6/4/2023 ore: 16:39

Tutte riassunte le cinque dipendenti che gestiscono il bar dell’Ospedale civile di Venezia

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Si è conclusa nel migliore dei modi, la vertenza guidata da Filcams Cgil Venezia che ha visto coinvolto tutto il personale addetto ai servizi bar dell’Ospedale civile San Giovanni e Paolo di Venezia. Le cinque dipendenti della società Argenta, che ha rescisso il contratto di gestione del bar, sono state tutte riassunte a parità di condizioni e orario da Serenissima Ristorazione, azienda subentrante, che in ospedale gestisce già i servizi di ristorazione.

“Una vicenda complicata – racconta Andrea Brignoli, che per Filcams Cgil Venezia ha seguito la vertenza – che fino all’ultimo non si sapeva dove avrebbe portato. Sul tavolo c’erano le lettere di trasferimento a Milano delle cinque dipendenti, di fatto un licenziamento data l’impossibilità per tutte di trasferirsi ad oltre 250 chilometri di distanza”.

La vicenda prende le mosse dalle difficoltà maturate negli anni di chiusura per Covid e la difficoltà a riprendere il lavoro con ritmi e volumi paragonabili al pre-pandemia.  Il gruppo Argenta ha così disdetto il contratto di gestione stipulato con il gruppo NOV, che per l’ospedale veneziano cura gli aspetti logistici, di manutenzione e commerciali, già scaduto nel 2021 e prorogato per scongiurare un eventuale vuoto di gestione.

“Il tentativo, abbiamo capito quando sono iniziati gli incontri tra le parti, era quello di chiudere il bar – prosegue Brignoli – per riportare il tutto ad un servizio fornito esclusivamente con distributori automatici, settore dove Argenta è leader di mercato con forniture in tutta Italia, sia in istituzioni pubbliche che in aziende private”.

Con la chiusura del bar e la fornitura garantita solo da distributori, Argenta avrebbe risparmiato sui costi di gestione, continuando però a collaborare con l’Ulss3.

Nella vertenza apertasi con la consegna delle lettere di trasferimento alle dipendenti un ruolo determinante lo ha giocato il coinvolgimento dell’intera cittadinanza, indignata dalla volontà manifesta di privare il principale polo sanitario della città storica del servizio di bar. Indignazione che ha portato anche la Regione Veneto e il Comune di Venezia a prendere posizione a supporto delle lavoratrici. A seguito delle pressioni subite grazie al coinvolgimento diretto dell’opinione pubblica, anche Ulss3 e Gruppo NOV, che inizialmente non avevano manifestato l’intenzione di intervenire nella vicenda, hanno rivisto la loro posizione consentendo l’apertura del confronto tra tutti i soggetti coinvolti che ha portato ai risultati attesi.

I tempi per una soluzione positiva della vertenza si sono dimostrati da subito molto stretti, per aver fissato al primo di aprile la data di chiusura del bar e per il trasferimento del personale a Milano.

“Dopo giorni di tensione e di confronti serrati tra le parti – dice ancora il segretario della Filcams – possiamo dire di esserne usciti tutti vincenti; con l'assunzione a pari requisiti contrattuali e salariali di tutte le maestranze coinvolte si sono date risposte chiare e concrete alle richieste della cittadinanza, evitando l’innesco di polemiche che avrebbero visto le istituzioni nella scomoda posizione di dover giustificare una scelta che fin dall’inizio è stata considerata sbagliata”.

Le cinque lavoratrici, quindi, non hanno perso un solo giorno di lavoro, mantenendo nel loro rapporto alle dipendenze della società subentrante il medesimo inquadramento contrattuale, gli scatti di anzianità, la conferma dell’orario di lavoro a tempo pieno. Con il bar dell’ospedale che, nonostante le restrizioni (poche per fortuna) ancora in vigore in questo periodo post pandemico, è di nuovo a pieno regime, garantendo al personale sanitario e ai visitatori un servizio completo, degno di un grande ospedale, il più importante nel centro storico di Venezia.