Acciona Mobility Italia chiude definitivamente il servizio sperimentale di moto sharing, 37 esuberi nelle due unità produttive di Milano e Roma
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Indisponibilità alla ricollocazione proposta dai sindacati, si tratta su incentivi all’esodo e percorsi di outplacement
Chiude definitivamente i battenti il servizio di moto sharing avviato in via sperimentale nel 2019 da Acciona Mobility Italia, società del gruppo Acciona, la multinazionale del settore energia, costruzioni e infrastrutture e di trasporto innovativo presente nel Bel Paese con due unità distributive a Milano e Roma e 39 addetti.
La direzione societaria ha formalmente trasmesso alle organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs una procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività per 37 lavoratori a tempo indeterminato, di cui 3 quadri e 34 impiegati e 2 lavoratori a tempo determinato, a far data rispettivamente dal 16 marzo e dal 12 aprile 2023.
Nel corso del primo incontro nell’ambito dell’esame congiunto della procedura i sindacati hanno stigmatizzato la scarsa competitività ed attrattività del marchio, anche considerata l’espansione dei servizi di mobilità sostenibile negli ultimi anni.
La direzione aziendale ha evidenziato le criticità legate allo svolgimento del servizio, connesse al numero di percorrenze, alla temporalità dei percorsi e, soprattutto, alle condizioni stradali legate al manto e buche, furti, danneggiamenti elevatissimi, costi assicurativi e di manutenzione che non hanno reso proficue le rendite come in altri paesi ove sono presenti.
In prima analisi e vista la determinazione della cessazione delle attività, i sindacati hanno proposto soluzioni alternative agli esuberi, dalla disponibilità di ricollocazione anche su altri paesi ove il gruppo è presente, senza escludere la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali previsti dalla Legislazione italiana anche per il 2023 alla Cigs per cessazione di attività. L’azienda si è dichiarata indisponibile alla ricollocazione e preferisce la definizione di un percorso procedurale celere, auspicando accordo nella fase sindacale senza ricorso alla fase Ministeriale, rinunciando altresì ad eventuali ammortizzatori, proponendo incentivazione all’esodo, percorsi di outplacement e pagamento dei periodi intercorrenti il termine dei 75 giorni in caso di accordo. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs hanno richiesto di quantificare la proposta incentivante al fine di informare tutti i dipendenti in assemblea.
La direzione societaria si è impegnata a far pervenire nei prossimi giorni proposte qualitative e quantitative utili da sottoporre alle maestranze nonchè alcune date possibili per lo svolgimento di un nuovo incontro in sede sindacale.