11/11/2022 ore: 13:47

Trento, appalto pulizie caserme: quando lavorare costa

Tagli sconsiderati e servizio drasticamente ridotto. Protestano lavoratrici e sindacati

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Tagli pesanti alle ore di lavoro e buste paga ridotte a un'inezia che non basta neanche per gli spostamenti necessari ad andare al lavoro. È stato un cambio appalto senza pietà quello che ha colpito le lavoratrici impiegate nella pulizia delle caserme della Polizia di Stato e dei Carabinieri della provincia di Trento: con l'arrivo della Pulitori&Affini di Brescia, la società che si è aggiudicata il lotto 4 di un appalto nazionale Consip, il loro monte ore è stato decurtato dal 30 al 70%. Si tratta dell'ultima, vistosa, riduzione di orari e di stipendi, perché era ormai da 10 anni che si verificavano tagli ad ogni cambio appalto: un sistema noto, che scarica i costi del servizio sulla componente più debole, le lavoratrici, le cui condizioni di lavoro sono andate progressivamente peggiorando fino ad arrivare al paradosso di questo ultimo appalto.


Terminata la fase emergenziale della pandemia, e con questa le sanificazioni e gli interventi straordinari di pulizia che erano stati aggiunti al lavoro di routine, il capitolato ha previsto una riduzione drastica delle ore contrattuali, che però va ben oltre il ridimensionamento dell'impegno lavorativo dovuto al ritorno alla normalità. 

La normalità invece è svanita e al suo posto è arrivata una nuova organizzazione del lavoro che, oltre a lasciare parte delle lavoratrici con contratti di un'ora alla settimana, divisa in due giornate, ha lasciato le caserme prive degli interventi necessari a garantire la pulizia degli ambienti: quello che è stato costruito, in un estremo regime di ribasso, è un capitolato che non ha alcuna aderenza con la realtà del servizio richiesto, un servizio essenziale.


"Considerate le caratteristiche morfologiche del territorio, con un'ottantina di caserme sparse nelle valli del Trentino, alcune lavoratrici sono costrette a fare anche più di 20 chilometri per raggiungere il posto di lavoro per un intervento di mezzora - spiega Luigi Bozzato, Filcams Cgil Trento - il che significa spendere per lavorare più di quanto riescono a guadagnare. Tante sono state costrette a rinunciare e si sono dimesse, di 30 ne sono rimaste 20".

Alla luce del nuovo capitolato caserme di tre piani dovrebbero essere pulite da una sola persona in 45 minuti, due volte la settimana, una missione impossibile.

E i tempi irragionevoli non sono l'unico problema che le lavoratrici si trovano ad affrontare: mancano i materiali per le pulizie, mancano guanti adeguati e persino gli indumenti.


Sono arrivate lamentele dalle caserme, a partire da quelle periferiche, le prime ad essere penalizzate dalla distanza e dalle defezioni delle addette, ma è dalla committenza e dalle disposizioni date proprio dalle singole caserme che dipendono le somme inferiori stanziate per l'appalto e le ripartizioni orarie per struttura, risultate insufficienti per il completamento del servizio.

Il presidio di protesta che lavoratrici e sindacati hanno tenuto il 7 novembre davanti al Commissariato del governo a Trento, nel corso del quale una delegazione è stata ascoltata dal commissario, è stata l'occasione per rendere noti tutti i dettagli della situazione in cui lavoratrici e servizi si trovano, portando così chiarezza sulle motivazioni alla radice delle lamentele arrivate dalle caserme.

"Il capo di gabinetto si è impegnato a convocare le parti al tavolo. Finora l'azienda non ha mai risposto alle nostre richieste di incontro - conclude il funzionario Filcams - denunceremo formalmente quanto sta accadendo anche all'Ispettorato del lavoro, perché la situazione è insostenibile".