"BladeRunner" La politica sul video? E’ un flop
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mercoled? 1 marzo 2006
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RICERCA ISTAT - CALA L’AUDIENCE DEI DIBATTITI E DEI FACCIA A FACCIA: MENO 35 PER CENTO IN 2 ANNI
La politica sul video? E’ un flop
ROMA Ma allora tutte le apparizioni televisive di Berlusconi nelle ultime settimane sono state inutili? Allora tutto il gran dibattere intorno ai faccia a faccia fra i leader dei due poli con o senza regole, che magari finiranno per saltare, importa alla gente fino a un certo punto? Forse non ? proprio cos?, ma certo, a quanto risulta dall’ultima ricerca Istat in materia, sembra proprio che agli italiani i dibattiti politici in tv interessino sempre meno. Il loro ascolto negli anni ? crollato. Nel 1993 raggranellavano in media il 34% del pubblico, nel 2005 solo il 22,3%. Il che equivale al 35% di ascoltatori in meno. Malgrado ci?, la televisione continua ad essere il canale di informazione politica ?assolutamente dominante?. Forse anche pi? di prima, in questa campagna elettorale dove, con la nuova legge, i candidati non hanno pi? collegi n? preferenze da conquistare girando per il territorio.
L’Istat fornisce questi dati in una indagine su partecipazione politica e astensionismo realizzata su richiesta della commissione Pari Opportunit?. E conclude che ?il linguaggio della politica ? sempre pi? lontano dalla gente?. Evidentemente. Gli uomini che ascoltano i dibattiti sono scesi infatti dal 42,3% al 27,5%, le donne sono passate dal 27,7 al 17,4%. Il disinteresse ? trasversale, riguarda tutte le fasce di et?, tutte le classi sociali e le zone del paese. Con una accentuazione nel Nord-Est, dove il calo ? pi? forte (-40%).
La cosa pi? grave, a sentire l’Istat, ? che a languire ? il rapporto degli italiani con la politica in senso lato. Secondo l’indagine diminuisce infatti parecchio la frequenza con cui si parla di politica. Scendono di 5 punti (dal 37 al 32%) le persone che ne parlano almeno una volta alla settimana. Cala per? il numero di coloro che non ne parlano mai, soprattutto fra le donne. Comunque sia, chi non si informa, si sente sempre pi? distante dalla politica: nel ‘98 questi cittadini erano il 54,8%, nel 2005 il 68,1%.
Forse ? per questo che il tormentone sui duelli tv va avanti, senza grandi novit? di sorta. Secondo Romano Prodi ?chi guarda troppa tv vota Berlusconi, chi sta poco davanti alla tv vota per me?. Il leader dell’Unione ribadisce che sarebbe felicissimo di fare il faccia a faccia, che nel ‘96 gli ha portato fortuna facendolo vincere, ?ma solo se ? uno scontro con regole paritarie?. Chiede armi pari. Ma Silvio Berlusconi, attraverso i suoi sherpa, insiste sul fatto che le armi le ha gi? scelte il Parlamento, approvando il regolamento di par condicio. ?Non vorremmo che quell’abito, confezionato su misura dalla maggioranza, a noi cada male. Berlusconi che si veste da Caraceni dovrebbe capirlo?, replicano ironici da Santi Apostoli, dove si fa anche notare che un regolamento ?? cosa diversa da una legge?. Insomma, dai contatti fra le due squadre continuano a uscire fumate nere. Dove il cuore della questione ? la conferenza stampa finale del premier ?che non esiste da nessuna parte?, continua a dire Prodi.
Massimo D’Alema lo sostiene: ?Spetta a lui decidere?. Francesco Rutelli pure: ?Sono in piena sintonia con Prodi, Berlusconi deve rispettare regole eque e non fare prepotenze. Non pu? avere la prima e l’ultima parola?. Sembra di capire che, se il Professore rinuncer?, lo stesso faranno gli altri tre leader dell’Unione che dovrebbero confrontarsi con le ?tre punte? della Cdl. E allora salter? tutto, visto che il presidente della Vigilanza Gentiloni ha escluso che i duelli si possano trasformare in monologhi: ?La par condicio ? par condicio?. Ma la conferenza finale del premier in solitario, che fine far?? [m.g.b.]
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