27/5/2022 ore: 11:30

Pineider, il sindacato ottiene un buon accordo per gli esuberi

Contratto di solidarietà di un anno, incentivo all'esodo, advisor per la ricollocazione: le professionalità verranno tutelate

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Sono stati confermati i nove esuberi alla Pineider di Firenze, ma l'accordo che il sindacato è riuscito a concludere con l'azienda ha reso il distacco delle lavoratrici e dei lavoratori ben più morbido e aperto la strada alla ricerca di una nuova soluzione occupazionale.

Intorno a questo nucleo di magnifici artigiani si sono stretti, oltre alla Filcams e alla Cgil, la Regione Toscana e i media, che hanno seguito con partecipazione le difficoltà dei dipendenti della celebre azienda cartaria e il destino di una produzione di eccellenza che ha fatto parte della grande tradizione fiorentina.

La lotta ha prodotto dei risultati, approdando ad un accordo che la Filcams Cgil considera innovativo: contratto di solidarietà per un anno, a partire dal 6 giugno, al termine incentivo all'esodo pari a 10 mensilità più due per il mancato preavviso, un advisor individuato dall'azienda per la ricerca di una possibile ricollocazione dei dipendenti, accompagnamento alla pensione con l'utilizzo della Naspi a copertura del tempo residuo per la lavoratrice e il lavoratore prossimi al riposo, una dote di 8000 euro per gli uomini e 10000 per le donne che la Regione Toscana mette a disposizione delle aziende che assumeranno i lavoratori licenziati da Pineider, alla quale se ne aggiunge una di 10000 disposta dall'azienda.

"Nel territorio del Chianti abbiamo sottoscritto un Patto per il lavoro - racconta Chiara Liberati, Filcams Cgil Toscana - uno strumento attraverso il quale cerchiamo di intervenire in caso di licenziamento, per reimmettere nel territorio le professionalità colpite. Nel caso di Pineider siamo riusciti a renderlo esigibile anche da parte dell'azienda, che si è comportata in modo deprecabile fin dall'inizio di questa vicenda e così ha continuato, ma si è arresa alla fine alla necessità di mettere qualcosa sul piatto, oltre a un licenziamento collettivo".

Quella che ha visto impegnati il sindacato e i lavoratori è stata una "meravigliosa lotta - dice Chiara  Liberati - il sindacato è stato fondamentale e i lavoratori si sono adoperati con impegno e dignità, in una situazione difficile dove sarebbe stato naturale perdere la misura".

La vicenda conserva il suo sapore amaro perché, oltre al posto di nove lavoratrici e lavoratori, ad andare perduta è una produzione importante, che affonda le sue radici nella tradizione settecentesca della manifattura della carta: risalgono proprio al XVIII secolo gli strumenti che il mastro incisore Stefano Nidiaci utilizza per realizzare le sue opere.

Con i licenziamenti sparisce un'intera sezione della produzione Pineider, proprio quella su cui si fondava l'eccellenza e l'unicità dei suoi prodotti noti in tutto il mondo.

La proprietà ha dichiarato di continuare quella produzione esternalizzandola, racconta ancora Liberati, ma sarà difficile eguagliare in questo modo la qualità artistica degli articoli realizzati da artigiani con anni di esperienza

"La speranza - conclude la funzionaria della Filcams fiorentina - è che da qui nasca qualcosa, che la auspicabile ricollocazione dei lavoratori permetta a questa tradizione di continuare a vivere attraverso le loro mani. Questo è il desiderio del sindacato e delle istituzioni".

L'ultimo giorno di questa trattativa complessa e dolorosa durata un mese, mentre veniva siglato l'accordo tra le parti che prevedeva tutti gli aiuti disposti ma sanciva il licenziamento collettivo, l'azienda pubblicava su suo profilo Instagram i lavori realizzati da quei dipendenti allontanati, e a commento scriveva "L'arte di essere artigiani". Proprio mentre decretavano di non esserlo più.