"Mondo" Clienti-comparse da McDonald´s per nascondere il boicottaggio
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IL CASO LE PROTESTE Nel fast food del Cairo l´azienda reagisce alla campagna anti-americana ricorrendo agli attori Clienti-comparse da McDonald´s per nascondere il boicottaggio
Nel poster anti-Usa compare un panino, al posto dell´hamburger un bimbo palestinese morto
IL CAIRO - Che cosa ci fa lo stesso sacerdote azharita, con tonaca grigia e cappello biancorosso, giorno dopo giorno, seduto all´identico tavolo del McDonald´s di piazza Tahrir? E chi sono queste decine di clienti che improvvisamente affollano il locale, entrando ordinatamente e poi sparpagliandosi, ma in modo da essere ben visibili attraverso le finestre sulla strada? Perché hanno le stesse facce di quelli che c´erano a pranzo, e ieri? La risposta è: perché sono comparse ingaggiate per rispondere al boicottaggio contro l´America che parte dai suoi simboli: hamburger, Coca-Cola e patatine, tu chiamale, se vuoi, freedom fries e nessuno qui te le mangia più. Il McDonald´s che fa finta di niente si affaccia su una delle piazze più importanti del Cairo, ora più che mai. Dall´altro lato della strada c´è l´università americana, poco oltre il Mugamma, castello degli incubi della burocrazia egiziana. Da qui sono partite, o qui sono state stroncate tutte le manifestazioni degli ultimi anni, per la Palestina o contro la guerra che fossero. Qui sbocciò un simbolo del possibile incontro di gusti, se non di civiltà, tra America e mondo arabo. E qui si è ridotto a farsa senza futuro. Già la seconda Intifada aveva preso di mira anche l´hamburger. L´avversione per l´America e i suoi prodotti è cresciuta proporzionalmente all´appoggio per Israele. Nelle carrozze della metropolitana cairota è apparso un poster raffigurante un hamburger, ma tra le fette di pane era schiacciato un bambino di due mesi, Iman Hego, ucciso in Palestina. Il messaggio anti-pubblicitario era: l´America avvelena, dille di smettere. E avevano smesso, dalla mattina del 20 marzo, di andare da McDonald´s. Poi, all´improvviso, la ressa. E´ accaduto che un amico del proprietario, tale Mahmoud Wagdi, gli ha proposto di rilanciare l´immagine del locale affittando un centinaio di comparse a 20 lire egiziane (circa tre euro) al giorno, più vitto. Le ha personalmente addestrate e vestite: uno da sacerdote, molti da studenti, altri così come si presentavano, perché l´importante era proprio dare l´idea che gente di ogni tipo andava a mangiare lì. Ma il secondo giorno, inevitabilmente, è scoppiata la protesta sindacale, quando gli "attori" hanno scoperto che il loro vitto era una fetta di pane e un cartoccio di patatine. Qualcuno si è ritirato, qualcun altro ha chiesto un aumento. Il più arrabbiato ha raccontato tutto al giornale Al Quds Al-arabi e smascherato la finzione. Lo spettacolo, tuttavia e come sempre, va avanti. Anche il boicottaggio, però, si allarga. Scomparse le medicine anglo-statunitensi. Diramato un appello della Camera di Commercio del Cairo che invita a non avere rapporti d´affari con i Paesi invasori. In preparazione un nuovo terribile poster contro l´hamburger in cui resta invariato il pane, ma la carne è quella di un bambino iracheno morto sotto i bombardamenti. (g.rom.)
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