Tagli al personale e aumento dei carichi di lavoro, farmacisti in presidio a Perugia
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Presidio delle lavoratrici e dei lavoratori delle farmacie il 25 ottobre a Ferro di Cavallo, a Perugia, davanti alla farmacia Marcucci, l'ultimo acquisto della multinazionale Ippocrates, che conta adesso quattro farmacie nella regione. Un passaggio di proprietà che ha portato tagli del personale e aumento del carico di lavoro per i dipendenti rimasti.
"È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oltre ai licenziamenti sono stati ridotti i diritti dei farmacisti, obbligati a fare anche i magazzinieri, in una condizione di sfruttamento totale" spiega Vasco Cajarelli, Filcams Cgil Perugia. Un peggioramento delle condizioni di lavoro che va a colpire un comparto già segnato da retribuzioni inadeguate e da un sempre più scarso riconoscimento della professionalità dei suoi addetti.
"La Ippocrates, con un totale di 2000 dipendenti e 377 farmacie, rifiuta di confrontarsi con i sindacati. Abbiamo colto l'occasione per fare un presidio e chiedere a Federfarma, che rappresenta le 230 farmacie dell'Umbria, di aprire la trattativa per arrivare a un accordo regionale", aggiunge il funzionario. "Vogliamo definire ad ogni costo una situazione ormai incresciosa, nella quale figure professionali qualificate, che garantiscono un servizio fondamentale alla cittadinanza, ricevono stipendi insufficienti e allo stesso tempo vedono aumentare mansioni e carico di lavoro".
Si dimentica, osserva Cajarelli, che durante la pandemia queste lavoratrici e questi lavoratori hanno dato un contributo essenziale alla comunità, mentre i loro datori di lavoro registravano utili straordinari. Oggi il nuovo modello di farmacia offre una varietà di servizi, da esami come elettrocardiogrammi e holter ai tamponi, alleggerendo un servizio sanitario nazionale sempre più in affanno, ma gli addetti sui quali tutte queste nuove mansioni ricadono sono sempre gli stessi e, come insegna la vicenda della farmacia Marcucci, sono addirittura di meno.
Il presidio di Perugia ha raccolto l'attenzione delle parti datoriali, Federfarma si è dichiarata disponibile a un incontro. "È necessario intervenire - conclude Cajarelli - per garantire la qualità del lavoro, ma anche del servizio offerto alla cittadinanza".