20/1/2023 ore: 15:26

Il lavoro domestico e il diritto a un salario dignitoso

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Quello del lavoro domestico è un settore estremamente debole. Si tratta di debolezze salariali e normative, spiega Emanuela Loretone, Filcams Cgil nazionale. "Un insieme di vulnerabilità che hanno indotto a mantenere la previsione contrattuale grazie alla quale oggi arriva il discusso adeguamento salariale calcolato in base agli indici Istat.”

"Nonostante ciò, negli anni non ci sono stati adeguamenti consistenti - spiega Loretone – e il contratto nazionale di lavoro demanda alle parti sociali la definizione di un accordo sulle modalità di corresponsione: se non lo trovano, l'adeguamento è automaticamente dell'80% dell'indice Istat per i salari minimi e del 100% per vitto e alloggio. Una misura non contrattabile".

La richiesta di scaglionamento avanzata dalle Associazioni datoriali, spiega ancora la funzionaria, avrebbe determinato una perdita immotivata di salario per le lavoratrici e i lavoratori. "Era una richiesta non accettabile, tra l'altro le associazioni datoriali non erano neanche in accordo tra loro su come suddividere lo scaglionamento".

Le Organizzazioni sindacali, tiene a precisare Loretone, riconoscono le difficoltà, anche economiche, che le famiglie affrontano nel farsi carico della cura di anziani, bambini e disabili. "Abbiamo sempre richiesto, ai vari governi che si sono succeduti, delle misure per sostenere le famiglie e per regolarizzare quanto più possibile un settore dove su oltre due milioni di occupati soltanto 961.358 hanno un contratto regolare. Le Organizzazioni sindacali hanno voluto tutelare lavoratrici e lavoratori e rivendicare l'applicazione del contratto nazionale".

"È necessario affrontare la questione mantenendo una visione complessiva del settore - conclude la funzionaria Filcams - chiedendo al Governo di fare investimenti nella cura delle persone, dove al momento, grazie alle famiglie, risparmia più di 11 miliardi di euro l'anno, e ricordando la posizione svantaggiata nella quale si trovano colf, badanti e baby sitter. Di loro non si tiene mai conto, basta ricordare quello che è accaduto durante la pandemia, quando sono stati gli unici a non ricevere il FIS con causale Covid e in molti casi hanno perso il lavoro. È un settore che merita maggiore attenzione".