26/11/2021 ore: 17:08

Pam Panorama, grande adesione allo sciopero. Ora necessario incontro

L’internalizzazione del servizio di pulizia è solo la punta dell’iceberg di una vertenza che si trascina da anni. Ora riavviare il confronto su piano e strategie commerciali

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Si sono raccolti oltre 150 lavoratrici e lavoratori provenienti da tutta Italia davanti al Ministero dello Sviluppo Economico il 24 novembre, in occasione dello sciopero nazionale dei dipendenti del gruppo Pam Panorama, largamente partecipato, e dell’incontro che si è tenuto al dicastero con le organizzazioni sindacali. Un confronto al quale la società si è sottratta.

L’ultima discutibile iniziativa messa in campo da Pam Panorama è stata l’internalizzazione di una quota significativa delle ore dedicate alla pulizia dei punti vendita, fino ad allora affidate alle ditte di pulimento: una nuova mansione non prevista dal contratto nazionale, che sta complicando ulteriormente la vita lavorativa dei dipendenti, messi già a dura prova negli anni da altri scollamenti dal contratto, nuove richieste e un progressivo impoverimento della forza lavoro.

La vertenza approdata al Mise il 24 novembre è soltanto la punta dell’iceberg. “È dal 2009 che abbiamo un contenzioso con questa azienda – racconta Walter Bericotto, delegato romano – tutto è cominciato con la disdetta della contrattazione integrativa, alla quale hanno poi fatto seguito le procedure di licenziamento e le riorganizzazioni, gestite sempre unilateralmente da Pam Panorama: noi non siamo mai stati convocati, ma sempre lasciati fuori da tutto questo”.

Anni segnati anche da “un continuo ricorso alla cassa integrazione e più recentemente da un cambio di format che ha peggiorato la situazione già gravosa della rete”, aggiunge Bericotto. 

In questo quadro si colloca l’ultima richiesta rivolta agli operatori di vendita, fare le pulizie dei negozi, proprio mentre la pandemia, che ha visto questi lavoratori sempre in prima linea, sta tornando al livello di allarme dei periodi più bui. “Un provvedimento che si traduce in esuberi per le ditte di pulimento in appalto all’interno dei supermercati – spiega il delegato – in un netto peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti Pam Panorama, che in un contesto di cassa integrazione con ore in meno non riescono più a rifornire regolarmente banchi e scaffali, e infine in un disservizio per la clientela”.

“Nei primi anni è stato piacevole lavorare in questa azienda, poi c’è stata una brusca frenata – racconta Michelina Manzan, impiegata da 20 anni nell’ipermercato di Villorba, in provincia di Treviso – prima l’interruzione dei rinnovi contrattuali, poi il lavoro domenicale che ha sconvolto la vita dei lavoratori e portato scompiglio nel loro privato”. 

“Una volta il fiore all’occhiello di Pam Panorama era la professionalità, il servizio al cliente – ricorda la delegata – ma oggi il cliente sembra essere quasi un intralcio, perché arriva e ci trova impegnati in una serie di mansioni che non riusciamo a svolgere. Nell’ultimo anno c’è stato un aumento costante di richieste diverse e finiamo per rimanere sempre indietro, senza riuscire a offrire un servizio adeguato alla clientela. L’azienda dice che non ci ha chiesto di correre, ma è quello che siamo costretti a fare quotidianamente: quando apriamo siamo ancora lì a sconfezionare i prodotti, preparare gli affettati, allestire il banco”.

Condizioni di lavoro stressanti, scarsa organizzazione: è così che i nuovi assunti non si fermano. “Degli ultimi 10 arrivati qualcuno è rimasto un’ora, qualcun altro mezza giornata – spiega Michelina – perché vengono abbandonati a loro stessi, senza una formazione adeguata, noi non abbiamo il tempo di seguirli e si trovano davanti ai clienti senza sapere bene cosa fare”.

C’è stata anche una notevole diminuzione del personale negli anni. “Siamo partiti che eravamo 215 e siamo rimasti in 73, quasi tutti part-time. E ora stanno cominciando i pensionamenti. Ci mancava solo l’internalizzazione delle pulizie”. 

Nell’ipermercato dove la delegata lavora sono state sottratte 100 ore mensili alle ditte di pulimento. “Io resisto perché questo lavoro mi piace, ma mi auguro che ci sia una presa di coscienza da parte dell’azienda, che ricordino che il cliente viene per primo ed è il servizio che ci distingue. Se si lavora bene si ottiene molto di più, ma si avrà solo il contrario continuando su questa strada”.

Per i sindacati è stato comunque un incontro importante quello che si è tenuto il 24 novembre al Ministero dello Sviluppo Economico. "Abbiamo registrato l’impegno da parte del Ministero a sollecitare l’azienda a riavviare il confronto su piano e strategie commerciali – ha detto Fabrizio Russo, segretario nazionale Filcams Cgil, al termine del tavolo – e ad affrontare le criticità nodali: investimento e sviluppo, salvaguardia dell’occupazione, mantenimento del perimetro aziendale e recupero della contrattazione integrativa”.