6/6/2022 ore: 15:05

Ast Terni, partono gli esuberi per la sicurezza in appalto

Ancora nessuna risposta dalla proprietà sulla possibilità, caldeggiata dal sindacato, di una ricollocazione interna

Contenuti associati

Un piano industriale non è stato ancora presentato, ma quel che è abbastanza certo dopo il cambio di proprietà alla Ast - Acciai Speciali Terni - è che il neo insediato Gruppo Arvedi ha intenzione di sfoltire il comparto della vigilanza in appalto a Securitalia.
L'acciaieria dispone di una quarantina di vigilanti interni, ai quali si aggiunge questo appalto, che la proprietà precedente aveva particolarmente implementato, raggiungendo la quota di 75 addetti, tra vigilanza armata e non armata.
Una cifra considerevole di addetti, della quale la nuova proprietà non vede la necessità: il problema però, come è consuetudine, è che a fare le spese delle diverse valutazioni e dei passi indietro poi alla fine sono soltanto i lavoratori, per i quali non è stata ancora profilata una soluzione, mentre i primi esuberi vengono posti in ferie o utilizzati per tamponare assenze in altri appalti della stessa ditta. Sono 11 gli esuberi dichiarati nell'immediato, che a giugno diventeranno 25 ed entro fine anno 40, più della metà quindi.

"A quel punto abbiamo deciso in accordo con i lavoratori di intraprendere un percorso sindacale - racconta Lucia Rossi, segretaria generale della Filcams Cgil di Terni - perché la soluzione più probabile sembrava il trasferimento dei lavoratori verso altre attività che Securitalia ha in appalto, ma non a Terni, dove hanno soltanto questo all'acciaieria. Ci hanno detto che ci avrebbero fornito un elenco di città dove potrebbero essere ricollocati". Non un licenziamento tout court quindi, ma un trasferimento in altre località, non necessariamente vicine, con tutte le difficoltà che questo comporta dovendo far fronte alla prospettiva con uno stipendio insufficiente.
"Il prefetto vicario, che abbiamo incontrato per la procedura di raffreddamento in vista dello sciopero, si era assunto l'impegno di interpellare la proprietà per capire se c'era la possibilità di ricollocare questi lavoratori all'interno dell'acciaieria con altre mansioni - spiega Rossi - ma di questo impegno, nonostante i tentativi fatti poi di ricontattarlo, si sono perse le tracce". Insieme allo sciopero, il 30 maggio, è stato organizzato anche un presidio davanti all'acciaieria alle 5 del mattino. "Abbiamo voluto farlo al passaggio delle lavoratrici e dei lavoratori delle ditte in appalto, che sono tante all'Ast oltre a Securitalia, e volevamo che fossero tutti a conoscenza di quanto stava accadendo e di quale fosse l'impostazione della nuova proprietà, che sembrerebbe intenzionata, da quel che abbiamo potuto cogliere in assenza di un piano definito e ufficiale, ad espandere le attività produttive e al tempo stesso a ridimensionare gli appalti".

Anche l'amministrazione comunale, incontrata quel giorno, ha assunto l'impegno di confrontarsi con la proprietà in merito a una possibile ricollocazione, ma anche da quel fronte non è ancora arrivata nessuna notizia. "L'unica certezza, al momento, è che stanno scattando i primi esuberi. La situazione è critica - dice la segretaria della Filcams ternana - parliamo di 40 lavoratori per la maggior parte ancora lontani dalla pensione. Speravamo in un incontro con i vertici dell'acciaieria, per verificare l'ipotesi del ricollocamento interno, che vedrebbe i lavoratori d'accordo. A loro interessa continuare a lavorare nella loro città". E tutto questo viene affrontato e portato avanti da un sindacato che, come avveniva anche con la Thyssenkrupp, non è riconosciuto dalla proprietà, che contrattualmente si interfaccia soltanto con la categoria dei metalmeccanici. "Abbiamo diverse ditte in appalto che operano nei multiservizi, come ce ne sono altre nel settore edile, sono tante, ma per loro è come se non esistessimo. Abbiamo appena inviato l'ennesima richiesta di incontro - conclude Lucia Rossi - ma non abbiamo ricevuto ancora risposta. Per questo non ci fermeremo e continueremo a portare avanti le nostre iniziative, fino a che la situazione non verrà chiarita e non verranno individuate delle soluzioni".