31/3/2006 ore: 11:54

"BladeRunner" I mercati: «A noi interessa solo la stabilità»

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    venerd? 31 marzo 2006
      Pagina 5 - La battaglia elettorale


      AFFARI NELL’URNA - LA TASSAZIONE DELLE RENDITE NON FA PAURA

      Il voto dei mercati
      ?A noi interessa solo la stabilit?


      il caso
      Francesco Manacorda

      MILANO
      ?Stabilit?, ?underperform?, ?rischio spread?. Il voto dei mercati internazionali - spesso evocati, talvolta temuti, dalla politica - non mette la croce sotto i nomi di Prodi o Berlusconi. Sceglie invece l’esperanto della finanza per eleggere in anticipo un candidato unico: un governo e una maggioranza forti che facciano riforme economiche e frenino la crescita del debito. Di che colore siano poco gli importa. Qualunquismo in nome del pensiero unico finanziario? Possibile. Cos? come ? prevedibile che il vento che spira dai mercati internazionali piaccia poco a chi, a destra come sinistra, considera l’afflusso di capitali stranieri in Italia una sorta di pericolosa invasione.
        ?Le elezioni sono un non evento. Ci sono sempre, in qualsiasi Paese democratico - dice Andrea Pellegrini che ? managing director della banca d’affari Merrill Lynch in Italia - e quel che interessa ai mercati anche in questo caso ? che ci sia subito un segnale di stabilit?. In quanto al problema che andrebbe affrontato subito, Pellegrini spiega che ?? la tendenza del debito pubblico unita alla crescita che non c’?. ?Per chi votano i mercati? Per nessuno?, risponde a bruciapelo Lorenzo Codogno, che guida la ricerca economica europea di Bank of America. Ed ? vero in almeno due sensi, sia perch? ? difficile strappare ai banchieri e agli analisti qualsiasi giudizio politico in senso stretto, sia perch? si capisce che entrambi i candidati - e soprattutto l’eterogeneit? degli schieramenti che hanno dietro - non vengono giudicati il massimo per la cura di stabilit? politica e riforme economiche di cui si ritiene l’Italia abbia bisogno.
          Quel che ? vero ? che a Londra, come nelle altre capitali finanziarie, entrambi gli schieramenti hanno pari dignit?: si mangia tranquillamente negli ottimi ristoranti cinesi senza evocare bambini bolliti e senza avvertire un ?pericolo comunista?; e guardando dall’altro lato non si intravede alcuna minaccia alla democrazia. Certo per?, qualche anomalia berlusconiana si pu? notare, specie perch? i risultati del suo governo sono sotto gli occhi di tutti e l’Italia appare - non solo oggi per la verit?, visto che Vincenzo Guzzo, analista di Morgan Stanley, nota in uno studio che in quanto a crescita ?l’Italia ha fatto peggio dei paesi dell’Euro per quattordici anni sugli ultimi quindici? - il malato economico di un’Europa gi? non troppo in salute. ?E’ strano - spiega un banchiere che chiede l’anonimato - ma mentre il mondo della finanza potrebbe essere tendenzialmente pi? favorevole al centro destra, la figura di Berlusconi non piace?. In fondo ? anche la linea espressa dall’Economist, che a questi circoli d? tradizionalmente voce. E Francesco Caio, uomo di industria - fino a giugno sar? a capo del colosso britannico delle tlc Cable & Wireless - con solidi addentellati nella City, spinge la sua analisi al recente passato: ?Penso che ci sia una certa perplessit? su quello che ? stato fatto e soprattutto non ? stato fatto negli ultimi cinque anni. C’era l’aspettativa di riforme pi? dinamiche e radicali, anche grazie a una maggioranza di governo cos? forte?.
            Un’occasione perduta, insomma. Tanto perduta da spingere adesso i mitici mercati a guardare con pi? interesse verso un centrosinistra da mettere alla prova? No, non ? proprio detto. Anche perch?, come nota Stefano Marsaglia, presidente in Italia della banca d’affari Rothschild e pendolare tra Milano e Londra, ?qui sono tutti un po’ sorpresi di vedere sempre le stesse facce?, come a dire che pure il centrosinistra ha avuto in tempi passati la sua prova. Anche per Marsaglia, comunque, ?l’essenziale ? che dalle urne esca una chiara maggioranza e soprattutto un leader con un mandato chiaro?.
              E le uscite sulla tassazione delle rendite che proprio dal centrosinistra provengono e che in Italia provocano tante fibrillazioni? Tutti calmi, i brividi non traversano la Manica: ?Chi fa i prezzi sul mercato dei titoli pubblici sono i grandi investitori come banche e fondi - spiega ancora Codogno - che non pagano la ritenuta ma vengono tassati alla fine, sul loro bilancio. Per loro, che hanno in mano l’84% del debito pubblico italiano, le polemiche di questi giorni non hanno significato e non suscitano alcun allarme?.

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