Cerved Group, scatta un nuovo stato di agitazione per i 2.700 dipendenti della tech company specializzata in servizi alle imprese
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Il 15 maggio una riunione del coordinamento unitario Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs valuterà le iniziative di mobilitazione
Scatta un nuovo stato di agitazione per i 2.700 dipendenti di Cerved Group, la tech company italiana specializzata in servizi alle imprese. La protesta, che segue le iniziative di sciopero e mobilitazione degli ultimi mesi, è stata indetta dalle organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs insieme al coordinamento unitario delle delegate e dei delegati, a fronte di prospettive aziendali sempre più incerte e di intenzioni strategiche sempre meno comprensibili, anche a causa dei frequenti cambi al vertice.
In occasione dell’ultimo incontro con la direzione aziendale, svoltosi lo scorso 6 maggio, l’azienda ha comunicato l’ennesimo avvicendamento nella governance, con l’ingresso del nuovo CEO e del nuovo Presidente, senza tuttavia fornire alcuna rassicurazione rispetto al futuro del Gruppo. Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per l’assenza di una visione chiara e condivisa sul piano industriale, chiedendo un confronto diretto con il nuovo management e annunciando l’intenzione di portare la vertenza all’attenzione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per ottenere maggiore trasparenza sulle strategie aziendali.
Allo stesso tempo, l’azienda ha dichiarato la volontà di modificare l’attuale accordo sullo smart working faticosamente raggiunto, regolato dal contratto integrativo aziendale, proponendo un aumento significativo dei rientri mensili in sede per i lavoratori da remoto: da 5 a 12. Una proposta giudicata irricevibile dalle organizzazioni sindacali, che hanno ribadito come lo smart working rappresenti un elemento centrale di un’intesa più ampia, che comprende anche la riduzione dell’orario di lavoro a 38 ore settimanali. Mettere in discussione una parte dell’accordo significa, di fatto, mettere in discussione l’intero impianto contrattuale.
In un contesto segnato da forti incertezze e relazioni industriali in rapido deterioramento, anche i nuovi programmi formativi annunciati dall’azienda risultano scollegati da una strategia chiara e appaiono fonte di ulteriore preoccupazione.
Le modalità delle iniziative di mobilitazione saranno definite nel corso della prossima riunione del coordinamento nazionale unitario in programma il 15 maggio.