9/9/2005 ore: 18:32

LA FILCAMS IN CONGRESSO A FEBBRAIO 2006 CON 515 DELEGATI

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9 settembre 2005

LA FILCAMS IN CONGRESSO A FEBBRAIO 2006 CON 515 DELEGATI
OdG del comitato direttivo contro i licenziamenti e le discriminazioni alla base USA di Camp Darby

La Filcams svolgerà il proprio congresso in tre giorni compresi, a seconda delle condizioni e opportunità logistiche, tra il 13 e il 23 febbraio 2006 a Cefalù (Palermo). È quanto ha deciso il comitato direttivo nella riunione di mercoledì 7 e giovedì 8 settembre.

L'assise congressuale sarà formata da 515 delegati ed esprimerà il rapporto di un delegato ogni 600 iscritti. La rappresentanza regionale minima sarà di due delegati.

Il direttivo, con un documento che riassume l'andamento del dibattito e le conclusioni, ha espresso una valutazione positiva della sintesi unitaria alla quale è giunto il direttivo nazionale della Cgil. Il documento unico varato dal direttivo confederale consentirà infatti di svolgere un congresso non su documenti contrapposti, ma su un documento per tesi, due delle quali presentano opzioni diverse.

Il documento approvato dal direttivo Filcams mette in luce come le analisi contenute nella relazione introduttiva e nelle conclusioni del segretario generale e le conclusioni del direttivo del 23 e 24 maggio 2005, direttivo che aveva affrontato le specifiche politiche contrattuali del terziario, e che rappresentano, com'è scritto nel documento, «il contributo che la Filcams consegna al dibattito congressuale, con l'obiettivo di arricchire le analisi contenute nei documenti congressuali confederali».

Il direttivo ha inoltre preso posizione contro 86 licenziamenti e la mancata riconferma di 53 contratti a termine, tutti lavoratori civili, da parte della base USA di Camp Darby, nel territorio delle province di Pisa e Livorno.

La Filcams denuncia ancora una volta la discriminazione operata nei confronti dei lavoratori e della federazione Cgil del terziario, poiché l'Amministrazione USA non riconosce la rappresentanza Filcams, escludendola dal tavolo negoziale, «perpetuando così una anacronistica e colpevole posizione da guerra fredda».