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«Applicare lo Statuto dei lavoratori anche a chi ha meno di 15 dipendenti»

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4 luglio 2002

PROPOSTA CGIL
«Applicare lo Statuto dei lavoratori anche a chi ha meno di 15 dipendenti»

Tra le ipotesi spunta anche il «licenziometro» per calcolare il risarcimento di chi perde il posto

      ROMA - Statuto dei lavoratori da estendere anche ai cosiddetti co.co.co, collaboratori coordinati e continuativi. Abbassamento della soglia per applicare lo Statuto (compreso il fatidico articolo 18) da 15 a 7 dipendenti. Introduzione di una sorta di «licenziometro» per calcolare il risarcimento da corrispondere al lavoratore nel caso di perdita del posto nelle aziende sotto i 7 dipendenti. E ancora: ammortizzatori sociali con indennità di disoccupazione pari al 60% dell’ultimo salario per 12 mesi. Estensione a tutte le imprese del ricorso alla cassa integrazione. Infine, per una gestione tempestiva delle controversie di lavoro, creazione di corsie preferenziali con tentativo di conciliazione all’interno del processo e valorizzazione dell’arbitrato. La Cgil cala così le carte per la sua riforma del mercato del lavoro proprio mentre governo e «altre» parti sociali stanno discutendo l’approvazione del libro bianco con la deroga, per un periodo sperimentale di tre anni, dell’articolo 18. «Questo per dimostrare che la Cgil non è solo il sindacato del no», ha detto ieri il segretario confederale Giuseppe Casadio, nel presentare accanto a Guglielmo Epifani le proposte elaborate dagli esperti del diritto del lavoro come Pier Giovanni Alleva, Laura Curcio e Gianni Geroldi e che dovranno ancora essere approvate dalla segreteria.
      Ma la presenza di Epifani ha sostanzialmente dato il via libera alle proposte anche se potranno subire modifiche. A prima vista sembra che la Cgil abbia deciso di imboccare una strada diametralmente opposta a quella che stanno percorrendo il governo e le altre parti sociali e non sfugge come la scelta di abbassare la soglia da 15 a 7 sia una mossa per depotenziare il referendum annunciato da Fausto Bertinotti per estendere a tutti lo Statuto dei lavoratori. Ma vediamo in dettaglio le singole proposte.


      TUTELE A TUTTI - Anche i parasubordinati (oppure co.co.co.) dovranno beneficiare delle tutele dello Statuto dei lavoratori. Quindi niente licenziamento e contributi pari a quelli assunti a tempo indeterminato. La proposta Cgil è ancora da mettere a punto ma l’obiettivo è scardinare il meccanismo delle collaborazioni che troppo spesso non sono altro che assunzioni camuffate. Sono previste deroghe nel caso di più fonti di collaborazione: in questo caso prevale il rapporto di lavoro autonomo.


      LA SOGLIA - Quella dei 15 dipendenti, ha spiegato Casadio, non ha più senso. E, come dimostrano i dati Istat, oggi gran parte dell’occupazione è concentrata nelle micro imprese da 4 a 10 lavoratori. Ecco perché va abbassata: l’ipotesi più gettonata è quella di 7 dipendenti, ma forse sarà 8 o 9.


      LICENZIOMETRO - Per chi non ha la tutela dello Statuto oggi la legge prevede che, nel caso di licenziamento, ci sia una indennità forfettaria da 2,5 a 6 mensilità. La Cgil propone, sotto la soglia di 7, di introdurre il risarcimento per danno il cui valore economico verrà deciso dal giudice in base a una serie di parametri (licenziometro, appunto) come l’età, il luogo, le chance di trovare altri impieghi, le dimensioni dell’impresa. Un meccanismo che non verrebbe attuato nelle imprese al di sotto di 250 mila euro di fatturato.


      AMMORTIZZATORI - L’indennità di disoccupazione verrebbe portata dagli attuali 6 mesi a 12 e per il 60% dell’ultimo stipendio. A regime, ha detto Casadio, dovrebbe costare lo 0,7% del Pil contro l’1,7% della media europea. La cassa integrazione, inoltre dovrebbe essere estesa a tutte le imprese e finanziata dai datori di lavoro con una trattenuta sulla busta paga pari a circa l’1-2%. Verrebbe creato così un fondo e, come oggi, sarebbe gestito da un istituto pubblico.
Roberto Bagnoli


Economia


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