23/10/2000 ore: 9:55

Fondi: L’Italia è all’avanguardia ma ora occorrono i fatti

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Lunedì 23 Ottobre 2000
norme e tributil
L’Italia è all’avanguardia ma ora occorrono i fatti

di Sergio Corbello*

È un altro paradosso del sistema della previdenza complementare. Ma se si analizza la proposta di direttiva Ue è agevole rilevare come essa non abbia sostanziali ricadute per l’Italia, giacché sia l’ordinamento nazionale (Dlgs 124/93 e decreti derivati) sia la sua effettiva applicazione risultano molto più avanzati di quanto Bruxelles abbia delineato.

Le scelte circa la tipologia dei Fondi pensione, l’assetto della vigilanza, la fondamentale garanzia offerta da un istituto come la banca depositaria, la netta separazione (anche di soggetti preposti) tra il momento dell’accumulo del risparmio previdenziale e quello di erogazione delle rendite fanno del Dlgs 124/93 (e decreti susseguenti) un corpus di norme di grande validità e coerenza, che certo potrebbe assumersi quale modello per partner europei dove a una ben più robusta realtà di previdenza complementare fanno da contraltare regole di tutela di livello assai più modesto.

Circa il nodo cruciale degli investimenti, la scelta compiuta dal Dlgs 124/93 di demandarne la realizzazione a operatori specializzati e il sapiente mix di liberismo e ancoraggio a mercati regolamentati contenuto nel Dm del Tesoro 703/96 paiono essi pure più meditati, lungimiranti e quindi paradigmatici della generica disciplina che la proposta di direttiva reca.

Nonostante l’indubbio modesto sviluppo che tuttora caratterizza il comparto a livello nazionale, si deve registrare una concreta e puntuale attuazione delle regole legislative dianzi richiamate. In tema di tutela sussiste una specifica Authority, la Commissione di vigilanza (Covip), che opera, nonostante l’estrema limitatezza delle risorse, con notevole efficacia e professionalità, assicurando valido presidio al risparmio previdenziale.

Venendo ad altri profili del documento europeo, va rilevato come il principio di separatezza tra i promotori dei Fondi (sia in chiave collettiva che regolamentare) e i Fondi stessi risulti elemento portante del nostro ordinamento, ormai ampiamente metabolizzato dall’operatività di settore. Le regole di puntuale informativa agli iscritti sono patrimonio comune di tutti i Fondi pensione e oggetto di particolare attenzione da parte di Covip, al pari della trasparenza contabile e di bilancio. La scelta legislativa di incentrare la previdenza complementare sui regimi a contribuzione definita ha azzerato in radice i delicati problemi connessi ai Fondi pensione operanti a prestazione definita e la circostanza che l’attribuzione delle rendite faccia carico (di fatto esclusivamente) a compagnie di assicurazione ha sterilizzato il rischio demografico per il soggetto Fondo.

Va inoltre evidenziato che dalla direttiva non deriverà per l’Italia alcuna particolare occasione di sviluppo e miglioramento delle proprie istituzioni. Essa segnerà comunque un passo avanti anche in ottica nazionale: la prospettiva di assicurare ai lavoratori italiani, che si trasferiscano in altri Paesi, il futuro radicarsi in tutto il territorio Ue di regole di tutela non dissimili da quelle validamente offerte e applicate nell’ordinamento italiano. Il vero passo avanti sarebbe tuttavia far sì che, nell’ambito dell’Unione stessa, si pervenga alla determinazione di una comune e positiva disciplina tributaria per la previdenza complementare. Questo elemento, affiancato a buone regole di sicurezza, sarebbe veramente in grado di rendere la previdenza complementare un reale e affidabile sostegno per i sempre più ridotti trattamenti offerti dai sistemi pensionistici di base.

*Presidente Assoprevidenza