28/9/2023 ore: 21:59

A Spello, la tappa umbra di Turismo sotto sopra

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Umbria terra di santi e di precari è il titolo provocatorio che la Filcams Cgil Perugia ha scelto per l’iniziativa svolta a Spello lo scorso 27 settembre nell’ambito della campagna “Mettiamo il turismo sotto sopra”.
La tappa umbra ha tentato di mettere a confronto giovani, lavoratrici, istituzioni e parti datoriali per ribaltare la falsa narrazione che lamenta la mancanza di lavoratori e di giovani preparati alla professione che abbiano voglia di impegnarsi. 
Tante le testimonianze delle lavoratrici del settore che hanno denunciato le pessime condizioni di chi lavora: chi tramite un video, ma a volto coperto, per la paura di possibili ritorsioni anche se ormai il racconto appartiene al passato, oppure chi ha partecipato all’iniziativa, come Giulia Falistocco, operatrice museale. “La svalutazione del lavoro culturale è la vera piaga in questo paese” racconta Giulia “contratti precari, a termine, contratti non riconosciuti con stipendi sempre più bassi, che non rispettano la professionalità e la preparazione degli operatori del settore. Chiediamo agli enti e alle istituzioni pubbliche di coordinare le realtà museali per avere un terreno uniforme e non sottrarsi alle responsabilità, e monitorare le condizioni di chi lavora.”
Voce anche ai giovani, tramite le parole di Damiano Manzoni, della Rete degli Studenti Medi di Perugia, che ha ribadito la disponibilità ad imparare e lavorare con impegno, ma nel riconoscimento dei diritti e con un salario rispettoso. E non in nero, come molti suoi coetanei sono costretti a fare. 
“Queste sono solo alcune delle tante storie che varcano le nostre Camere del Lavoro” ha affermato Marta Melelli, segreteria Filcams Cgil Perugia. “Storie che rappresentano la quotidianità dell’offerta di lavoro nel settore del Turismo nei nostri territori. Part time involontari, disponibilità all’iperflessibilità, svalorizzazione delle professionalità e della formazione: il Turismo vissuto come laboratorio di ultraprecarietà. E va ricordato che la maggioranza degli occupati è donna. 
Un settore inquinato appunto da offerte irregolari, lavoro nero, errata applicazione contrattuale, contratti pirata e paghe irrispettose, turni massacranti, esternalizzazioni e appalti al ribasso, subappalti, straordinari non pagati, non riconoscimento di ferie, riposi, malattia.”

“Mettiamo il turismo sottosopra è il titolo giusto, c’è chi racconta del sopra, mentre noi come ispettorato siamo chiamati a verificare la parte sotto: le testimonianze raccontate anche dalle lavoratrici, quotidianamente ci vengono denunciate in ufficio.” Ha aperto così il suo intervento Dina Musio, direttrice dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Perugia, che ha raccontato l’attività di vigilanza costante fatta dal suo ufficio: “Le ispezioni nel settore del turismo e nei pubblici esercizi hanno fatto emergere tante irregolarità: circa dell'85%, con picchi del 91% nel periodo estivo. Molte insidie, inoltre, negli appalti, dove siamo intervenuti per il mancato rispetto della clausola sociale e dove si riscontra l’applicazione di cosiddetti contratti pirata. Oltre alla verifica e al controllo sui contratti di lavoro, sono emerse molte criticità in materia di salute e sicurezza sul luogo del lavoro.”
Di altra opinione Simone Fittuccia, presidente Federalberghi Umbria, secondo il quale le irregolarità e il lavoro nero sono assenti nelle strutture ricettive di tipo classico, mentre si annidano esclusivamente nel settore extralberghiero, in particolare affitti brevi e case vacanze. Le strutture alberghiere, inoltre, hanno valutato negativamente l’esternalizzazione dei servizi appaltati a ditte esterne, tanto da avere re-internalizzato il servizio, migliorandone la qualità. Fittuccia, però, ha confermato la carenza di personale e la necessità di individuare nuove risorse lavorative da formare, visto che in tanti scappano verso altri settori come la logistica, e ha riconosciuto l’importanza del contratto nazionale per evitare il proliferare di situazioni di irregolarità e ha manifestato la disponibilità per arrivare ad un accordo quanto prima. 
Alle sollecitazioni dei partecipanti che chiamano in causa le istituzioni ha risposto la Presidente della Regione Donatella Tesei, presente all’iniziativa: “Lavoro, formazione e competenza, sono gli elementi sui quali la Regione Umbria si sta impegnando con tante iniziative e sostegno alle imprese” ha affermato la presidente, ricordando l’impegno per “creare le condizioni abilitanti per far crescere il comparto del turismo nella regione, sostenendo i grandi eventi, le imprese culturali e le infrastrutture. La valorizzazione dei musei è fondamentale per una regione come la nostra, devono essere messi in rete farli dialogare ed essere messi a disposizione della comunità.”
"Tanta attenzione viene posta anche - ha proseguito la Presidente - sul tema della retribuzione lavorativa, perché è necessario valorizzare le risorse del lavoro, che sono fondamentali in questo settore.”
Servono risposte, quindi, e investimenti per dare prospettive e futuro ai tanti giovani, quelli che fuggono dall’Umbria in cerca di altre opportunità e quelli che restano. 
“Alle parole devono seguire i fatti” ha affermato Monja Caiolo, segretaria nazionale Filcams Cgil nel suo intervento conclusivo.

Turismo sotto sopra, alla sua seconda edizione, è stato caratterizzato dalla collaborazione e dal confronto, sia con le lavoratrici e i lavoratori del settore, con i giovani della Rete degli studenti e UdU, sia con le istituzioni e le parti datoriali incontrate a livello territoriale. 

"Ora auspichiamo un dialogo più costante per individuare insieme un nuovo modello di turismo sostenibile e responsabile, per diffondere una cultura della legalità e un’imprenditoria sana. 
Per questo servono politiche mirate e il rinnovo dei contratti nazionali, con l’obiettivo di migliorare condizioni di lavoro e salario, incrementare e valorizzare il personale con i giusti riconoscimenti: sono le lavoratrici e i lavoratori il valore aggiunto, sono loro l’elemento indispensabile per offrire un servizio di qualità. Ciò vale anche per il comparto della Cultura, parte fondamentale della filiera turistica, dove gli appalti sono pubblici, ma, spesso, alla valorizzazione dei musei non si accompagna quella delle lavoratrici e dei lavoratori, con bandi per le gare d’appalto che mettono in discussione la clausola sociale, generando esuberi, e che non danno indicazioni stringenti sul contratto nazionale da applicare, creando discriminazioni salariali e normative, che, nell’ottica del risparmio, incrementano il ricorso al part time involontario. Il lavoro povero nella filiera turistica è una fortissima contraddizione rispetto all’ingente ricchezza che questa produce.”