben collocate?. Tocca ai figli tirati in ballo per l’unica legge ad personam che ammette di avere fatto pensando al futuro, quella sugli sconti agli over 70: ?Sono nonno...?. E pure a zia Marina, che Berlusconi giura di aver beccato in versione narcisistica davanti a uno specchio, con un vestito raggiante di rose rosse: ?Mia zia Marina ripeteva da sola: “Come te se bela, come te se bela, come te se bela...”. Zia, le dissi, ma te lo dici da sola? E lei mi rispose: “Per forza, non me lo dice mai nessuno”?.
            Sono in diecimila ad applaudire Berlusconi. Ridono alle sue battute e alle sue barzellette. Ne infila quattro una dietro l’altra: la prima su D’Alema, una sul Marocco in mano ai comunisti che fanno sparire pure la sabbia, una su Prodi che vorrebbe diventare come lui e non ce la fa nemmeno Aladino e l’ultima - la pi? divertente per la platea - di Berlusconi che si butta dall’elicottero per far contenti gli italiani. Ridendo e scherzando passano quasi due ore. Berlusconi in gran forma nega di essersi mai paragonato a Napoleone, Churchill o Ges?. L’Altissimo lo tira in ballo quando si tratta di non far sbagliare gli elettori alle prese con una scheda che sar? lunga come un lenzuolo: ?Che Dio ce la mandi buona, pensaci tu?. Alla fine ? un tripudio, un osanna, un ?Silvio, Silvio, Silvio? tributato da tutti. Meno uno. Meno il solito che tre anni fa gli aveva dato del ?puffone?. In barba alla sicurezza, prima di essere portato via dalla polizia, Pietro Ricca si piazza in prima fila e gli urla ?corrotto?. E’ l’unico che non fa ridere.

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