17/2/2022 ore: 19:07

Tagli all’orario di lavoro, alla retribuzione e alle prestazioni: è questo il servizio pubblico che vogliamo?

Appalto pulizie Agenzia delle entrate

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L’emergenza sanitaria sta (speriamo) per passare e dobbiamo ammettere di non esserne usciti migliori se, ancora una volta, per aggiudicarsi una gara, le imprese, non tengono conto del costo del personale e dopo il cambio appalto, le lavoratrici e i lavoratori subiscono delle forti ripercussioni sull’orario e sulle retribuzioni. 
L’ennesimo taglio indiscriminato avviene questa volta durante il cambio appalto per l’affidamento dei servizi di pulizia e igiene ambientale delle sedi degli uffici delle Agenzie delle Entrate dove le aziende aggiudicatrici, Formula Servi e Savet, hanno predisposto tagli di oltre il 30% degli orari di lavoro individuale, mentre le prestazioni ed i servizi nel loro complesso rimangono invariati o addirittura in alcune situazioni potrebbero crescere. 
Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio e Umbria, Puglia e Molise sono queste le Regioni interessate e centinaia di lavoratori coinvolti, per la maggior parte part time, che hanno visto diminuire il loro monte ore e di conseguenza la retribuzione.
Stefano, per esempio, è passato da 6 ore al giorno a 4, con una diminuzione del salario di circa 350 euro. Le imprese hanno giustificato i tagli con la diminuzione dei servizi ma non è così: “il lavoro è sempre lo stesso, dobbiamo solo svolgerlo in meno temo.”
“Ma cos’è un gioco? Uno scherzo?” lo ripete più volte Stefano, nel suo bell’accento bolognese, “l’agenzia dell’Entrate, che dovrebbe fare da garante dov’è?”
“Stanno mettendo le persone alla gogna, sotto ricatto, persone che svolgono quel servizio da oltre 20 anni, si sentono dire che devono accettare a quelle condizioni altrimenti possono anche andarsene.”
Ed ora, per i prossimi 3 mesi, le imprese colmeranno il vuoto delle ore tagliate concedendo gli straordinari: “In questo modo ci stanno mangiando un sacco di soldi, senza alcun tipo di rispetto del contratto nazionale” specifica Stefano, “noi perdiamo indennità, Tfr, malattia, tredicesima e quattordicesima, ci stanno mangiando tutto. E questo è il ringraziamento dopo non essersi tirati indietro durante la pandemia? Non ci siamo mai assentati, neanche quando, per 6 mesi, non sono arrivati gli stipendi!”

“Le cose vanno male, lo stato ci ha messo con le spalle al muro, non pensavamo di arrivare a tanto” è Stefania, lavoratrice dell’appalto di pulizia della Agenzia delle Entrate di Torino, che risponde alle domande con al fianco le colleghe. “Lavoro in questa struttura da 22 anni, ero a 20 ore settimanali, ora sono passata a 13 ore e mezzo, la diminuzione in termini di salario la sapremo dopo il 15 marzo, perché al momento vogliono farci coprire il servizio con gli straordinari, un accordo che neanche il sindacato ha condiviso.”
In Piemonte c’è stato un taglio orario del 35%, la regione più colpita, e i tagli si ripercuotono sul servizio: “non abbiamo il tempo necessario per fare la sanificazione di tutte le stanze, i bagni e tutte le procedure necessarie legate al Covid” racconta, confidando che ormai un po’ tutte fanno fatica ad arrivare a fine mese.”

C’è un grande fermento per lo sciopero del prossimo 18 marzo, tutte le lavoratrici e i lavoratori sono pronti ad aderire, “più del 90% nella nostra regione” dice Stefano, “e spero che ci sia la stessa adesione anche nelle altre, perché dobbiamo essere uniti, per riportare l’ago della bilancia su una giusta direzione.”


“Ci stiamo preparando allo sciopero, che faremo davanti alla direzione regionale dell’Agenzia delle entrate di Torino, perché speriamo capiscano. Io” dice Stefania, “sono anche disposta a fare lo sciopero per più giorni, e se le cose non cambieranno, non sarò più disponibile a fare ore in più.”
Anche lei richiama alla responsabilità il committente: “L’Agenzia si metta una mano sulla coscienza e ridia le ore a tutte in tutta Italia, perché la situazione è vergognosa.”