29/7/2022 ore: 10:25

Mense ospedale Rovereto, Dussmann taglia gli stipendi

Intervenga l’Azienda Sanitaria per sollevare l’impresa dall’appalto

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Cambia l'appalto e lo stipendio di 27 lavoratrici viene messo in discussione e decurtato. È successo alle addette dei servizi mensa e cucina dell'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto che con il passaggio a Dussmann, l'azienda subentrata da due mesi a Rekeep, hanno perso gli scatti di anzianità maturati, come se tutti gli anni di lavoro accumulati fossero svaniti nel nulla. 

"Una situazione gravissima - commenta Paola Bassetti, segretaria generale Filcams Cgil Trentino - perché Dussmann si rifiuta di riconoscere quanto previsto dal capitolato e viola la legge provinciale degli appalti, che a ogni cambio prevede sia garantito il medesimo trattamento economico". Una forte clausola sociale, che l'azienda subentrante ha deciso di ignorare. Un atto oltretutto paradossale, considerando che Dussmann è stata già titolare di quello stesso appalto per circa 20 anni, fino al 2011, e quelli che sta azzerando sono diritti che in passato aveva riconosciuto.


Le lavoratrici di lungo corso si trovano oggi alle dipendenze della stessa azienda per la quale avevano lavorato anni fa, ma non la riconoscono più.

Sono loro a subire i tagli più cospicui. Il contratto medio di queste lavoratrici è di 20 ore settimanali, con una busta paga che arriva a 750 euro al mese: con il mancato riconoscimento dell'anzianità chi ha 25 anni di servizio va a perdere 90 euro al mese, chi ne ha 20 avrà 73 euro in meno in busta paga e per chi ne ha quattro il taglio è di 27 euro. Sono cifre che pesano nell'economia di part-time con basse retribuzioni.

"È dura ritrovarsi a una certa età a ricominciare da zero - dice Patrizia, che lavora da 15 anni nella mensa dell'ospedale - non ci sentiamo sicure, la paga è povera, siamo veramente scontente".

Patrizia aveva già lavorato con la Dussmann, ma prima era diverso, racconta. "La sede dell'azienda era qui vicino e ci incontravamo con i nostri referenti quando c'era bisogno di chiarire qualcosa. Adesso è tutto più confuso e non c'è niente che funziona".


I tagli allo stipendio non sono l'unico problema. "Non ci hanno ancora dato le fasce orarie, solo le ore lavorative settimanali e così siamo in balia degli orari che di volta in volta vengono assegnati. Avevamo una vita organizzata, ora è tutto più complicato. Ma continuiamo a fare bene il nostro lavoro, con professionalità e responsabilità".

E, in aggiunta, le ore in questo periodo sono tante. "Facciamo tante ore supplementari perché le colleghe sono in ferie e non c'è abbastanza personale - racconta Ida, impiegata nella mensa dell'ospedale di Rovereto da quasi 14 anni - e i giorni di riposo non sono regolari, vengono stabiliti senza criterio. Prima facevamo cinque giorni lavorativi e due di riposo, adesso capita di lavorare anche nove giorni consecutivi. Abbiamo una famiglia, dei figli".

Filcams e Fisascat hanno cercato subito il confronto con Dussmann, che non ha mostrato alcuna disponibilità e si è sottratta agli incontri programmati con l'Azienda sanitaria.

"Si tratta peraltro di un appalto con un'implementazione di servizi e la Dussmann cosa fa, non si presenta agli incontri e non formalizza l'accordo", aggiunge la segretaria Bassetti. 


Il 27 luglio le lavoratrici si sono raccolte in presidio davanti all'ospedale e al termine hanno votato lo stato di agitazione e il blocco dei supplementari, a partire dalla prossima settimana.

I sindacati chiederanno formalmente all'Azienda sanitaria "di sollevare Dussmann dalla gestione del servizio perché non rispetta le condizioni del bando d'appalto", si legge nel comunicato che ha accompagnato la protesta, e notificheranno "all'azienda e al servizio lavoro la scadenza imminente per l'assegnazione delle fasce orarie definitive nei contratti delle lavoratrici, come previsto dalla legislazione vigente".

I due mesi di moratoria dal cambio di appalto sono ormai al termine, l'organizzazione del lavoro appare ancora non definita e le sollecitazioni dei sindacati inascoltate.

"Abbiamo lottato per ottenere questa legge provinciale - conclude Bassetti - e continueremo a lottare perché venga rispettata. È inaccettabile che le conquiste fatte in questi anni vengano calpestate in questo modo, ancora di più da un’impresa, multinazionale tedesca, che ha bilanci in positivo per milioni di euro e si arricchisce sulla pelle di lavoratrici e lavoratori, calpestando norme e accordi nazionali e territoriali, con arroganza e mancanza di rispetto di chi per vivere deve lavorare. "