3/5/2007 ore: 11:10

"1°Maggio" Bonanni: «Quel comico si scusi con noi»

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    giovedì 3 maggio 2007

    Pagina 4 - Interni

    L´INTERVISTA
    Bonanni (Cisl)
      "Quel comico si scusi con noi
      o potremmo chiedergli i danni"
        "O voleva provocare oppure aveva bevuto troppo"

        LUISA GRION

        ROMA - Arrabbiato, sì, è proprio arrabbiato Raffaele Bonanni, leader della Cisl. «Il primo maggio, e non faccio retorica, è il simbolo della tolleranza - dice -. Le parole di Andrea Rivera hanno offeso i cattolici, il sindacato e lo spirito della giornata. Dovrebbe chiedere scusa a noi e alla Chiesa. Nei prossimi giorni valuteremo con Cgil e Uil se sarà il caso di chiedergli i danni».

        Parla così perché la Cisl è il sindacato più vicino al mondo cattolico?
          «Chiariamo una cosa: io sono cattolico, vivo questo mio credo privatamente, non sono integralista e non sono intollerante. Sul palco invece Rivera - in un momento già di per sé difficile viste le minacce a monsignor Bagnasco - ha dato fiato ad un laicismo esasperato che non c´entrava niente con quel giorno e quella occasione. E ciò non ha fatto altro che aizzare l´odio. Non è questo che la gente vuole e durante il corteo di Torino lo si era capito benissimo. Io, Angeletti e Epifani camminavamo fra gente che applaudiva e che festeggiava, appunto, il lavoro. Spostare l´attenzione di quella giornata verso temi così lontani dal suo spirito è una cosa che non possiamo accettare».

          Immaginavate che da quella frase detta sul palco del concerto potesse nascere una polemica così feroce?
            «Sì, tutti e tre lo abbiamo intuito subito e subito abbiamo capito che questa era una offesa non solo al Vaticano, ma al primo maggio. Non riesco a capire cosa sia passato per il cervello a Rivera: o è un provocatore nato o aveva bevuto un bicchiere di troppo»

            Ma non trova comunque esagerato parlare di atto terroristico?
              «Diciamo che ognuno deve abbassare i toni e che ora non bisogna cadere nell´errore opposto di strumentalizzare politicamente la bravata isolata di questo conduttore. Del resto quello che è successo è un segno dei tempi».

              Che segno?
                «Ormai in questo paese non si perde occasione per spaccarsi, per fare ricorso costante alle iperbole. Non mi riconosco e non ci sto: togliamo la voce a chi a tutti i costi vuole uccidere il dialogo. Il primo maggio dalla morte sul lavoro - che era il tema della giornata - si è passati alla morte del buon senso».

                Avete parlato con il Vaticano? Cosa vi hanno detto?
                  «Ho parlato con padre Lombardi, il direttore della sala stampa della Santa Sede. E le sue parole sono le migliori che potevo ascoltare, mi hanno commosso. Il suo messaggio è stato: disinneschiamo le tensioni».

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