11/12/2006 ore: 11:56

"Analisi" Cipputi trent'anni dopo (F.Ceccarelli)

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    sabato 9 dicembre 2006

    Prima Pagina (segue a pag.4) - Economia

    LA STORIA
    le fabbriche
      Operai, padroni e sindacati
      ecco Cipputi trent?anni dopo
        Tronti: ha anticipato la sua fine. Altan: ma non ? nostalgico
          I cambiamenti della societ?
          e del lavoro raccontati dalla
          tuta blu pi? famosa d?Italia

          Filippo Ceccarelli
            ?Ma esiste ancora la classe operaia??. Mario Tronti, teorico dell?operaismo, se lo sent? domandare qualche anno fa a un casello dell?autostrada. Neanche a farlo apposta, lo stesso interrogativo compare in una vignetta di Altan. La risposta di Cipputi, come al solito, ? secca, poetica e vagamente surreale: ?Parler? solo davanti al mio sindacalista di fiducia?.

            Cos? comincia ?Cipputi Gino?, il documentario che Tatti Sanguineti ha realizzato per la Cgil e la Spi della Lombardia nel quadro delle iniziative per il centenario sindacale. Ora, a loro modo le contestazioni di Mirafiori ripropongono la questione: quanti Cipputi hanno fischiato Epifani?


            Altra vignetta, in tema. C?? il solito compagno alla catena di montaggio che bofonchia dubbioso: ??Sto sindacato qua, mah...?. E Cipputi: ?Burgnich, Facchetti, Picchi, Suarez e il mago Herrera... Altri tempi, Turazzi!?.

            Potenza degli archetipi disegnati con il pennarello. Spiega Edoardo Sanguineti che Cipputi ? ?l?invenzione di un tipo?. Un?icona, una grande maschera sopravvissuta alle grandi ristrutturazioni industriali, alla fine del Pci, all?avvento della robotica. Secondo Tronti, il pi? immateriale e immaginario degli operai italiani ?anticipa il processo di estinzione della sua classe, perfettamente consapevole di essere una figura al tramonto?. Un valore profetico e al tempo stesso sfuggente.

            Le immagini in bianco e nero, i baschi calcati sulla fronte, gli abiti di lavoro stazzonato, lo stesso tipo di macchine metallurgiche mostrano come in passato i lavoratori delle fabbriche assomigliassero a Cipputi, o svolgessero il suo medesimo mestiere. Simili non solo nell?aspetto: ?Quando andavamo a distribuire volantini davanti alle fabbriche - ? sempre Tronti a dispensare frammenti di esistenza - c?erano operai che li prendevano in mano dicendoci: "Ma che sono, soldi?"?. Assai ?cipputiano? per molti versi ? il protagonista de ?La classe operaia va in paradiso? (di Elio Petri, 1970). Fanno pensare i frammenti di quel film, la sveglia di Gian Maria Volont?: il sudore, il malessere, quella sua stralunata descrizione del suo corpo come di una fabbrica. Il dialogo con il figlio sui calciatori da comprare: ?Noi compriamo Beckenbauer...?, ?E noi Gigi Riva!?, ?E con quali soldi??, ?Con i nostri - fa il bambino - mica siamo miserabili come voi...?.

            Al suo tavolo di lavoro, il foglio bianco, la lampada, due barattoli di matite, un posacenere, una colonnina di cd alle spalle, Altan racconta di partire sempre dal naso, un naso particolare, non arricciato, ?il vero baricentro di Cipputi?. Poi vengono gli occhiali, il bavero della tuta, il berretto mezzo schiacciato sul cranio.

            Sullo schermo, il tratto di pennarello nero scorre nitido e velocissimo. Nota per gli appassionati: il rosso del fazzoletto penzolante dalla tuta ? lo stesso delle macchie della Pimpa. Solo alla fine del disegno arrivano le battute, gemme fulminanti di realismo e ambiguit?.

            Cipputi ha appena compiuto trent?anni. Altan lo cre? nel tardo autunno del 1976, tornando in Italia dopo sei anni in Brasile. Nelle prime vignette si chiamava Gibboni, o Cipputo. Non ha mai avuto un nome di battesimo, ma per il suo inventore potrebbe chiamarsi Armando, come un personaggio di Jannacci, o Gino, riecheggiando il ?Cerutti Gino? di Giorgio Gaber che d? il titolo al dvd. Si tratta comunque di un operaio lombardo, anche se la fabbrica in cui lavora ? certamente la Fiat. Circostanza avvalorata dalla presenza in alcuni disegni di un padrone che ricorda moltissimo l?Avvocato Agnelli. Lo scopritore di Cipputi fu il grande Oreste Del Buono, allora direttore di Linus. Gli bast? un colpo d?occhio, disse semplicemente: ?Fammene di pi?. Due anni dopo il personaggio approd? su Rinascita, il settimanale di cultura del Pci. Altan apre un vecchio rilegatore e mostra alla telecamera quel primo numero: in copertina c?? la polaroid di Moro prigioniero, sono i giorni del sequestro.

            Ma gli operai, assicura il sindacalista della Cisl Bruno Manghi, non hanno mai parlato come Cipputi. Uno di loro, anzi, Egeo Mantovani non lo capisce, n? lo trova spiritoso. Per Edoardo Sanguineti si tratta di un humour sottile, rivolto alla borghesia. Mentre un?operaia, Alberta Zaniboni, si definisce con orgoglio ?una Cipputa? e ha tutta l?aria di riconoscersi in quel mondo di biciclette, presse, cronometri, chiavi inglesi, tavoli da osteria, ma anche bandiere, fischietti, pugni chiusi e compagni che potrebbero chiamarsi ?Molotov?, ?Bundazzi? o ?Diobonis?.

            A lungo andare, confessa Altan nel bel parco della sua villa friulana, ?io veramente c?entro poco?. Come se Cipputi vivesse ormai di vita propria. Vita sporadica e quasi rarefatta negli anni recenti. ?Lo richiamo in servizio, semmai, nei momenti difficili?. Le ultime elezioni, ad esempio, o il referendum sulla Costituzione. Si tratta in effetti, per Tronti, di un personaggio ?eccedente rispetto alla realt?, una figura legata allo stato di eccezione?. Lui e il suo famoso, simbolico ombrello: ?L?arma - osserva Manghi - con cui da sempre i Cipputi vengono offesi?.

            Il futuro riempie il video di fabbriche in disarmo, capannoni divelti, vetri rotti, erbacce, pozzanghere. E buste paga sempre pi? all?osso, interessi nudi sul tavolo, fischi ai dirigenti sindacali. Ma il caustico e profetico eroe della classe operaia non ha, a detta del suo artefice, nostalgia dei tempi antichi: ?Prevale in lui un ottimismo profondo su un pessimismo quotidiano piuttosto sviluppato?. Finir? Cipputi un giorno, chiede infine Tatti Sanguineti ad Altan, sulle panchine dei giardinetti? ?Mi sembra possibile. Avr? sempre degli amici da incontrare, avr? da commentare il mondo come ha fatto fino ad ora?.

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