10/2/2022 ore: 0:00

Su questo palco per rappresentare la condizione lavorativa di molte giovani donne e uomini

Carmela, lavoratrice del settore degli appalti

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Carmela è diventata Rsu da poco più di un anno. Si è rivolta alla Cgil per difendersi, insieme ai suoi colleghi, dai tentativi aziendali di modificare il contratto in maniera unilaterale.
È intervenuta all’assemblea Organizzativa della Cgil, con il collare cervicale, perchè recandosi a Rimini ha avuto un incidente, ma non ha voluto rinunciare all’opportunità di parlare, per la prima volta, davanti alla platea, e “rappresentare la condizione lavorativa di molte giovani donne e uomini, che vedono svanire il loro futuro perché precari, sfruttati e soli!”
“Sulle condizioni assurde dei contratti che io e i miei colleghi abbiamo avuto in questi anni potrei scrivere un libro” racconta Carmela, “partendo dall’inquadramento come facchini, quando noi nel concreto controllavamo e archiviavamo documenti bancari, dalle ferie mai e dico mai pagate, permessi idem, malattia dal terzo giorno, tredicesima e quattordicesima forfettaria, e le prime due settimane di “formazione” come la chiamavano loro a zero euro, non pagavano nemmeno le spese. 
Nel 2019 la nostra cooperativa ha perso l’appalto ed è subentrata un’azienda di Roma. I nuovi capi ci hanno ripresi tutti in carico confermando la nostra assunzione a tempo indeterminato, e riconoscendoci la mansione di impiegati
“Avevamo un contratto vero, ferie pagate, roll, tredicesima, quattordicesima, malattia tutto sembrava migliorato e tutti eravamo felici delle nuove condizioni, fino a quando un giorno è arrivata una delle nostre responsabili di Roma per comunicarci che per motivi di calo di lavoro, l’azienda si vedeva costretta a dover diminuire le nostre ore da 40 a 30 settimanali, trasformando così un contratto full time in un part time a tutti gli effetti. Con un conseguente calo della retribuzione.”
“Quel pomeriggio ci siamo recati in Cgil” racconta Carmen, “e abbiamo mostrato il contratto da firmare spiegando la situazione e chiedendo se fosse lecita una cosa del genere. Ovviamente ci è stato detto di No, che nessuna modifica del contratto può essere fatta in maniera unilaterale e che potevamo tranquillamente non firmare se quelle condizioni non ci stavano bene.”
È iniziata, così, la sua esperienza con la CGIL, quando con i suoi 18 colleghi si sono “fidati e affidati al sindacato. Dopo anni era arrivato il momento di organizzarsi! Ci siamo tesserati e lasciati guidare scoprendo un mondo fino ad allora poco conosciuto”.
“Non posso che essere grata a tutte le persone che ho conosciuto fino ad ora grazie alla CGIL, per la loro disponibilità, per il loro supporto, per il tempo che dedicano a noi delegati, per informarci e per formarci, perché il sapere è un’arma potentissima e più cose sappiamo, più cose impariamo, meno siamo soggetti a soprusi sia come persone, sia come lavoratori. Noi e di conseguenza i colleghi che rappresentiamo.”



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ph Marco Merlini