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Un coro di no contro la Cgil e in difesa della Biagi

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    venerd? 14 aprile 2006



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    NOVIT?. LA ?LOTTA ALLA PRECARIET?? DI EPIFANI VALE PI? DELL’ABROGAZIONE
      Un coro di no contro la Cgil e in difesa della Biagi

      ?Superare? o ?abrogare?, ?modificare? o ?cancellare?? La partita che la Cgil gioca sulla legge Biagi e la riforma del mercato del lavoro non ? un dilemma lessicale ma politico. Investe, come dimostrano le polemiche subito ripartite, lo stesso modo in cui si rapporter? alle altre parti sociali e al nuovo governo. Aprendo il recente XV congresso della Cgil Epifani aveva parlato di ?andare oltre? la legge 30, ?ribaltandone la filosofia e cancellare tutte le norme che precarizzano il rapporto di lavoro?. Prodi, sempre a Rimini, si era limitato a chiedere ?significative modifiche?, facendo imbufalire la Fiom. A fine congresso, per?, nel documento finale, la sinistra interna torna a battere cassa e rispunta il termine ?cancellare?. ?Epifani - racconta una fonte cigiellina - poteva farla l? la battaglia, ma voleva chiudere il congresso in modo unitario. Aspettiamo, ci disse?. L’altro giorno, al comitato direttivo, l’ala dura (Fiom di Rinaldini e Cremaschi in testa), galvanizzata dal successo elettorale di Prc e pdci, torna alla carica e presenta emendamenti, poi ritirati, per chiedere ?l’abrogazione? tout court della legge ma nel documento finale non ve n’? traccia: ?lotta alla precariet? c’? scritto. E se le parole sono importanti, gli slogan lo sono altrettanto. In conferenza stampa Epifani, incalzato dai giornalisti, esclude ?ritocchi? e chiede ?una nuova legge in cui il lavoro a tempo determinato sia il punto di riferimento?, tornando pi? volte sulla lotta alla precariet? come priorit? e orizzonte. Poi dice: ?certo, non ? facile, se cancelli devi allo stesso tempo riscrivere senza soluzioni di continuit?. Questo andr? fatto?. E al Riformista spiega, a latere: ?Ai vuoti corrispondono i pieni?, aggiungendo (in sostanza) ?con Cisl, Uil e Confindustria parleremo presto, i contratti li stiamo chiudendo bene, sono ottimista su una nuova stagione di dialogo?. Sui giornali dell’indomani il tutto per? diventa ?La Cgil vuole abolire la 30?. ?Il confronto con la sinistra interna ? solo rinviato?, spiega la nostra fonte, ?ma non appena le parti sociali tornano a dialogare e il governo ci chiama, il quadro cambia. Il punto di equilibrio sar? una nuova legge, che porter? a nuove normative: molte cose della Biagi cadranno, qualcosa no, ma il faro sar? combattere le precariet? non cancellare e basta. Star? a Cremaschi (che ieri ? tornato a ribadire: ?La concertazione nasce morta?, ndr.) e a ai suoi volere lo scontro, in un quadro che sar? neoconcertativo, ma stavolta lo perderanno?.

      La Uil fa sapere con Angeletti che ?se la Cgil continua a insistere sull’abrogazione della Biagi la concertazione non far? un metro? (ma riconosce che molte modifiche vanno fatte) mentre dalla Cisl - dove dovrebbero annidarsi gli ostacoli al dialogo confederale (il nuovo segretario Bonanni ? uno strenuo difensore della Biagi) si getta acqua sul fuoco: ?A ragionare e lavorare insieme siamo obbligati, come parti sociali - spiega l’aggiunto Baretta - e le distanze sulla Biagi non ci divideranno. Dopo questo mese di “vacanza” istituzionale il governo ci chiamer? per discutere di Dpef: vuol dire parlare di crescita ma anche di mercato del lavoro. I tavoli s’intrecceranno e molti nodi si scioglieranno?. Del resto, lo stesso Bonanni appariva gi? pi? conciliante, ieri, nel chiedere a Epifani ?coraggio, pazienza? e obiettivi nuovi ?per un’intesa con pi? tutele al lavoro flessibile?.
        A leggere, sempre ieri, le dichiarazioni di molti attori sociali, per?, la matassa s’? gi? ingarbugliata. Da Confindustria, Confcommercio, Cna e Confesercenti (le ultime due vicine alla sinistra politica) arriva un coro unanime: ?La legge Biagi non si tocca?. Il centrodestra gongola: il ministro Maroni ritiene che ?cos? vince Rifondazione? e il sottosegretario Sacconi si domanda caustico ?come il Senato accoglier? la controriforma Biagi?. Certo ? che il centrosinistra si trova con una materia sempre incandescente, tra le mani: il programma dell’Unione relativo al mercato del lavoro - materialmente pensato e scritto dai due responsabili riformisti del settore di Ds e Margherita, Cesare Damiano e Tiziano Treu ma firmato anche dal rifondarolo Paolo Ferrero, si limita a parlare di ?superamento?. Ma se Treu ripete che ?alcune norme vanno cancellate, altre modificate, altre conservate? e sottolinea critico che ?abrogare pu? servire da sfogo ideologico ma governare ? un’altra cosa?, Damiano sospira e cerca la quadra: ?La convergenza della Cgil e delle altre organizzazioni sindacali con il programma dell’Unione c’? e noi abbiamo scritto “superare” col fine di arrivare a una profonda riscrittura della legislazione sul lavoro del centrodestra che non riguarda solo la legge 30 ma anche il libro Bianco di Maroni. Flessibilit? buona per noi vuol dire contratti a termine, lavoro interinale e a progetto ma il tempo indeterminato deve tornare la norma e queste forme costare di pi?. Soprattutto dice una cosa, Damiano: ?Non trovo la Cgil n? arroccata n? ideologica?. E un ex riformista di ultra-minoranza come lui se ne intende.

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