25/2/2002 ore: 10:34

«Berlusconi? Parli meno. Fini? Sono nato operaio e antifascista»

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(Del 24/2/2002 Sezione: Economia Pag. 6)
E alla fine Pezzotta batt? i pugni
?Berlusconi? Parli meno. Fini? Sono nato operaio e antifascista?

ROMA

La nuova proposta del presidente del Consiglio? ?Se Berlusconi tacesse farebbe del bene a se stesso e a una trattativa che deve iniziare?. Il flirt con la destra di Fini? ?Io sono nato operaio, e antifascista. Non l?ho sdoganato io Gianfranco Fini, ma ci parlo perch? faccio il mio mestiere?. Niente di pi? sbagliato considerare Savino Pezzotta come l?anello debole della resistenza sindacale all?offensiva sul lavoro del governo Berlusconi. Niente di pi? sbagliato pensare che la sua apertura al dialogo sia una porta aperta alle richieste del governo e degli industriali. Se c?erano dei dubbi, ieri al convegno della Confindustria di Torino il segretario della Cisl li ha completamente fugati. Rispondendo in modo tagliente al premier, battendo i pugni sul tavolo per scandire la sua difesa dell?articolo 18, annullando, infine, la riunione della segreteria unitaria con Cgil e Uil prevista per luned? prossimo. C?? gi? l?esecutivo Cisl, quel giorno, la riunione di segreteria, la direzione. Poi ?difficilmente avremmo potuto sciogliere i nodi? dicono i suoi, con Cofferati che dopo aver scelto la strada dello sciopero aveva invocato un ?chiarimento ultimativo? con le altre due sigle sulle iniziative di mobilitazione. E in ogni caso, aggiungono, se non sono maturi i tempi per ricucire lo strappo era meglio non rischiare una rottura troppo evidente. A differenza di Sergio Cofferati ?indisponibile? al confronto e Luigi Angeletti, morso dai dubbi a una settimana dal congresso, Savino Pezzotta ha scelto comunque la strada del dialogo. ?Perch? prima si tratta, poi se non c?? un accordo, si scelgono le forme di mobilitazione. Io voglio andare a dimostrare ai miei interlocutori - dice Pezzotta - che per governare la flessibilit? la modifica dell?articolo 18 non serve. E sono sicuro che riuscir? a convincerli?. Oltre all?articolo 18, dice Pezzotta, ci sono altri punti importanti nella delega di cui bisogna trattare al tavolo. A cominciare dal collocamento, ?perch? io sono interessato a capire che tipo di collocamento dobbiamo avere per far incontrare domanda e offerta in modo migliore di quanto avviene oggi?. Poi ci sono il ?part-time, che non mi piace cos? come viene formulato nella delega?, gli ammortizzatori sociali, ?perch? nella delega non si parla di costi, e senza soldi non si fa la riforma degli ammortizzatori sociali?, ?il raccordo tra formazione e lavoro di cui voglio discutere?, e ?una forma di arbitrato che non condivido?.
Il presidente della Confindustria, Antonio D?Amato, gli attribuisce implicitamente dei meriti quando accusa Sergio Cofferati ?di nascondere la testa sotto la sabbia e di sbattere la porta in faccia alla storia?. Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, gli riconosce coraggio apertamente: ?Pezzotta ha accettato la sfida, se riuscir? a convincerci ne prenderemo atto?. ?Ci proveremo? risponde lui. ?Noi alla trattativa ci andiamo con le nostre idee, con i nostri si e con i nostri no, cercando di convincere il ministro sulla questione dell?articolo 18. Ma ci sono cose di cui non si discute ed ? bene che i lavoratori lo sappiano: riguardano la flessibilit? e gli ammortizzatori sociali. Andiamo a trattare per tutelare meglio i lavoratori?. Se ha accettato di sedersi al tavolo proposto dal governo, chiarisce Pezzotta, se ce ne fosse ancora bisogno, ?? perch? io di mestiere faccio il sindacalista. Gi? l?aver prolungato di due mesi la trattativa, grazie alla mobilitazione, ? un successo importante del sindacato. Io sono uno che siede a tutti i tavoli. Se non riuscir? a convincerli sceglieremo la strada della mobilitazione, arriveremo allo sciopero generale. Ma dopo aver trattato, tra due mesi, non prima?. La platea degli industriali ascolta, prende nota. L?avviso comune sull?articolo 18 non sar? affatto un esercizio facile.

m. sen.

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