Unicoop Firenze si lancia nell’elettronica
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giovedì 3 novembre 2005
Pagina 14 Economia & Lavoro
Unicoop Firenze si lancia nell’elettronica
Costituita una joint venture con Cdc che porterà allo sviluppo di una catena di negozi
di Francesco Sangermano / Firenze
L’OBIETTIVO è unire le forze per diventare il gruppo leader a livello nazionale nel campo dell’elettronica di consumo. Una sfida da affrontare attraverso la joint venture tra Unicoop Firenze e Cdc presentata ieri dai rispettivi presidenti, Turiddo Campaini e Giuseppe Diomelli, che porterà allo sviluppo della catena di negozi “Compy Superstore”. L’accordo prevede la cessione da Cdc a Unicoop del 52% della società “Cdc Superstore”, già attiva con due punti vendita in Italia, con la società di Fornacette, in provincia di Pisa, che sarà il fornitore ufficiale ed esclusivo, per almeno 15 anni, dei Compy Superstore. Ad Unicoop andrà così il 52% delle quote di Cdc Superstore a un prezzo pari al valore patrimoniale netto maggiorato di un sovrapprezzo stimato preliminarmente in 1,5 milioni di euro di costi di startup. Cdc, da parte sua, cederà anche il marchio Compy per un valore di 2,5 mln euro che portano così il valore complessivo dell’operazione a 4 milioni di euro. Un’operazione, intanto, che ha già portato i primi frutti positivi a livello borsistico col titolo Cdc schizzato al rialzo (dagli 8,96 euro del 27 ottobre ai 9,52 di ieri, giornata in cui ha toccato anche i 9,75) non appena la voce della joint ventures si è diffusa. I dettagli dell’accordo sono stati inviati all'Antitrust, ma sia Diomelli sia Campaini sono convinti che «il nulla osta sarà rilasciato».
Adesso, però, Unicoop e Cdc si ritroveranno insieme per rivedere («al rialzo» precisano i due presidenti) il piano industriale varato su Cdc per il periodo 2005-2009 che prevedeva l’apertura di 15 punti vendita con un investimento di 30 milioni di euro e un fatturato stimato in 200 milioni. Non solo. Campaini ha infatti auspicato che la partnership con Cdc «non si chiami solo “Compy Superstore” ma possano essere individuati anche altri tipi di rapporti sinergici come definito in una lettera di intenti siglata a latere dell’accordo».
E se da un lato arriva un no comment su un prossimo ingresso da parte di Unicoop nell’azionariato di Cdc, Campaini ammette dall’altro l’interesse a sviluppare nei prossimi mesi la presenza a Roma e in Campania. Non di meno, la principale cooperativa toscana potrebbe presto aumentare la propria quota all’interno della Banca Monte dei Paschi di Siena di cui adesso detiene l’1,5% («Vedremo» ha glissato Campaini). Non è insomma escluso che, dopo Obi per il bricolage e Cdc per l’elettronica, possa presto arrivare la terza joint ventures proprio con BMps. «Penso ad una serie di servizi per i nostri soci - ha ammesso in conclusione Campaini - che potrebbero essere una buona opportunità per noi e per la banca».
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